“Su quel calendario particolare, tutto italiano, che è il calendario delle stragi, l’anniversario dell’Italicus cade subito dopo quello del 2 agosto della stazione di Bologna. Nella cronologia delle stragi invece arriva sei anni prima, il 4 agosto 1974, a pochissimi mesi di distanza dall’esplosione, il 28 maggio, di Piazza della Loggia a Brescia. Qualche anniversario viene ricordato, qualche altro no. Spesso è una questione di numero di morti e dell’ostinazione dei parenti delle vittime. E in perfetta continuità con il passato tutto concorre a far dimenticare la loro origine, la loro matrice e il perché sono state deliberatamente assassinate da un premeditato terrorismo tante persone. Ora poi che gli eredi del fascismo sono tornati al governo del Paese è diventato ancora più difficile pronunciare la verità che sta dietro a tutta la strategia della tensione: fu terrorismo stragista fascista e di Stato.
Attorno all’una di quel mattino, all’uscita dalla galleria degli Appennini, nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro una bomba fece esplodere l’Espresso 1486 Italicus diretto a Monaco di Baviera. Furono in 48 a rimanere straziati e altri 12 morirono, chi per l’esplosione e chi nell’incendio. Uno di loro fu Silver Sirotti, a cui Ravenna ha dedicato una strada a Fornace Zarattini. Era di Forlì, aveva 24 anni, faceva il controllore su quel treno. Non si trovava sulla carrozza dove esplose la bomba. Corse tra le fiamme per salvare i passeggeri e dalle fiamme non uscì.
La verità giudiziale non si è concretizzata in una sentenza definitiva di colpevolezza. Come molte altre volte e come abbiamo già detto, lo Stato è sempre più veloce nel colpire i democratici ma diventa lentissimo ad indagare se stesso e i fascisti e solo raramente, molto raramente, arriva in fondo a quello che diventa un infinito iter giudiziale. Ulteriore tortura per le famiglie delle vittime. Le conclusioni della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia Massonica Propaganda 2 (la P2 guidata da Licio Gelli) presieduta da Tina Anselmi furono peraltro chiarissime. È accertato:
«che la strage dell’Italicus è ascrivibile ad una organizzazione terroristica di ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana; che la Loggia P2 svolse opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana; che la Loggia P2 è quindi gravemente coinvolta nella strage dell’Italicus e può ritenersene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici, quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale». La lista degli aderenti alla P2 è pubblica e in grado di esprimere da sola e senza infingimenti il rapporto perverso tra Istituzioni, potere economico, servizi segreti, giornalismo. E come concludeva la relazione al Parlamento:
«La prima imprescindibile difesa contro questo progetto politico, metastasi delle istituzioni, negatore di ogni civile progresso, sta appunto nel prenderne dolorosamente atto, nell’avvertire, senza ipocriti infingimenti, l’insidia che esso rappresenta per noi tutti – riconoscendola come tale al di là di pretestuose polemiche, che la gravità del fenomeno non consente – poiché esso colpisce con indiscriminata, perversa efficacia, non parti dei sistema, ma il sistema stesso nella sua più intima ragione di esistere: la sovranità dei cittadini, ultima e definitiva sede del potere che governa la Repubblica».
Ravenna in Comune ricorda questa e le altre stragi e invita a sentire l’immutata attualità dell’avvertimento lanciato da Tina Anselmi. Nei decenni che ci separano dall’Italicus sono cambiate le strategie del fascismo, strisciante e palese, ma gli attacchi alla democrazia costituzionale garantita dalla lotta di Resistenza continuano incessanti, dall’interno e dall’esterno delle Istituzioni. Ora e sempre Resistenza”.