“Patrick Zaki non andrà in carcere. Una bellissima notizia troppo a lungo attesa che ha fatto seguito a quella terribile del neo-dottore con lode dell’Università bolognese (che poi è anche quella di Ravenna, ovviamente) condannato a tre anni di un carcere che aveva già conosciuto dal 7 febbraio 2020 all’8 dicembre 2021. Era stato condannato da un tribunale speciale per la sicurezza dello Stato egiziano, composto da un solo giudice, nella città egiziana di Mansoura, dopo innumerevoli rinvii. Una sentenza inappellabile pronunciata dal regime dittatoriale insediatosi in Egitto con un colpo di stato militare il 3 luglio 2013. Allora venne soppresso il governo legittimo del Presidente eletto con elezioni democratiche Muḥammad Mursī, poi fatto morire in carcere, sostituito dal generale Abd al-Fattāḥ Saʿīd Ḥusayn Khalīl al-Sīsī che tuttora governa l’Egitto e che, dopo una modifica costituzionale, potrebbe rimanere al potere quanto meno sino al 2030. L’Egitto è una dittatura feroce e spietata sotto le cui grinfie è morto sotto tortura Giulio Regeni e che ha appena festeggiato il proprio decimo compleanno dal golpe. Lo stesso dittatore ha ora graziato Patrick, cittadino onorario in oltre 70 città italiane, grandi e piccole, da Milano a Roma, da Bologna a Firenze, ma anche a Rimini, Faenza, Imola e Massa Lombarda per rimanere in Romagna.
Non di Ravenna. Sono sempre rimaste inascoltate le richieste di Ravenna in Comune che si era fatta promotrice dell’iniziativa di assegnazione della cittadinanza della nostra Città. Così come sono rimaste inascoltate le nostre richieste dirette al Sindaco di non partecipare a cerimonie ufficiali in rappresentanza della Città in cui fosse previsto l’incontro con rappresentanti della dittatura egiziana. Più volte de Pascale ha ugualmente incontrato ufficialmente il Ministro del Petrolio egiziano Tarek El Molla. L’ultima volta è avvenuta in occasione dell’OMC 2021 ma, se non fosse stato rinviato a ottobre per l’alluvione, avremmo già dovuto aggiornare l’elenco per comprendervi l’OMC 2023 originariamente previsto per il maggio scorso. Ad oggi le uniche reazioni “ufficiali” del Sindaco si sono limitate alla sua pagina fb. Ieri ha scritto due volte: «Una notizia meravigliosa, Patrik Zaki tornerà libero!»; e poi ha provato ha intrupparsi: «Credo che veramente la città di Bologna e tutta la regione Emilia-Romagna abbiamo dato prova di una grande forza morale che ha cambiato le sorti sicuramente della vita di una persona, ma io penso possa aver dato un contributo importante anche a tutta una comunità». Il giorno precedente aveva espresso rammarico giacché il verdetto è stato «un colpo durissimo ai diritti umani e alla libertà d’espressione ed una intollerabile ingiustizia. Un esito inaccettabile e doloroso al quale dobbiamo opporci con decisione, continuando a pretendere la sua scarcerazione. La Repubblica Italiana e l’Unione europea siano in prima fila contro le violazioni dei diritti umani».
In prima fila, invece, non ha mai messo il Comune di Ravenna, ben sapendo che sarebbe stata una presa di posizione sgradita per il vero potere che regna in Città e la cui volontà nessuno discute: quel Claudio Descalzi amministratore delegato di ENI che con l’Egitto di al-Sīsī fa lucrosi affari e pure se ne vanta. «L’Egitto ci ha aiutato rinunciando ai suoi carichi quest’estate per mandarli in Italia per riempire gli stoccaggi. Sono Paesi che se dai, ricevi», ha detto proprio nei giorni dell’alluvione provocata dal riscaldamento climatico causato proprio dai combustibili fossili bruciati da ENI.
Come Ravenna in Comune crediamo che a una Città come la nostra, medaglia d’oro per i valori antifascisti, due volte premiata per i valori europei, non possa bastare la grazia di un dittatore per cavarsi d’impaccio. Lo stesso dittatore che con gesto plateale non ha mandato in carcere un ragazzo che subito prima aveva condannato in barba a quei diritti umani di cui il Sindaco si riempie la bocca a vuoto. Ravenna si è sporcata la coscienza con la vergogna di quella mattina del 2021 in cui il Sindaco si è presentato all’OMC nonostante la presenza di chi rappresentava una dittatura macchiata del sangue di Giulio. Chiediamo di alzare lo sguardo e smettere di aver paura di tutto ciò che può dispiacere ai signori dal gas. Torniamo a chiedere che venga immediatamente assegnata a Patrick Zaki la cittadinanza onoraria ravennate. Torniamo a chiedere che ad ottobre de Pascale non si presenti all’OMC dove El Molla siede sempre nell’Advisory Board. Zaki e Regeni da una parte; al-Sīsī e Descalzi dall’altra. Da una parte i diritti e la dignità della Città; dall’altra una feroce dittatura e la sudditanza alla lobby del fossile. Da che parte sta Ravenna?”