Con una lettera pubblica Reca, Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna contesta la nomina di Stefano Bonaccini a commissario straordinario per l’installazione del rigassificatore in prossimità della costa ravennate:
“A parte il fatto che ci sembra strano che venga conferito l’incarico di Commissario Straordinario per una grande opera pubblica proprio al principale esponente della parte richiedente (ricordiamo che il Presidente in persona aveva a gran voce richiesto al Governo che Ravenna fosse il punto di forza del mondo del gas in Italia), abbiamo forti dubbi che si possa trattare con un criterio emergenziale una scelta riguardante i prossimi decenni, come se fossimo in presenza di una calamità naturale, di un terremoto o di un’ epidemia inaspettata, insomma eventi sui quali ci siano da prendere decisioni addirittura nel giro di poche ore. Senza una discussione politica a tutto campo, che coinvolga anche la società civile e informi correttamente la cittadinanza nel suo complesso, abbiamo buone ragioni per temere che la scelta del Commissario Straordinario sia un modo per evitare, saltare o minimizzare gli iter valutativi che invece dovrebbero essere scrupolosi e sarebbero quindi quanto mai opportuni.
Che l’installazione del rigassificatore, insieme a tutte le altre tessere del mosaico fossile (l’aumento della durata e del numero delle strutture di trivellazione, il sempre riproposto piano per la realizzazione dell’impianto CCS, il già esistente e funzionante deposito di GNL, i prossimi investimenti per la costruzione del braccio nord del gasdotto della cosiddetta Linea Adriatica), sia una misura per far fronte all’emergenza, è un vero e proprio imbroglio che si cerca di far digerire ai cittadini addirittura affermando che queste scelte faranno calare il prezzo delle bollette e porteranno verso l’autosufficienza energetica. Innanzi tutto, è noto a tutto il mondo scientifico e industriale che le navi adatte ad essere utilizzate come rigassificatori sono poche al mondo e nessuna è bell’ e pronta per Ravenna nel giro di poco tempo.Inoltree, una volta installata, sarebbe un delirio di antieconomia prevederne il funzionamento solo per un breve periodo. La nave rigassificatrice ha poi bisogno della costruzione di un vero e proprio gasdotto per portare a terra il gas liquido una volta ritrasformato, e ciò richiede interventi pesanti per il territorio, il suo ambiente e le casse pubbliche. E quando si parla di “autosufficienza”, ricordiamo che tali strutture riceveranno e lavoreranno, comunque e sempre, il metano proveniente da paesi lontani (Stati Uniti ? Emirati Arabi ? Nordafrica ?), quindi con l’autosufficienza hanno ben poco a che fare.
Va sottolineato che il rigassificatore, se funzionerà, dovrà ricevere un gran numero di navi gasiere trasportatrici di metano liquido, il cui traffico quindi sarà destinato ad aumentare considerevolmente, parallelamente con i rischi connessi a tale trasporto. Non si può ignorare che il gas liquido che accoglieremo, sarà stato estratto in gran parte con le tecniche di fracking, pesantissime per l’ambiente, per l’esasperato consumo di acqua, per la devastazione che lasciano nei territori. E non possiamo non ricordare che nessuna struttura metanifera al mondo è riuscita ad azzerare le perdite di metano libero in atmosfera, con il suo effetto molto più climalterante di quello della stessa anidride carbonica.
Pertanto, quando il Presidente Bonaccini definisce questo insieme di misure, in favore di un futuro legato a doppio filo al metano, come provvedimenti che vanno nel senso dell’autosufficienza energetica e della transizione ecologica, o non sa di che cosa sta parlando (il che sarebbe molto grave), o lo sa benissimo ma è in perfetta malafede (il che sarebbe ancora più grave), e se aggiunge che esse servono “a dare risposte rapide al caro bollette, che così duramente sta pesando su famiglie e imprese” non sa (ma forse si!) che i prezzi verranno comunque decisi dall’andamento del mercato, in buona parte condizionato da manovre speculative, che poco hanno a che vedere con la “prossimità” dei luoghi di estrazione e stoccaggio.
Insomma, siamo in presenza di una scelta sbagliata, che viene motivata con ragioni false e pretestuose. Per questo continueremo a contrastarla e, invece, a proporre una strada diversa e alternativa, questa sì basata sull’uscita dalle fonti fossili e sull’autosufficienza energetica”.