“Traversara o Traversetolo? Per qualcuno, magari qualcuno con le stellette, sono solo due toponimi fra i tanti, che peraltro suonano in maniera molto simile ad un orecchio distratto. Sono anche realtà emiliano-romagnole accomunate dai fenomeni alluvionali che si sono succeduti dal maggio 2023. Anche se apparentemente potrebbe sembrare un’informazione tra le tante possibili, entrambi i territori non sono privi di chiese (si capirà nel seguito perché lo diciamo). Le somiglianze, però, finiscono qui: Traversara si trova in Provincia di Ravenna e Traversetolo in Provincia di Parma, l’una è tutta in pianura e l’altro è un comune a cavallo tra piano e monte, la prima ha subito l’esondazione del fiume Lamone ed il secondo quella del torrente Termina. Ce n’è abbastanza per non fare confusione, crediamo.

Ed in effetti non possiamo avere certezza che abbia scambiato Traversetolo con Traversara il Colonnello Carlo La Torre del comando logistico dell’Esercito inviato nella per lui sperduta Lugo dal Generale Francesco Paolo Figliuolo, rimastosene invece lontano nonostante rivesta il ruolo di commissario proprio in riferimento alla ricostruzione delle nostre remote (viste da Roma) lande. Manca la certezza, ma il dubbio resta. Lo scambio di battute tra un cittadino presente all’incontro organizzato dall’Unione della Bassa Romagna con la struttura commissariale, infatti, lascia più che un dubbio oltre che far sorridere. Il riso è lecito a patto di non avere una casa distrutta, tutti i beni in discarica, l’auto inservibile e una paura del diavolo ogni volta che piove, naturalmente. Possiamo immaginarcelo come un frammento teatrale alla Harold Pinter.

Cittadino: «Buon pomeriggio, sono di Traversara […]. Sapete dirci qualcosa? Perché si dice e si parla ma non si sa assolutamente nulla, grazie».

Militare: «Proprio nel suo paese dobbiamo fare l’incontro. Dobbiamo fare la riunione nella chiesa del suo paese».

Cittadino: «Non lo so. Non so niente io».

Militare: «Come si chiama il paese?».

Cittadino: «Traversara di Bagnacavallo».

Militare: «A Traversara c’è la chiesa? Sì? Esatto. È là che dobbiamo fare l’incontro».

Cittadino: «Non ne so niente».

Militare: «Soprattutto mirato al problema delle frane».

Cittadino: «Allora no, non siamo noi, perché noi siamo in pianura, sul Lamone».

Militare: «Ho sbagliato».

Risata. (E qui ci possiamo immaginare il sipario che cala)

Purtroppo non è una commedia da palcoscenico ma una tragedia per la nostra comunità che si può ascoltare nella registrazione dell’incontro.

Se qualcosa viene rappresentato da questa vicenda è la distanza, enorme, tra chi subisce le conseguenze e chi dovrebbe porvi riparo. È il Governo di centrodestra in sella da due anni ad aver avocato a sé la gestione della ricostruzione sottraendola alle regole ordinarie ed alla gestione delle amministrazioni locali. Questo dopo il danno e mentre si susseguono ulteriori allarmi, esondazioni, abbandoni a Traversara e oltre. La struttura commissariale nemmeno conosce le località su cui si dovrebbe agire. Sta lontana e ogni tanto fa una capatina da queste parti. Scambiare un disastro con un altro è comprensibile. Questo errore non lo possono fare le Amministrazioni locali. Ma sono le amministrazioni locali di centrosinistra ad aver mancato nella salvaguardia del territorio poi devastato dalle alluvioni e ad aver la responsabilità di continuare a porre le basi per il ripetersi di quanto già accaduto. Come giudicare altrimenti situazioni come la nuova urbanizzazione a rischio allagamenti da parte del canale Lama in partenza proprio in questi giorni? La Giunta de Pascale di centrosinistra non ha fatto mancare il suo via libera nonostante gli eventi del maggio 2023 avessero ben reso evidenti i rischi. Ma il profitto di pochi è messo avanti all’interesse di tutti, evidentemente.

Ravenna in Comune contesta sia le politiche di centrodestra che quelle di centrosinistra, troppo impegnate nel rimpallo delle responsabilità per un’azione politica efficace verso la nostra comunità costretta all’esodo ad ogni minaccia di pioggia. Vogliono forse creare le condizioni per un nuovo disastro? Magari con il numero di morti di Valencia, questa volta? Invitiamo la cittadinanza ad una riflessione attenta su quello che si prospetta dopo il voto del 17/18 novembre prima di mettere un segno su Ugolini o de Pascale, entrambi rappresentanti dello stesso modello di cementificazione che ci ha portato a rendere ogni pioggia una devastazione. Non sono la sola scelta possibile ma, piuttosto, le facce di una stessa medaglia. Lunedì, in Darsena, abbiamo sentito Federico Serra, il candidato per la lista “Emilia Romagna per la pace, l’ambiente e il lavoro”, dire: «Invertiamo le priorità della nostra regione e del nostro Paese, chiediamo più soldi per la sicurezza dei territori». Su questo programma non possiamo che concordare.”