“Tra un disastro e l’altro siamo finalmente in grado di poter dar conto, doverosamente, di una notizia positiva. Si tratta di un dovere perché è nato, anche, da una nostra sollecitazione il passo che ora ha visto l’acquisto della storica abitazione di Benigno Zaccagnini da parte della Fondazione Cassa di Risparmio e della messa a disposizione della stessa, in regime di comodato, alla Fondazione Casa Oriani al termine di alcuni lavori ritenuti necessari. Lo ricordiamo, il tutto è partito dalla notizia del trasferimento a Casola della documentazione libraria e degli arredi dello studio del partigiano Tommaso Moro, nonché medico e uomo delle istituzioni e di partito (la Democrazia Cristiana). Colpiti dalla vicenda, sollecitammo una spiegazione da parte del Sindaco (Perché Zac lascia Ravenna?, 10 febbraio 2023): «riteniamo che, ferma restando la legittimità della decisione della famiglia, sia indispensabile e urgente conoscere le ragioni che hanno portato ad escludere quella che, ai nostri occhi, sarebbe stata la soluzione più ovvia: mantenere viva la memoria di Zaccagnini nel posto più proprio agli occhi della cittadinanza ravennate».
Come fa sempre, il Sindaco non risponde mai alle sollecitazioni: non ama il dialogo e preferisce di gran lunga i monologhi senza contraddittorio. Possibilmente con un bel titolo che ne inquadri le magnifiche gesta. Molto più apprezzabilmente era venuto un importante chiarimento e una significativa disponibilità da parte della famiglia di Zaccagnini: «Siamo consapevoli che nostro padre ha cercato sempre di rappresentare Ravenna, la sua esperienza politica è nata a Ravenna, la sua testimonianza cristiana è nella chiesa di Ravenna. Intorno a lui e alla nostra famiglia, c’è sempre stata, soprattutto nei momenti difficili, la solidarietà di Ravenna, della gente di Romagna, di coloro che hanno condiviso ed apprezzato il suo impegno sulla frontiera difficile e rischiosa dell’esercizio del potere.
Ciò premesso, con la dovuta riservatezza, caratteristica della nostra famiglia, abbiamo ritenuto di consegnare alla biblioteca diocesana di Ravenna i libri di carattere religioso, mentre quelli di storia e di politica, d’altra parte già presenti nelle biblioteche ravennati, alla biblioteca di Casola Valsenio, località particolarmente legata alla nostra famiglia, perché nella frazione di Sant’Apollinare abbiamo trascorso per anni le vacanze estive con i nostri genitori. Alla biblioteca di Casola Valsenio abbiamo anche donato i mobili dello studio di nostro padre. Sempre con la dovuta riservatezza siamo impegnati a valorizzare la casa di via di Roma 30 con una iniziativa di carattere sociale che tramandi la memoria della nostra famiglia ed in particolare di Stefano Zaccagnini. La famiglia Zaccagnini è sempre disponibile a collaborare con Regione, Comune e Fondazioni interessate a valorizzare la memoria e la figura di Benigno Zaccagnini».
Ne abbiamo dato riconoscimento alla famiglia che per «l’attenzione e la sollecitudine che già apparteneva a Benigno Zaccagnini, ha ritenuto di rispondere direttamente e di ciò non possiamo che manifestare gratitudine, anche a nome della cittadinanza ravennate». D’altra parte, non potevamo esimerci da una sollecitazione alle Istituzioni: «come Ravenna in Comune, in considerazione della disponibilità formulata dalla famiglia Zaccagnini, invitiamo il Comune di Ravenna e per esso il Sindaco a farsi promotore di quella collaborazione per la valorizzazione della sua memoria e della sua figura che, a nostro giudizio, resta indispensabile per trasmetterne il lascito alle generazioni che seguiranno. Perché i motivi della presenza del suo busto a fianco di quello di Arrigo Boldrini, della vicinanza di Tommaso Moro a Bulow, a Palazzo Merlato, siano sempre chiari a chi vi posa e vi poserà lo sguardo». Purtroppo si deve ad una fondazione bancaria e non all’impegno diretto della Giunta se quello che abbiamo richiesto ha la possibilità concreta di realizzarsi. Grazie dunque all’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio (che peraltro è parte della Fondazione Oriani) e alla disponibilità della famiglia di Benigno Zaccagnini.
Leggiamo che la destinazione prevista è quella di consentire all’Oriani di «ampliare gli spazi destinati alla conservazione del patrimonio librario e documentale». Ravenna in Comune si rivolge dunque all’Amministrazione Comunale, che ha propri rappresentanti nella Fondazione Casa Oriani, per chiedere che si faccia direttamente garante della promozione, attraverso l’immobile, della viva memoria di Benigno Zaccagnini, consentendo il pubblico accesso agli spazi della casa. Non già, dunque, solo un deposito di fondi bibliotecari ma un luogo di memoria viva grazie alla frequentazione resa possibile anche alla cittadinanza più giovane ed un impiego degli spazi che valorizzi pienamente il legame della Città con la storia di Zaccagnini e della sua famiglia”.