“La scorsa settimana è stata data notizia che Curia Arcivescovile e Opera di Religione hanno deciso di mettere la parola fine al Festival Internazionale di Musica d’Organo, meglio noto come Festival di San Vitale. Abbiamo atteso per giorni che le Istituzioni e i Partiti politici che siedono in Consiglio Comunale facessero sentire la loro voce. O siamo diventate e diventati sordi o nessuna voce si è alzata a tutela di un appuntamento musicale che era già internazionalmente conosciuto da trenta anni quando sul Ravenna Festival si apriva per la prima volta il sipario. Eppure leggiamo dal sito di Ravenna Tourism (il sito ufficiale di informazione turistica di Ravenna) che quello di San Vitale è «il primo e più antico festival organistico d’Italia, nonché uno dei più longevi d’Europa: un evento di altissima qualità a cui partecipano ogni anno i migliori organisti internazionali». Come può spegnersi così la luce dopo 63 ininterrotte edizioni, l’ultima delle quali si è appena conclusa?
La comunicazione resa pubblica dall’Associazione Polifonica che cura l’organizzazione del Festival di San Vitale non esplicita nessun impedimento oggettivo quanto piuttosto la volontà discrezionale della Curia di dire basta. Andrebbe allora rappresentato alla Curia che, indipendentemente da ogni valutazione formale, la cessazione di un Festival come quello d’Organo di San Vitale non può essere presa sulla base di polemiche estemporanee. Il Festival, come detto, ha alle spalle 63 anni di attività di riconosciuto valore culturale oltre che di promozione della Città nel mondo. È indissolubilmente legato ad un monumento universalmente riconosciuto come patrimonio dell’umanità prima ancora che di proprietà di un qualsivoglia ente ecclesiastico. L’organo di San Vitale che gli artisti internazionali suonano durante il Festival è stato fatto realizzare appositamente nel 1960 dalla Provincia di Ravenna, che ne è proprietaria, affidandolo per questo preciso scopo alla Diocesi. In altri termini, non è ammissibile che la Curia si permetta di uccidere dall’oggi al domani un Festival di questa portata, identificato con San Vitale da più di sei decenni, senza nemmeno pensare di aprire prima un confronto con le Istituzioni cittadine. O, peggio, dobbiamo pensare che un confronto si sia svolto senza che nulla ne sia trapelato e l’esito sia proprio questo?
E, d’altra parte, dove sono queste Istituzioni cittadine? Perché si esibiscono nel tradizionale costume del pesce in barile? Forse il fatto che l’attuale Direzione del Festival non appartenga, come noto, al cerchio magico delle donne e uomini di cultura che ruotano attorno al PD e al centrosinistra condiziona il menefreghismo delle Istituzioni? Un Sindaco che è da tempo con la testa altrove e un Assessore alla Cultura già distratto dal pensiero del dopo primavera possono condizionare la sopravvivenza di una rassegna musicale che ha maggiore età (e meriti culturali) di entrambi?
Quando costruimmo il nostro programma di azioni politiche per il Comune, per l’ambito culturale, Ravenna in Comune lanciò lo slogan: «Con la cultura si mangia». Veniva subito dopo che un Ministro aveva relegato la cultura ad un passatempo ozioso («Con la cultura non si mangia» pontificava l’allora potente Tremonti). Lo chiarivamo così, sin dalle prime parole: «La parola cultura deriva da coltivazione, cioè un lavoro di cura instancabile con un alto grado di organizzazione e processi di sedimentazione volti ad ottenere i migliori frutti anche nel lungo periodo». È evidente che questa Amministrazione sia capace di far marcire anche i migliori frutti prodotti dagli alberi che il tempo trascorso ha meglio radicati. L’incompatibilità tra la “cultura con cui si mangia” e la “cultura del magna-magna” dovrebbe essere evidente a tutte e tutti. Ravenna in Comune chiede a nome della Cittadinanza un risveglio istituzionale a tutela di un bene che è di tutte e tutti e di cui la Curia non deve poter disporre a proprio esclusivo piacimento: salviamo il Festival Internazionale di Musica d’Organo di San Vitale!”