“Il Comune di Ravenna informa che la prima rata della Tassa sui Rifiuti che lo stesso Comune richiede di pagare a cittadinanza e imprese può essere pagata entro il 30 novembre. Però a casa di ogni soggetto tassato arriverà una richiesta di pagare con indicata la tassativa scadenza del 31 ottobre. Quando arriverà questa richiesta? Non si sa. C’è chi potrebbe averla già ricevuta e chi invece la riceverà più avanti, presumibilmente a ridosso o dopo la data di scadenza indicata nell’invio postale. D’altra parte, precisa il Comune, «gli avvisi risultavano già tutti stampati e avviati alla postalizzazione prima della decisione del posticipo della scadenza». Decisione assunta dalla Giunta con una delibera di martedì scorso e motivata «da problemi tecnici che hanno rallentato l’invio degli avvisi di pagamento».

La rata successiva resta confermata al 31 dicembre. In altre parole, ci arriverà in ritardo una richiesta di pagare la tassa entro una data estremamente ravvicinata o addirittura già trascorsa. E se qualcuno non legge queste righe, o apprende da altra fonte il posticipo, riterrà di essere incorso in una sanzione per il ritardo. Senza contare che suddividere la tassa in due rate appiccicate alla fine dell’anno non è molto diverso di chiedere tutta la somma in una volta, alla faccia dello scopo della rateizzazione.

Quando avevamo appreso che per quest’anno l’aumento del montante sarebbe stato pari all’8,85% rispetto al 2023, avevamo stigmatizzato l’assurda decisione: «Un aumento che riguarderà sia le famiglie che le aziende. Si tratta di un aumento aggiuntivo: già lo scorso anno la maggioranza aveva aumentato la Tari, il cui incasso viene girato ad Hera, concessionaria del “disservizio”. Non era stato certo l’unico aumento. Anche IMU, IRPEF, tassa di soggiorno, tassa su occupazione suolo, nonché le cosiddette “tasse” extra-tributarie, sono tutte state aumentate lo scorso anno. E l’anno prima la Tari era aumentata ancora: tra 2021 e 2022 aveva visto un aumento del 6,5% (elaborazione UIL per una famiglia ravennate media di 4 persone).

Ravenna in Comune era (e resta) totalmente contraria. Avevamo già lanciato l’allarme lo scorso anno ritenendo “indispensabile non aggiungere una spinta da parte dell’Amministrazione all’innalzamento dell’inflazione con l’aumento delle tasse”. De Pascale & co. non ne hanno tenuto conto».

Ora, se non fosse bastato l’aumento stratosferico dei costi, le donazioni per l’alluvione con cui è stata coperta l’esenzione alla TARI degli alluvionati e il disservizio di HERA (faccia un passo in avanti chi è soddisfatto del servizio di raccolta e gestione rifiuti!), si aggiunge all’elenco delle malefatte il disservizio di MUNICIPIA. Quest’ultimo è il soggetto, controllato da un fondo statunitense e da una società finanziaria britannica, a cui il Comune di Ravenna ha affidato dal 2022 la riscossione della sola TARI (tutti gli altri tributi comunali sono riscossi da Ravenna Entrate). Per questa unica attività, a quanto risulta, percepisce oltre mezzo milione di euro a intero carico della cittadinanza.

In conclusione, troviamo anche in questa vicenda ulteriore motivo per confermare quanto sostenevamo già sei mesi fa: «Come Ravenna in Comune confermiamo il giudizio che già più volte abbiamo espresso nei confronti delle politiche comunali in materia di gestione rifiuti: “Tutta l’impostazione del sistema rifiuti a Ravenna è a nostro avviso sbagliata e, di anno in anno, continuano a essere i cittadini a pagare le inefficienze del sistema di gestione”. In poche parole vale anche per quest’anno quanto riscontrato per gli scorsi: il costo aumenta man mano che il servizio peggiora!». Certo anche il servizio riscossione della tassa per il rusco meriterebbe di finire nel rusco!”