È da metà giugno che lo avevamo anticipato e, finalmente, anche il Sindaco si è deciso a confermarlo: ad essere realisti la nave rigassificatrice che vogliono imporre a Ravenna non sarà operativa prima della fine del 2024. Dunque, chi diceva che a Ravenna era già tutto pronto, o che comunque si sarebbe approntato tutto in meno di un anno o, addirittura, che «Saremo pronti nei prossimi mesi» (parola del presidente della Regione), la sparava grossa. È stato lo stesso de Pascale a certificare il ritardo e, addirittura, a chiamare la consapevole falsificazione dei tempi per farla passare come soluzione di emergenza con il suo vero nome: fake news. Così ha detto il Sindaco: «Sapevamo bene che chi aveva dato questa informazione all’esecutivo aveva venduto una fake news». Di cui lui stesso si è reso complice, peraltro, visto che sino ad oggi si era ben guardato dallo smentirla. In favore di chi? Bisogna seguire la traccia dei soldi, diceva Falcone riferito alla mafia. Ma si applica bene anche alla truffa della rigassificazione. Il tempo dirà chi prova a specularci sopra. Già sappiamo però chi perderà se il rigassificatore, in favore del cui arrivo il Sindaco aveva scritto al Governo, dovesse arrivare effettivamente: tutte e tutti noi.
Che non era tutto pronto lo aveva anticipato per prima Ravenna in Comune. Lo avevamo messo nero su bianco: «Si è rivelata peraltro non corretta l’affermazione per cui a Ravenna sarebbe bastato attaccare una manichetta ed aprire il rubinetto. Ferma restando la necessità di un iter autorizzativo, infatti, non vi sono impianti già pronti ed occorrerebbe comunque prevedere tempi e costi per l’adeguamento o la realizzazione a nuovo». Né più né meno che una notizia ingannevole diffusa apposta per indirizzare la scelta: questo e non altro è la fake news che, solo ora che non si può più nascondere, denuncia il Sindaco. Una delle tante che si sono sparate in questi mesi: dalla soluzione di emergenza che durerà solo qualche anno, alla urgenza di scaldarci il prossimo inverno, all’assenza di pericoli, alla transizione verso le rinnovabili. Tutte fake news.
Avevamo ragione, dunque, come Ravenna in Comune, a parlare del nostro come del Tempo dei furfanti (Scoundrel Time). E, senza vergogna, l’offensiva mediatica continua. Si racconta che «Ravenna non fa storie», che, come millanta il Sindaco, qui ci sarebbe una comunità coesa favorevole a qualunque schifezza il PD chieda di ingoiare. I contrari? «Solo il mondo ambientalista si è detto contrario». Cari giornali, cari politici, cari industriali, rassegnatevi, la minoranza siete voi. Non c’è un mondo ambientalista separato dalla collettività. Tutta la comunità contraria a continuare la guerra ha capito che sono proprio quelli legati al fossile a soffiare sul fuoco. Così come chi vuole iniziare finalmente con la transizione che ENI invece non vuole affatto, legata com’è al suo storico business. Così come chi vuole dare una chance ai propri figli di avere ancora un posto dove vivere decentemente invece di perderlo a causa dei gas climalteranti. Come chi vuole aumentare i posti di lavoro passando alle rinnovabili invece di continuare a perderne vincolandosi al gas. Così come chi pretende diminuiscano finalmente i rischi industriali piuttosto che aumentarli ancora con il rigassificatore. Eccetera, eccetera.
A Piombino sta succedendo la stessa cosa. La comunità piombinese viene attaccata perché sarebbe nimby e non vedrebbe i benefici (quali?) apportati da un rigassificatore. Mare diverso, stessa storia. Adriatico e Tirreno uniti possono farcela ad ottenere il futuro rinnovabile e sostenibile che si meritano. Il vantaggio delle comunità può vincere sugli interessi dei profittatori di turno. E queste non sono fake news!