Nei giorni scorsi si è saputo della comprensibile e condivisibile protesta degli abitanti del quartiere San Giuseppe (originariamente villaggio ANIC). La via intitolata ad Enrico Mattei che l’attraversa, dividendo il quartiere in due parti, è tra le più trafficate di Ravenna. Non solo. Oltre che per quello automobilistico è utilizzata per la viabilità dai mezzi pesanti cui in realtà sarebbe impedito. Il problema è di sicurezza, rumore, inquinamento a causa dell’utilizzo come circonvallazione cittadina di una strada che dovrebbe avere una funzione principalmente indirizzata agli abitanti del quartiere. I residenti si sono fatti promotori di più segnalazioni, raccolta firme, documentazione fotografica, petizioni indirizzate all’attenzione di de Pascale e della sua Giunta ma senza successo. Nessuna risposta, nessuna spiegazione, niente di niente. Un po’ lo stesso stile utilizzato in tante questioni che toccano la periferia e i foresi. Il penultimo caso finito sui giornali era stato il mancato completamento del ponte di Grattacoppa e la conseguente protesta ad una settimana dal voto: due partecipatissimi cortei un sabato fa proprio in una delle zone considerate tradizionalmente più vicine al Sindaco. Il terzultimo è stato un altro corteo due domenica fa, partecipato anch’esso, per respingere il ribaltone del Sindaco sul rigassificatore, già respinto dalla città nel 2008. Sono in crescita le reazioni della cittadinanza di fronte alle scelte imposte dall’alto. Si tratti di opere pubbliche mancate o in ritardo, della macellazione di animali motivata dal risparmio, o di assente contrasto a rischi ambientali. Piccole e grandi crescono le proteste.
Questa volta i residenti hanno pensato bene di affiggere degli striscioni di contestazione ben visibili dalla strada. La reazione questa volta non è tardata. Evidentemente non si poteva tollerare la presenza di striscioni critici dell’Amministrazione. Così l’attenzione del Sindaco i residenti l’hanno sì ottenuta ma non per la soluzione del problema. Si legge sui giornali di ieri che è stato richiesto “l’intervento degli agenti della Polizia locale di Ravenna, che hanno rimosso gli striscioni adducendo come motivo la violazione dei divieto di affissione abusiva di scritti. I due teli sono stati sequestrati e ai responsabili è stata comminata una sanzione amministrativa di 300 euro”. Insomma, per il Sindaco il problema erano gli striscioni, per quanto su aree private, e non il sensibile peggioramento della qualità della vita di chi risiede nel quartiere.
Sempre dai giornali leggiamo che “lamentano i residenti, «nulla è stato fatto», e la domanda che ora ci si pone è: «Cosa dobbiamo fare per farci rispettare dall’amministrazione?». Tanto più che il timore di chi vive in zona è che il problema possa andare incontro a un peggioramento: «Quando aprirà il nuovo supermercato qui vicino, il traffico aumenterà ulteriormente – sostiene una delle rappresentanti dei residenti -. Ma c’era davvero bisogno di un altro supermercato? Sono anche state raccolte firme contro la cementificazione, ma come sempre si prendono provvedimenti senza prima ascoltare». Anche la protesta di ieri non è andata a buon fine, ma i residenti promettono di non arrendersi: «Non ci aspettavamo questa reazione, ma siamo determinati»”.
Ravenna in Comune si è più volte pubblicamente espressa, anche attraverso il voto nella scorsa consigliatura, per respingere quella assurda mega lottizzazione che aggiungerà case per altri mille abitanti al quartiere. Quanto al supermercato, la Giunta de Pascale ha autorizzato la realizzazione di un nuovo polo commerciale nel cosiddetto sub comparto “Romea Sud” per complessivi 6.900 metri quadri di strutture commerciali. Tra cui, appunto, il nuovo supermercato. L’Assessora Del Conte sostiene che lo «scopo dell’intero progetto è quello di fare del quartiere San Giuseppe un quartiere più connesso con la restante parte della città». Bisognerebbe ricordarle, allora, che la “connessione” con la città che ha trasformato una via cittadina in un pezzo di circonvallazione non è un bene per il quartiere ma un ulteriore tributo alla speculazione edilizia. Le cittadine e le cittadine del quartiere lo hanno ben presente. E non sarà il sequestro di un paio di striscioni a far cambiare loro idea.