“Se non fosse che si corteggia un disastro, sarebbe anche divertente star dietro alle ultime notizie sul progetto di rigassificazione da un miliardo di euro che tanto bene, secondo de Pascale & C., dovrebbe fare al territorio. La prima notizia riguarda il premio greenwashing dell’anno assegnato al Sindaco da Assoambiente, associazione che riunisce le imprese che trattano rifiuti, presieduta dal tristemente famoso Chicco Testa (già presidente di Legambiente e deputato PCI, poi “illuminato” sulla via di Damasco dal nucleare e da lucrosi incarichi in società energetiche di sfruttamento del fossile e dintorni). Gli è stato assegnato il premio Pimby Green 2023 (non è uno scherzo) che sta per “Please In My Back Yard” ovvero “piazzatemelo nel giardino dietro casa mia vi prego” che vorrebbe, a quanto si legge, «riconoscere il coraggio del “fare” di amministratori locali e imprese che provano a cercare forme innovative di dialogo con il territorio per non lasciarsi sfuggire opportunità di sviluppo in grado di creare valore e anche occupazione». Per capire di che gente stiamo parlando, vale la pena nominare almeno un altro “compagno” di premio del Sindaco, cioè Gualtieri, primo cittadino di Roma, che ha ottenuto il riconoscimento “green” per aver imposto alla città un grande impianto per bruciarli i rifiuti. E il motivo che ha portato il premio a de Pascale? Leggiamo testualmente che il “buon” Michele lo ha “conquistato” «per il lavoro legato al rigassificatore, con l’autorizzazione arrivata dopo soli 120 giorni». “Brillante” risultato che è stato reso possibile da una legge ad hoc che ha eliminato dalla procedura di autorizzazione tutti i controlli più importanti, azzerando la valutazione di impatto ambientale (VIA) e le indagini sul rischio di incidenti industriali rilevanti (RIR-Seveso). Oltre a nominare un commissario, quel Bonaccini che ha poi rilasciato l’autorizzazione.
Proprio questo “brillantissimo” record di procedimento super affrettato dovrebbe garantire altri importanti riconoscimenti se si traducessero in altrettante “medaglie” le magagne progettuali che continua a scovare l’Ing. Riccardo Merendi in una sorta di “caccia all’errore” di una versione ravennate della Settimana Enigmistica. L’ultimo, in ordine di tempo, dopo quelli che abbiamo riportato solo qualche giorno fa (“I mille errori del rigassificatore”, 17 luglio 2023) deriva dall’autorizzazione rilasciata dal ministero, il MISE (oggi MIME) condizionata a che l’impianto di regolazione da costruire a terra, a Punta Marina, si trovi sulla lottizzazione RITMO, da cui invece il Consiglio Comunale l’ha sloggiato per salvaguardare l’investimento del costruttore, allontanandolo di 700 metri in Via dell’Idrovora, a spese di chi abita nei pressi. A questo punto, evidenzia l’ing. Merendi, «il Ministero NON ha modificato il nulla osta per tenere conto della modifica (o forse non è d’accordo) così la sua approvazione resta vincolata alla posizione iniziale dell’impianto indicata nella mappa di luglio 2022». Riportiamo integralmente il suo comunicato sul nostro sito, concordando con i dubbi che, giustamente, si pone: «Dove sorgerà il nuovo impianto? Ma, soprattutto, qualcuno si preoccuperà di rendere compatibili le diverse autorizzazioni? Per ora tutti i politici si sono turati occhi e orecchie pur di ignorare il problema degli errori nel progetto, ma magari questa informazione potrà essere utile ai cittadini che dovranno subire la vicinanza del nuovo impianto».
A prescindere da ogni altra considerazione che già abbiamo fatto (in termini ambientali, economici, di democrazia, ecc.) va ricordato per la centesima volta che gli impianti di rigassificazione vanno trattati con estrema attenzione a causa della enorme pericolosità del gas metano. Non a caso segnalava Piero Angela che «Quello della metaniera che si spezza vicino alla costa, viene definito il peggior scenario “energetico” possibile. Cioè l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche». Come Ravenna in Comune evidenziamo che il sostanziale disinteresse di de Pascale & co. per gli errori contenuti nel progetto di un’opera che presenta rischi di questo livello è rivelatore di quello che a questa gente importa veramente della cittadinanza ravennate. Il resto sono chiacchiere senza senso, come il ridicolo premio Pimby che de Pascale è pure andato a Roma a ritirare tutto orgoglioso (per doverosa informazione: la trasferta alla terrazza di Piazza Venezia l’ha pagata Assoambiente o il Comune?)”.