I concerti del festival Ravenna Jazz che si svolgono al Bronson di Madonna dell’Albero (RA) sono sinonimo di ricercate sperimentazioni sonore. Sarà così anche mercoledì 11 maggio, quando alle ore 22 si esibirà il Khalab Live Quartet, band che trasporta i ritmi ancestrali del continente africano in una centrifuga elettronica. Attorno ai suoni digitali generati da Khalab (ovvero Raffaele Costantino, celebre personalità della radiofonia nazionale) si muoveranno il sax tenore di Pietro Santangelo, il basso elettrico e il synth di David Paulis, la batteria di Enrico Truzzi. Biglietti: intero euro 15, ridotto 13.
Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, con il sostegno del Ministero della Cultura e con il patrocinio di ANCI Emilia-Romagna. Ravenna Jazz dedica questa sua edizione a Roberto Masotti, celebre fotografo e grande amico, improvvisamente scomparso. Roberto avrebbe dovuto partecipare a questa edizione del festival in veste di docente di un seminario di fotografia jazz.
Raffaele Costantino è uno dei nomi di maggior rilievo della radiofonia musicale italiana: il suo programma Musical Box è una delle trasmissioni più longeve del palinsesto di Radio RAI. La black music è al centro dei suoi interessi di autore e divulgatore: le sonorità afroamericane senza limiti alle contaminazioni e alla deriva dei generi sono il suo ‘pane’ radiofonico.
Ma quando ‘indossa’ lo pseudonimo di Khalab, gli echi della musica africana vengono convogliati in un acceleratore di bit sonori, entrando nel vortice elettronico del suo armamentario da dj. Da esploratore della musica altrui, si trasforma in performer hi-tech. In questa veste ha collaborato con artisti di riferimento come Baba Sissoko, Moses Boyd e Shabaka Hutchings. Il suo album più recente (M’berra, 2021, pubblicato dalla Real World Records di Peter Gabriel) è perfettamente esplicativo del percorso che porta la musica africana a confluire nella dj culture europea: dopo aver effettuato registrazioni sul campo in Mauritania con musicisti Tuareg e maliani, Khalab le ha immerse nella sua tecnologia, estraendone una sorta di musica afro-futurista che, pensiamo, sarebbe particolarmente piaciuta a Sun Ra.