“Ieri, come avevamo anticipato, si è tenuto a Piombino il Consiglio comunale sul rigassificatore. A Ravenna dobbiamo ascoltare le notizie dalla Toscana per venire a sapere qualcosa di attendibile sul tema anche per il nostro territorio. Dal commissario straordinario toscano, il Presidente della Regione Eugenio Giani, avevamo saputo anticipatamente che il primo dei due rigassificatori sarebbe arrivato a Piombino. La ragione è l’incapacità sia di Ravenna che di Piombino di avere già disponibile una condotta sottomarina idonea al raggiungimento del punto di smistamento. Però Piombino, a differenza di Ravenna, secondo la SNAM, sarebbe in grado di accogliere la nave direttamente in porto riducendo così drasticamente i lavori da effettuarsi a nuovo. Che quella di una Ravenna pronta da subito fosse una balla lo avevamo capito da soli ma è dalla Toscana che ne abbiamo avuto conferma ufficiale. Solo ora che la balla è indifendibile sia il Sindaco che l’Assessore regionale lo hanno riconosciuto. «Sapevamo bene che chi aveva dato questa informazione all’esecutivo aveva venduto una fake news» ha ammesso de Pascale. «Andranno cambiate le pipe-line di collegamento a terra» gli ha fatto eco Colla. Eppure non molto tempo fa Bonaccini millantava la possibilità di una immediata installazione a Ravenna di un rigassificatore, anzi di due, sproloquiava, se Piombino avesse rifiutato (sic). Le ultime previsioni portano le lancette a fine 2024.
Oggi apprendiamo, sempre dalla Toscana, che per Piombino SNAM ha presentato l’istanza di autorizzazione. Ha chiesto di lasciare la Golar Tundra a Piombino per 25 anni! Non che non sia comprensibile una richiesta di così lunga durata: la nave è costata 350 milioni di dollari, a cui si dovranno aggiungere i costi delle altre opere. Comprensibile dunque che si voglia usarla per tutto il periodo di attesa vita operativa. Meno comprensibile è l’assoluto disinteresse per la coerenza con le ragioni addotte per l’arrivo dei rigassificatori che, stando al Governo, dovrebbero essere misure per far fronte all’emergenza e dovrebbero rimanere pochi anni. Dovevano essere solo pochi anni perché il gas è incompatibile con l’azzeramento delle emissioni di CO2 e la transizione alle energie rinnovabili. Altre falsità dunque.
Sono solo alcune di quell’immenso mare di fake news su cui si cerca di far galleggiare i rigassificatori. Come Ravenna in Comune pretendiamo dal Sindaco, a nome della cittadinanza, di fare chiarezza anche per Ravenna alle domande che si affollano, anche se la realtà dovesse risultare incompatibile con le anticipazioni a suo tempo spacciate per vere: alle fake news, ormai, ci siamo abituati.
- Il DL 50/2022 (art.5 co.5) impone a SNAM di presentare la domanda entro 30 giorni dalla nomina commissariale. È già stata presentata anche per Ravenna l’istanza da parte di SNAM?
- Lo stesso decreto dispone che l’istanza sia «corredata, ove necessario, dalla soluzione tecnica di collegamento dell’impianto alla rete nazionale di trasporto del gas naturale, da un cronoprogramma di realizzazione ed entrata in esercizio dell’impianto, nonché da una descrizione delle condizioni di approvvigionamento del gas». Se tale istanza è stata presentata, quale documentazione la correda?
- Il DL 50, infine, copre il «rischio sopportato dalle imprese di rigassificazione» stanziando fondi sino al 2043. Dunque, per quanti anni è prevista l’autorizzazione e, soprattutto, per quanto si pensa di smollarci un rigassificatore?
- SNAM aveva dichiarato che avrebbe acquisito la seconda nave rigassificatrice, quella che vorrebbe destinare a Ravenna, entro la fine del mese di giugno. È stata acquistata questa nave? Per che prezzo, con quali caratteristiche, quale la vita operativa residua?
- La Golar Tundra ha un ciclo di rigassificazione cosiddetto aperto, ossia utilizza una enorme quantità di acqua di mare, la sottopone a massiccia clorazione e la restituisce molto più fredda rispetto alla temperatura di prelievo (7 gradi). Le conseguenze ambientali di ciò sull’ambiente marino sono devastanti. A Ravenna è previsto un ciclo aperto o un ciclo chiuso?
- Ravenna nel suo Comune conta già 26 impianti a rischio di grande incidente industriale di tipo Seveso, la maggior parte tutti in zona portuale (alla faccia del nimby!). Come può conciliarsi l’indispensabile avvio di un procedimento di riduzione di questo impatto con l’aggiunta di un ulteriore grave rischio che, a Livorno, ha imposto una distanza non inferiore a 12 miglia dalla costa con una fascia di sicurezza di 2 miglia?
Ravenna in Comune chiede al Sindaco, tanto per iniziare, di rispondere a queste domande con immediatezza. Sappiano i consiglieri comunali ravennati che martedì hanno votato una mozione a favore del rigassificatore senza nemmeno il coraggio di nominarlo che ieri, a Piombino, il Consiglio Comunale all’unanimità, da Rifondazione a Fratelli d’Italia ha votato no al rigassificatore senza inchinarsi al commissario che pure era presente. A Piombino si crede nel proprio ruolo di rappresentanza e di tutela del territorio, evidentemente, indipendentemente dal colore politico. A Ravenna i consiglieri credono solo negli interessi di confindustria?”