“Tutto procede per il meglio in quel Paese dei Balocchi e della Perfetta Felicità che è Ravenna e i suoi sereni sobborghi del forese e dei lidi. Traversara, dove il fiume si è mangiato pezzi del paese come se le case fossero di marzapane, è stato evacuato per la quarta volta. Aveva ricevuto poco prima la Presidente per sbaglio della Regione, Irene Priolo, e i giornali ne avevano riportato le decisioni: «A cambiare volto più di ogni altro luogo in Romagna sarà Traversara: “Le abitazioni per cui sarà necessario l’abbattimento non potranno più essere ricostruire in quel punto”. Ciò significa il de profundis per un’ampia parte degli edifici di via Torri, una delle due vie principali del borgo». Non bastasse per il Comune, allargandosi alla Provincia di Ravenna, Priolo ha continuato a spargere “buone” notizie come caramelle: «Dovranno essere abbandonati per sempre anche quegli edifici che ora sorgono a picco su quelli che sono i nuovi alvei dei fiumi così come sono stati ridisegnati dalle piene nel loro scavarsi nuove rive: potrebbe essere il destino di vari edifici posti ad esempio negli abitati collinari di Marzeno e di Zattaglia, apparsi dopo l’ultima alluvione letteralmente a picco sui fiumi».
A Ravenna è andata quasi di lusso: è stata “solo” chiusa via Trieste all’altezza dello scolo Lama (come già accaduto altre volte del resto). Poi è stata chiusa “solo” anche via Stradone all’altezza del ponte di scolo. Completamente allagata anche “solo” la sponda sinistra della Darsena. Anche tutta (“solo”?) la zona del porto è stata completamente invasa dall’acqua. E “solo” numerosi danni anche nei lidi ravennati, con strade allagate un po’ ovunque a causa delle fogne intasate.
Poteva andarci peggio? Certo. Basta guardare cosa è successo un po’ più in là del nostro naso o portare il ricordo al maggio 2023 ed alle alluvioni seguenti… Chi si accontenta gode, dunque?
Ravenna in Comune rifiuta la normalità dell’emergenza ed il godimento per le disgrazie altrui. Non possiamo accomodarci in riva ad un futuro che devasta le nostre vite sorrette e sorretti dall’unica speranza che tocchi a qualcun altro/a prima di noi. Troviamo disgustoso il rimpallo tra centrodestra e centrosinistra su chi abbia maggiori responsabilità: il centrosinistra con de Pascale che ancora prova a scaricare il barile su nutrie ed ambientalisti? O il centrodestra che dopo essersi accaparrato commissariamento e commissario fa il pesce in barile. Che poi il barile è sempre lo stesso…
Ravenna in Comune in Consiglio Comunale ha votato contro tutti i bilanci dell’Ente Locale proprio perché trascuravano la salvaguardia dei territori. Abbiamo votato no a tutte le decisioni di cementificare anche dove mai si sarebbe dovuto. Abbiamo respinto ogni proposta di incremento dei gas serra attraverso l’accoglimento delle richieste della lobby del fossile. Ci può bastare? Certo che no! Non è rivendicando la nostra coerenza che la cittadinanza che abbiamo cercato di salvaguardare starà meglio in futuro. Solo le azioni future della politica potranno contribuire a che ogni pioggia non sia un’allerta rossa. Solo sbarazzandoci delle politiche sbagliate di centrodestra e centrosinistra potremo smettere di temere il prossimo ordinario week end di paura.
Anche per questo invitiamo a partecipare alla grande manifestazione regionale che si terrà sabato prossimo, 26 ottobre, a Bologna, con partenza alle ore 14.30 da Piazza dell’Unità: “Piovono proteste. Non è maltempo è crisi climatica e concezione sbagliata dell’uso del territorio”. Ci uniamo ai promotori (Comitato Besta BO, Comitato contro ogni autonomia differenziata ER, Confederazione Cobas BO, Legambiente ER, Parents for Future BO, Rete Emergenza Climatica e Ambientale ER, Un altro Appennino è possibile, USI CIT BO, MO, PR e RE) e:
Chiediamo a gran voce un cambio di rotta radicale nelle politiche e nel modello produttivo e sociale della nostra Regione per l’ambiente, il clima, per la nostra salute, per il nostro futuro.”
Ravenna in Comune