In nessuna città al mondo si accendono tante candele quante a Lourdes. Era il febbraio del 1858 quando la pastorella Bernadette Soubirous si recò alla grotta con una candela benedetta per quella che è ricordata come la quarta apparizione. Ogni notte, la tradizionale processione aux flambeaux a cui si uniscono devoti di tutto il mondo ripete e moltiplica quel semplice gesto in una marea di luce. E quest’anno presso il Santuario di Nostra Signora di Lourdes brilla anche la musica, per riaccendere il dialogo, offrire conforto, invitare alla speranza: lunedì 11 luglio, alle 21, Riccardo Muti guida la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il Coro che unisce artisti italiani e ucraini nel concerto delle Vie dell’Amicizia, il progetto di Ravenna Festival che dal 1997 visita luoghi simbolo della storia antica e contemporanea. Il lungo, doloroso e attonito silenzio della pandemia sarà spezzato dal Magnificat di Vivaldi, con il soprano Arianna Vendittelli e il contralto Margherita Maria Sala; dal Concerto n. 1 K 412 di Mozart affidato al cornista Felix Klieser; dallo Stabat Mater e il Te Deum di Verdi; dall’Ave verum corpus di Mozart a cui si uniscono le voci di bambini delle scuole di Lourdes e Tarbes; dal canto di una donna e di sua figlia, da brani devozionali della tradizione basca, occitana e ortodossa… Realizzato in collaborazione con L’Offrande Musicale, l’appuntamento è reso possibile dal sostegno del Ministero degli Affari Esteri, dell’Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia e della Regione Emilia-Romagna.
Giovedì 14 luglio sarà il Santuario Pontificio della Santa Casa di Loreto ad essere meta del pellegrinaggio musicale di questa XXVI edizione dei viaggi sulle Vie dell’Amicizia.
“Oggi la pandemia ci ha reso forse ancor più consapevoli della nostra fragilità, dell’universalità dell’esperienza del dolore – sottolinea Riccardo Muti – Ma la sofferenza non è il solo linguaggio che non conosce confini. Mentre divampa un nuovo, lacerante conflitto, è la musica, capace di superare tutte le diversità di cultura, lingua, religione, a farsi ambasciatrice del nostro messaggio di pace e solidarietà. Per suggellare i concerti nei santuari dove da secoli accorre un’umanità ferita in cerca di conforto, ho scelto l’Ave verum corpus di Mozart, in cui risuona il dolore del mondo ma anche tutta la speranza di cui l’Uomo è capace”. Così ai molti volti della sofferenza – di chi fugge un conflitto, di chi vive con una disabilità, di chi affronta la malattia, di chi piange i propri cari – risponde un ecumenico intreccio di voci, culture e spiritualità che trova unità nella più spontanea delle invocazioni: quella alla Madre, immagine di tutte le madri. Perché, come scriveva in Supplica a mia madre Pier Paolo Pasolini, a cui è dedicata la XXXIII edizione di Ravenna Festival, “Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore”.
A Lourdes il concerto sarà accolto nell’esplanade, la piazza antistante la basilica eretta fra fine Ottocento e inizio Novecento traendo ispirazione dalla simbologia del Rosario (e dall’architettura bizantina). In questo caso l’appuntamento è organizzato in collaborazione con L’Offrande Musicale, rassegna che – mentre celebra la bellezza naturale e la ricchezza culturale del dipartimento degli Alti Pirenei in cui si svolge – si impegna a favorire la partecipazione del pubblico disabile. Da questo dialogo è maturato il coinvolgimento di Felix Klieser, artista tedesco a cui la disabilità non ha impedito di diventare un eccezionale cornista che si esibisce in tutto il mondo. A unire idealmente i due versanti dei Pirenei sono invece i canti devozionali in basco e occitano, affidati rispettivamente al cantante Beñat Achiary e ai cori locali dei Chanteurs Pyrénéens de Tarbes e Chanteurs Montagnards de Lourdes. Dopo tutto l’occitano è la lingua in cui, secondo il racconto della pastorella Bernadette, la Madonna le si rivolse nella grotta di Massabielle – l’accadimento che ha reso Lourdes una delle mete di pellegrinaggio e venerazione più importanti al mondo.