Dalla prossima settimana sarà possibile firmare anche presso gli uffici del Comune di Faenza e Russi.
Si riporta sotto la lettera dei promotori che spiegano le ragioni del Sì
Referendum NO Green Pass – Tutte le ragioni per dire SI alla raccolta firme
La raccolta delle firme promossa dal Comitato referendario costituito da studiosi, docenti universitari, professionisti ed esponenti della cultura italiana al fine di indire un referendum abrogativo del Green Pass, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione, ha curiosamente suscitato in questi giorni rilievi strumentali e fuorvianti, provenienti in parte da fonte anonima, in parte da soggetti noti al pubblico per avere sostenuto, in passato, posizioni critiche in opposizione alle scelte governative e in parte da soggetti che hanno avviato raccolte di firme per finalità al momento sconosciute.
Per chiarire i dubbi dei cittadini, riteniamo quindi necessario rispondere punto per punto ai rilievi suddetti:
– “Se il referendum fallisce, il Green Pass diventa obbligatorio” – Non è vero. Il Green Pass è già obbligatorio, perché introdotto dal Governo con una serie di decreti legge, in parte già convertiti in legge.
– “Se il referendum fallisce, si rischia di legittimare il Green Pass’ – Non è vero. In caso di esito negativo, il referendum abrogativo non legittimerebbe alcunché. Giuridicamente, è uno strumento predisposto per chiedere l’abrogazione – e non la legittimazione – di una legge o di un atto avente forza di legge. Il referendum, inoltre, non impedisce lo svolgimento di altre azioni, quali ricorsi, scioperi o altro: la stessa incostituzionalità delle norme sul Green Pass può essere fatta valere prima, durante e dopo il referendum. Semmai, allo stato attuale, è il comportamento degli italiani che utilizzano il Green Pass a legittimare questo odioso strumento di discriminazione individuale e sociale.
– “Se il referendum fallisce, ci teniamo il Green Pass altri 5 anni” – Non è vero. Se si raccogliessero le firme necessarie per indire il referendum, e se in sede referendaria prevalessero i voti contrari all’abrogazione delle norme sul Green Pass, l’unica conseguenza giuridica sarebbe quella di non poter proporre un altro referendum abrogativo per il periodo di tempo indicato. Ma, a norma di legge, al voto referendario non si potrà andare prima della primavera del 2022 e, per allora, i cittadini italiani avranno avuto conferma del comportamento del Governo e potranno decidere dati alla mano: se il Green Pass non ci sarà più, non ci sarà più bisogno del referendum.
– “Se il referendum fallisce, il Governo dirà di essere sostenuto dalla maggioranza degli italiani ed estenderà la durata del Green Pass” – Non è vero. Il Governo fa ciò che vuole, anche senza referendum: e, infatti, già si parla di estendere la durata del Green Pass, almeno per gli operatori sanitari, oltre il 31 dicembre.
– “Lo stato di emergenza finisce il 31 dicembre e poi basta Green Pass” – Non è vero. Oltre quanto detto al punto precedente, se anche lo stato di emergenza terminasse davvero il 31 dicembre, il Green Pass potrebbe essere sempre regolato in maniera autonoma e distinta dallo stato emergenziale. Quest’ultimo, inoltre, è disciplinato da norme di legge ordinaria in materia di protezione civile e, quindi, da norme che possono sempre essere modificate e derogate, come tutte le altre norme di legge ordinaria.
– “Non si può proporre un referendum sui Decreti Legge, la Corte costituzionale boccerà tutto”. Non è vero. L’art. 75 della Costituzione consente di proporre referendum abrogativi di leggi e atti aventi forza di legge, quindi anche dei Decreti Legge.
– “Non raccogliamo ora le firme per il referendum, è meglio farlo dopo” – Non è vero. Dopo non sarà più possibile: a causa delle scadenze incrociate derivanti dalla normativa sui referendum e dalla fine dalla legislatura, il referendum non potrà essere proposto fino al 2024.
– “Facciamo i ricorsi, invece del Referendum”. Siamo d’accordo e ci stiamo lavorando, come tanti altri professionisti, ma lo facciamo in silenzio, senza ingenerare false aspettative in nessuno e gratuitamente, pro bono.
– “Facciamo lo sciopero generale invece!” – Benissimo, siamo con voi. Ma senza volerci precludere il referendum come ulteriore strumento di protesta contro questo regime.
Un’alternativa al referendum c’è. Non fare nulla. E continuare a utilizzare il Green Pass. E, nel frattempo, il Governo continuerà a fare quello che vuole, come ha sempre fatto in questi due anni.
Il Comitato Promotore del Referendum No Green Pass
Olga Milanese, Luca Marini, Francesco Benozzo