A Ravenna né il Sindaco né le altre istituzioni si degnano di dar notizia alcuna sul rigassificatore. E allora le diamo noi di Ravenna in Comune. Come avevamo anticipato, la prima nave rigassificatrice è imposta a Piombino. Il commissario designato, cioè il presidente della regione Toscana in quota PD, lo ha confermato ieri. Anche i tempi e i luoghi sono quelli confermati: di qui ad un anno la Golar Tundra verrà ormeggiata nel porto di Piombino. La cittadinanza non è stata consultata. Come per le altre comunità locali (la Val Susa ha tracciato la strada, anzi, il binario!) la democrazia è un optional non contemplato dal modello autoritario standard. Eppure le comunità di Piombino, Campiglia, Suvereto, S.Vincenzo e Follonica hanno espresso la loro contrarietà. C’è un superiore interesse nazionale che prevale, viene detto. Anche se il presunto superiore interesse nazionale, in realtà, è quello di pochi privati. Non c’è nessuna emergenza per il prossimo inverno che venga risolta dai rigassificatori: si fanno investimenti per gli anni, anzi i decenni, a venire vincolando il nostro futuro ai gas climalteranti. I meteorologi collegano puntualmente la siccità eccezionale che sta imperversando ai cambiamenti climatici indotti dall’uso dell’energia fossile. Tutta. Gas incluso. Soprattutto il gas che è sia fonte di CO2 che climalterante di per sé. Ma gli interessi privati di oggi prevalgono su tutto il resto.
Anche per Ravenna si sta tracciando la stessa storia. Spostata in avanti di un anno: 2024. Ma la storia è la stessa. Anche qui abbiamo un commissario, cioè il presidente della regione Emilia-Romagna, in quota PD. Anche qui si mettono davanti gli affari alla sicurezza, all’ambiente, alla riconversione dell’off-shore. La lotta di Piombino è la nostra lotta. Ravenna in Comune esprime solidarietà alla manifestazione di oggi in Piazza Bovio a Piombino. Due mari diversi, Adriatico e Tirreno, uniti dallo stesso obiettivo. No alle opere imposte dall’alto. No all’autoritarismo. No alla prevalenza degli interessi privati su quelli della collettività. No a scambiare il futuro dei nostri figli con il vantaggio degli industriali di oggi. No al deposito CO2. No all’ampliamento delle estrazioni. No al rigassificatore. Sì ad un futuro rinnovabile e sostenibile!