“L’appuntamento per la contrattazione sindacale è alle cinque del pomeriggio nella piccola sede del Sindacato Generale di Base (SGB), non a caso nel quartiere molto popolare della Darsena. Il sindacalista che segue la vertenza si chiama Antonio e si occupa di sindacato nel tempo libero che riesce a ricavare tra il lavoro e la famiglia. Nell’attesa, arrivano lavoratori per chiedere assistenza all’unico impiegato part-time che si occupa del patronato. C’è chi chiede degli assegni famigliari che non sono stati corrisposti per due anni e chi cerca di capire come funziona la dichiarazione dei redditi. Sono tutti stranieri. Un iscritto maghrebino che parla un buon italiano è accompagnato dal figlio di pochi anni e un nigeriano che in divisa da lavoro dice di essere UN addetto del macello di San Zaccaria. Ancor prima era dipendente di una cooperativa locale che si occupava della raccolta differenziata. Intanto, il tempo passa e dei lavoratori dipendenti di Ambro servizi, una cooperativa milanese che ha un appalto nello stabilimento ravennate di Marcegaglia, non ci sono notizie. Ad Antonio viene il dubbio che non abbiano capito che si sono dati appuntamento. Sono tutti nigeriani e racconta come sia difficile capirsi perché parlano prevalentemente in inglese nigeriano o un italiano molto approssimativo. A volte il senso dei discorsi viene frainteso. Quasi alle cinque e mezza arrivano due operai, un uomo e una donna. Quest’ultima è una giovane iscritta che ha in parte risolto il problema linguistico. Ha una discreta padronanza dell’italiano e traduce da e per l’inglese nigeriano. Antonio e i due iscritti si spostano in una stanzetta di pochi metri quadrati in cui si trovano un computer portatile acceso e un telefono in vivavoce collegato con i due rappresentanti della cooperativa. La trattativa – ormai giunta al terzo incontro – è incentrata sul riconoscimento del quarto livello del contratto multiservizi per questi operai che si occupano di svolgere le pulizie industriali, tra le attività più faticose e usuranti all’interno dello stabilimento. “Lavoratrici e lavoratori addetti alla rimozione delle polveri di metallo, prodotte dalle saldature delle linee, che si accumulano sopra gli impianti. Impegnati nella sgrassatura dei macchinari. Addetti alle pulizie delle condotte degli impianti di aspirazione, in cui si calano imbracciando il martello pneumatico e, con questo, distaccano i residui ferrosi solidificati” così SGB ha descritto senza equivoci il lavoro svolto da questi operai nigeriani.
Dopo alcuni minuti arriva un altro operaio. Uno dei presenti seduto vicino la porta deve alzarsi per permetterne l’ingresso. La stanzetta riservata alla contrattazione è così ridotta che all’arrivo del quarto iscritto c’è chi si alza e gli cede la sedia rimanendo così in piedi. Intanto la trattativa è condotta con sicurezza da Antonio che nei vari passaggi spiega agli iscritti cosa sta succedendo e chiede conferma di quanto va contrattando in loro nome. Gli stessi lavoratori che finora hanno lavorato con il contratto Multiservizi di secondo livello. “Un contratto da sempre utilizzato per aggiudicarsi appalti, nel settore privato ed anche in quello pubblico, a prezzi stracciati ai danni dei lavoratori: un vero e proprio contratto “pirata” certificato da CGIL, CISL e UIL.” Così commenta SGB la situazione in cui il piccolo e combattivo sindacato di base si è trovato ad intervenire. Lavoratori part-time, facendo regolarmente 40 ore settimanali con straordinari sottopagati, senza 13esima e 14esima con buste paghe di poco più di mille euro al mese. Uno sciopero indetto il 22 agosto scorso ha portato la cooperativa milanese alla disponibilità di una serie di riconoscimenti in via conciliativa. Antonio ricorda ai lavoratori che la conciliazione va condotta, anche perché se si volesse passare per il Tribunale, il giudice inviterebbe comunque le parti ad un tentativo. Intraprendere la via giudiziaria comporterebbe poi tempi, costi e sentenze non necessariamente più favorevoli della conciliazione per cui andrebbe attentamente valutata.
La trattativa si chiude in poco più di un’ora. SGB ha ottenuto la trasformazione per tutti i lavoratori del contratto da part-time a tempo pieno, regolarizzazione del loro rapporto che di fatto prevedeva un impegno ordinario di 40 ore alla settimana. Con effetto retroattivo è riconosciuto il passaggio dal 2° livello del CCNL Multiservizi al 3° livello e da settembre al 4° livello: un aumento della retribuzione su base mensile di circa 128 euro. Per gli ultimi 5 mesi Ambro servizi accetta di passare dal 65% di tredicesima e quattordicesima al 100% proposto da SGB che per i lavoratori con 16 mesi di anzianità porta un significativo aumento da 1722,50 euro a 2467,92.
Antonjo riassume le condizioni e si rivolge agli iscritti. Chiede loro di confermare l’accordo che andrà firmato individualmente.
Un iscritto, ben piazzato come si immaginano essere gli uomini di fatica, non sembra particolarmente soddisfatto e mormora secco: “è poco”.
È vero, commenta Antonio. Passano dai 1243,50 euro di stipendio a 1372,40 per un lavoro tra i più duri e pericolosi. Ma questo è il risultato e la responsabilità di chi ha legittimato contratti che hanno reso possibile retribuzioni miserevoli. Chiede di pensare alla situazione precedente l’azione di SGB e a quanto ottenuto ora. Da novembre subentrerà poi un’altra azienda che manterrà l’anzianità dei lavoratori e sarà un nuovo punto di partenza per migliorare le condizioni di lavoro. La trattativa si conclude quindi con soddisfazione tanto che lo scorso 5 ottobre si è chiusa la fase conciliativa.
La vicenda della cooperativa Ambro Servizi, operante presso lo stabilimento ravennate di Marcegaglia, con squadre di lavoratori nigeriani impegnate nelle operazioni più faticose e sporche dello stabilimento, non rende affatto una battuta parlare di lavoratori usciti da una miniera dell’Ottocento, come dichiarato da SGB. Nel 1845 Friedrich Engels pubblicò un dettagliato resoconto delle condizioni dei lavoratori in Inghilterra in cui i lavori più umili e senza bisogno di alcuna abilità erano per gli immigrati, in quel caso gli irlandesi considerati come luridi, ubriaconi, accasati in stalle dove convivevano con i maiali che allevavano. Ed anche ai nostri lavoratori nigeriani della Ambro servizi non si chiede altro che lavoro manuale e anche duro come la sgrassatura dei macchinari, pulizia di condotte degli impianti di aspirazione e rimozione delle polveri di metallo. La loro conoscenza della lingua italiana è molto rudimentale e questo è la migliore condizione per chi non vuole lavoratori capaci di rivendicare diritti. Come scriveva Engels, “l’inglese, che conserva un certo grado di civiltà, ha maggiori esigenze dell’irlandese, che si veste di stracci, mangia patate e dorme in un porcile” e questo determina la concorrenza tra i lavoratori. “Di qui deriva lo sforzo degli operai per sopprimere questa concorrenza mediante le associazioni; di qui il furore della borghesia contro queste associazioni ed il suo tripudio per ogni sconfitta inflitta ad esse”.
Warren Buffett, il settimo uomo più ricco al mondo con un patrimonio di 99,6 miliardi di dollari dichiarò nel 2006: “certo che c’è la lotta di classe ma è la mia classe, quella dei ricchi, che la sta facendo e stiamo vincendo”.
La vittoria dei ricchi sta anche nell’avere imposto nel dibattito pubblico le ricorrenti parole in favore delle aziende, dell’imprenditorialità, di generici italiani quando ai lavoratori sono imposte condizioni di lavoro indegne di un paese civile.
Come Ravenna in Comune siamo a fianco di SGB e dei lavoratori non solo per impedire un ritorno alle condizioni di lavoro di due secoli fa ma soprattutto per rilanciare il diritto al lavoro dignitoso e retribuito equamente. I nostri amministratori ed ex amministratori non hanno invece difficoltà nel dichiarare da quale parte stanno e sono stati. Il Sindaco de Pascale rivendica il nostro essere un territorio amico degli investimenti, amico delle aziende.
D’altra parte, chi ha portato Marcegaglia a Ravenna, l’ex Sindaco Mercatali, pochi mesi fa dichiarava che negli anni ‘90, dando un colpo alla burocrazia “A Marcegaglia in 38 giorni noi concedemmo la licenza per un investimento da 600 miliardi di lire”.”