“Ricomincia l’anno scolastico. È una costante alla quale fanno da accompagnamento le consuete accuse di «gravi ritardi e criticità» formulate dal Sindacato. «Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza che come ogni anno, puntualmente si ripete, anzi si aggrava, per l’incapacità di adottare meccanismi di reclutamento tempestivi, certi e rispettosi degli aventi diritto. Chi ne subirà le conseguenze non sarà solo il personale ma anche gli studenti dei vari ordini di scuola a cui non potrà essere garantita la continuità didattica. Non bastano più l’indignazione e la denuncia: servono politiche pubbliche a sostegno della scuola della Costituzione. Così il rischio è la riduzione del perimetro pubblico e una scuola di scarsa qualità. A pensarla male qualche volta ci di prende». Così la FLC CGIL.

Ravenna in Comune formula i migliori auguri a studenti e studentesse ed alle loro famiglie. Esprimiamo solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori del settore grazie a cui il sistema scolastico continua nonostante tutto a produrre conoscenza. Aggiungiamo però un aspetto non sufficientemente conosciuto. Negli ultimi tre anni in Provincia di Ravenna si è passati dai 46.255 alunni dell’anno scolastico 2021/22 sino a scendere sotto la soglia dei 45mila alunni (44.874 nell’anno scolastico 2024/25), con una diminuzione netta di 1.381 alunni, di quasi il 3% (-2,99%). Contemporaneamente, però, gli studenti che necessitano di appoggio scolastico, certificati in ciò dall’AUSL, sempre in Provincia di Ravenna, sono aumentati di oltre il 25% (25,38%)! Nell’anno scolastico 2024/25 sono in tutto 2.213, cioè 448 in più in un triennio! E si tratta di un dato non comprensivo degli studenti con Dsa (ossia i Disturbi Specifici di Apprendimento) che riguardano solo alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico.

Le cause? Se è vero che il trend è in aumento da anni, non si spiega un incremento del 25% in un arco temporale così ristretto con una presunta eccessiva medicalizzazione degli studenti. Decisamente più calzante è ricondurre un effetto “detonatore” alla gestione del Covid e dell’evento alluvionale, come spiegato dalla Neuropsichiatria infantile di Forlì-Cesena dove pure è segnalato un notevole incremento delle diagnosi riguardanti sia i bambini nella fascia 0-6 anni che gli adolescenti. Non possono dunque chiamarsi fuori dalle responsabilità quanti, a tutti i livelli istituzionali, hanno gestito (male) queste situazioni, criminalizzando comportamenti e, al contempo, autoscusando le proprie gravi mancanze gestionali.

Spiccano in questo contesto le affermazioni dell’ancora per poco Sindaco di Ravenna (e Presidente della Provincia): «A Ravenna negli ultimi anni abbiamo assistito a un raddoppio della spesa per l’appoggio scolastico, per cui Ravenna si è trovata davanti alla scelta di togliere soldi dalla manutenzione per darli all’appoggio scolastico». Come Ravenna in Comune non abbiamo dubbi nel respingere queste conclusioni: se è vero che il bilancio comunale è frutto di precise scelte politiche, queste non possono comportare conseguenze né sulla scuola in generale, né sulla sicurezza ed il sostegno degli studenti in particolare. Vale la pena ricordare alcune decisioni politiche imposte al nostro Comune dal Sindaco per la propria autopromozione, quale l’inutile ma costosissimo raddoppio del Palazzetto dello Sport. Certo non sono le studentesse e gli studenti di Ravenna (né le loro famiglie ed i lavoratori della scuola) a dover pagare gli errori del Sindaco!”

Ravenna in Comune