Quattordici anni fa i cosiddetti poteri forti dell’oil & gas provarono a piazzare a Ravenna un rigassificatore. La richiesta fu respinta al mittente dalla gran parte delle forze politiche riunite attorno al Sindaco di allora. Le pressioni furono forti e continuarono per anni, ma il Sindaco non si piegò. Disse che per il bene della città «bisogna dire sì alcune volte e dei no indispensabili. Un “no” l’ho detto, al rigassificatore». Ravenna in Comune lo ha ricordato a chi è di memoria corta, selettiva e furbetta.
Non ci sono differenze sostanziali tra la proposta respinta dal nostro Comune nel 2008 e quella che invece de Pascale e Bonaccini vogliono accogliere oggi. Sono identici i pericoli ma oggi non li si vogliono neanche prendere in considerazione: il procedimento, infatti, non valuterà né l’impatto ambientale (VIA) né quello dei grandi rischi industriali (RIR). Quella che è aumentata è la consapevolezza dell’effetto climalterante del gas metano e, quindi, del fatto che è indispensabile ridurne l’uso per rispettare i limiti imposti dai trattati internazionali a cui l’Italia ha aderito. Aumentata anche la consapevolezza dell’impatto a livello di consumo di suolo rappresentata dagli impianti a terra e dai 40 chilometri di nuovo gasdotto su terreni vergini. Quella che oggi fa la differenza è la “guerra” e la decisione di mollare il gas russo per passare a quello americano. Nessun beneficio economico per la bolletta, quanto piuttosto supina accettazione della richiesta USA. Nessuna risposta neanche ad una presunta emergenza per il prossimo inverno: la più ottimistica previsione non dà il rigassificatore funzionante prima dell’inverno 2024.
Se l’esigenza è veramente quella di una indipendenza energetica, la risposta non la dà il gas ma l’energia rinnovabile. Se si deve credere all’esigenza di una risposta ad un’emergenza, non si può comprimere in soli 4 mesi la durata della procedura per autorizzare un rigassificatore e considerare un “successo” ridurre a 4 anni la procedura per valutare un progetto eolico!
Per sostenere la svolta nel percorso verso le energie rinnovabili e respingere il vicolo cieco imboccato con il rigassificatore, Ravenna in Comune si metterà in marcia domenica mattina assieme a Per il Clima – Fuori dal Fossile, Legambiente e Fridays for Future e a tante e tanti che condividono gli stessi valori.
Domani a Ravenna marcia”Per il clima e contro i rigassificatori” con partenza dal Pala de André ed arrivo alla spiaggia libera di Punta Marina dove vogliono far sbucare il gasdotto da 300 milioni di euro che intendono appositamente costruire per collegarlo al rigassificatore, del costo di 400 milioni di euro. Il ritrovo è fissato alle ore 9 di domenica 11/9 al Pala de André (lato circonvallazione Molinetto); il percorso da compiere è di 7 chilometri, che si potranno percorrere a piedi, in bicicletta e per chi non se la sente anche in auto (con preghiera di essere disponibili a dare passaggi).
Ravenna in Comune aderisce ed invita tutte e tutti a partecipare per dar forza al movimento. Niente è scontato e niente è regalato. Quattordici anni fa Ravenna ha già respinto una volta il rigassificatore. Il PD e i suoi alleati oggi intendono ribaltare la decisione per imposizione commissariale senza nessun riguardo alla democrazia. Quella di domenica è una marcia per la democrazia contro l’ennesimo tentativo di ribaltone.