“Pochi giorni fa, il 14 novembre, è morto l’ultimo lavoratore in ordine di tempo nel petrolchimico. Stefano Poletti, a pochi mesi dalla pensione, non è rientrato a casa sua. Oggi, 25 novembre, ricordiamo altri 13 lavoratori, morti anch’essi lavorando per il gruppo ENI. Ravenna in Comune ricorda:
- Angelo Aprea
- Giancarlo Baroncelli
- Alberto Bellinelli
- Claudio Beltrami
- Antonio Graziani
- Giovanni Melfi
- Domenico Montingelli
- Idilio Nonnato
- Giuseppe Paolillo
- Nicola Pelusio
- Simone Ratti
- Giancarlo Semenzato
- Stanislao Serpe.
Il 25 novembre 1990 erano tutti a bordo dell’elicottero che precipitò in mare davanti a Marina di Ravenna mentre li conduceva ad una piattaforma estrattiva off-shore di AGIP. Si trattò di una strage di lavoro, l’ennesima, rimasta senza condanne.
Il miglior modo di onorarne il ricordo, per rispettare il dolore che la loro morte ha provocato 33 anni fa, è insistere perché di tutti gli infortuni su lavoro sia data notizia completa, la causa di ogni morte su lavoro sia portata alla luce, ogni responsabilità sia accertata, ogni colpevole sia condannato, ogni pena carceraria sia effettivamente subita. Come spesso, troppo spesso, non accade.
Ravenna in Comune si unisce al dolore di chi soffre per la morte di Stefano appena avvenuta e per quella, avvenuta più di tre decadi fa, di Angelo, Giancarlo B., Alberto, Claudio, Antonio, Giovanni, Domenico, Idilio, Giuseppe, Nicola, Simone, Giancarlo S. e Stanislao. E poi siamo uniti nel dolore di chi ha perso un proprio caro colpito da mesotelioma per l’amianto con cui si è trovato a contatto nel petrolchimico. E gli altri morti da cosiddetti incidenti. Nessuno di loro doveva morire perché gli incidenti non esistono e nessuno dovrebbe mai morire di lavoro. Ma si continua a morire. C’è dolore da parte nostra, ma anche rabbia e volontà di lottare perché le stragi cessino. È l’altro volto, quello accuratamente tenuto nascosto, della presenza di ENI a Ravenna.”