Ci è capitato in passato, mentre sedevamo tra l’opposizione consigliare, ed anche successivamente, dopo le ultime elezioni, di trovare punti di consonanza con la maggioranza. Non sono molti, in verità, i casi in cui ci sentiamo in dovere di approvare esplicitamente gli atteggiamenti assunti dal centrosinistra ma, quando raramente rinveniamo motivo per farlo, non abbiamo remore a renderlo pubblico. È il caso della politica messa in atto dalla Giunta nei confronti della ludopatia ingenerata dall’apertura di apposite sale giochi con slot machine. Come Ravenna in Comune abbiamo avuto modo di trasmettere sostegno all’applicazione della normativa regionale nel Comune di Ravenna. Un’applicazione che, ci informa la stampa, ha prodotto alcuni significativi risultati. «Dal 2018 sono 22 su un totale di 32 le sale slot, agenzie di scommesse, e sale bingo che sono state chiuse sul territorio ravennate perché troppo vicine a luoghi sensibili».
Sappiamo che si tratta di un intervento parziale e, del resto, la normativa nazionale non costituisce certo un freno alle ludopatie, preferendo di gran lunga salvaguardare gli introiti fiscali derivanti dall’azzardo rispetto alla tutela della salute della collettività, alle problematiche di sicurezza e a quel vero e proprio varco all’intrusione della criminalità che il business rappresenta. Così non stupisce quanto sempre dalla stampa si apprende: «I numeri cambiano se ci si sposta sulle tabaccherie, sui circoli e più in generale su tutti quegli esercizi pubblici che al loro interno ospitano uno o più apparecchi di gioco con vincite in denaro. In questo caso gli esercizi sul nostro territorio risultano circa 170. Per loro nessun obbligo di chiusura, ma quei locali che si trovano all’interno della mappa del Comune non potranno, quando arriverà il momento, rinnovare la concessione per continuare a tenere le slot». Inoltre sfugge completamente dalle statistiche il peso crescente rappresentato dal gioco online. Oltre, naturalmente, al gioco illecito.
Bene ha fatto comunque il Comune di Ravenna a resistere anche avanti al Consiglio di Stato rispetto al ricorso avanzato dai gestori della sala che opera dentro il complesso del Cinemacity. «Nel dicembre del 2022 il Tar aveva respinto il ricorso della Allstar srl contro la chiusura di una delle sue sale gioco in via Secondo Bini decisa dal Comune perché a meno di cinquecento metri da un luogo considerato sensibile secondo la normativa regionale. La legge del 2013 vieta infatti la presenza di sale gioco o di slot a una distanza inferiore di 500 metri da luoghi di aggregazione come scuole, parchi pubblici, teatri, musei, cinema, chiese. L’udienza in Consiglio di Stato è fissata per il 15 giugno e quindi fino ad allora la sala slot potrà continuare la propria attività». Per almeno questa volta la Giunta può contare sull’appoggio convinto di Ravenna in Comune.