“Succede che a Ravenna, tra pochi giorni, è previsto l’arrivo di una nave chiamata BW Singapore, attualmente in cantiere a Palermo. Succede infatti che «la nave è attesa poi a Ravenna nel mese di febbraio per il collegamento alla piattaforma d’ormeggio, completata e posata lo scorso novembre, la ricezione di ulteriori quantità di GNL e le ultime attività di verifica propedeutiche all’entrata in esercizio prevista i primi giorni di aprile 2025» (è SNAM a dichiararlo). Succede che, invece, la diga essenziale allo svolgimento delle operazioni in sicurezza da realizzare in mare (per un costo di 300 milioni di euro prelevati da tasche pubbliche) non c’è ancora perché il cronoprogramma stabilisce fine lavori tra 24 mesi. Succede che usare il rigassificatore in mancanza della diga aggiunge un rischio in più (peraltro senza che si sia mai effettuata una procedura a norma Seveso sulla grave incidentalità industriale) al quadro che Piero Angela già considerava «l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche». Succede che la rigassificazione si svolgerà a ciclo aperto, perché più redditizio per SNAM che a ciclo chiuso, e che perciò si rilascerà in mare acqua fredda clorata (-7 gradi più varecchina). Succede che il presidente della Fondazione Cetacea denuncia come prevedibili conseguenze sulla fauna ittica, in quanto già verificatesi a Porto Viro, dove c’è un altro rigassificatore a poca distanza da Ravenna, morie anomale di animali marini e consistente riduzione della fauna marina, anche per lo sconvolgimento delle correnti causato dalla diga. Succede che la sola presenza del rigassificatore produrrà danni economici rilevanti diretti al comparto portuale, turistico e peschereccio ed indiretto al comparto edilizio immobiliare (per la svalutazione delle abitazioni dei lidi), off-shore (perché il GNL d’importazione è alternativo all’estrazione adriatica del metano), ecc.
Tutto questo per quanto riguarda strettamente Ravenna e il suo territorio, naturalmente, senza contare quanto invece ricade anche su Ravenna, ma a Ravenna non si ferma, perché concerne le conseguenze dovute a continuare con il fossile, nonostante ciò che comporta per l’aggravamento della crisi climatica. In altre parole, le alluvioni e le siccità, e non solo purtroppo, colpiscono dovunque.
Ora, succede che a Ravenna, proprio a Ravenna, ci si allarmi per il possibile arrivo di una seconda nave rigassificatrice. Succede infatti che il rigassificatore di Piombino lascerà l’assurdo e pericolosissimo attracco a poca distanza dal centro di Piombino entro il 2026. Succede anche che il consiglio regionale della Liguria abbia respinto con voto unanime il trasferimento a Vado Ligure del rigassificatore ora a Piombino. Succede poi che il Presidente della Toscana abbia confermato che l’autorizzazione da lui stesso rilasciata per la permanenza a Piombino si ferma all’aprile del prossimo anno, ancor più chiaramente: «l’autorizzazione è per tre anni, poi il rigassificatore va via». Succede in effetti che l’impianto in costruzione a Ravenna, che secondo le dichiarazioni rilasciate ad inizio 2022 («il terminale del nostro porto è adatto all’installazione di questa struttura perché abbiamo già le tubature adeguate») neanche occorreva, è diventato talmente imponente che già consente che il raddoppio del rigassificatore. Succede così che il costo della nuova piattaforma di ormeggio (un’opera imponente lunga circa 440 metri e dal peso di oltre 14.000 tonnellate) che sostituisce il vecchio “ragno”, dei 40 chilometri di nuove tubazioni, del chilometro di diga e degli imponenti dragaggi in mezzo al mare e dell’impianto a terra è arrivato ad 1 miliardo senza il rigassificatore (altri 367 milioni di euro). Succede però che a Ravenna in Consiglio Comunale abbia approvato senza voti contrari quanto occorreva perché arrivasse un rigassificatore ed ha votato contro, anche qui senza voti contrari, al suo raddoppio.
Come Ravenna in Comune abbiamo sempre contrastato a Ravenna la rigassificazione come modello, il GNL come combustibile ed il commissariamento come procedura. Abbiamo partecipato alle lotte a Pombino e a Ravenna assieme alle migliaia di persone che hanno partecipato alle manifestazioni nonostante l’oscuramento mediatico e gli ostacoli securitari. Soprattutto non abbiamo mai avuto dubbi che uno, due o tre rigassificatori facciano sì differenza ma solo per incremento del danno sia potenziale che atteso. Ora dovrebbe spiegare chi si è risvegliato solo per il possibile arrivo della Italis LNG (già Golar Tundra) da Piombino perché accettava senza problemi la BW Singapore ed anzi irrideva chi era contrario. Dovrebbero spiegare, e vale sia per il centrodestra che per il centrosinistra, come mai le stesse formazioni politiche in Liguria si sono unite nel consiglio regionale per respingere il rigassificatore e a Piombino hanno fatto lo stesso in Consiglio Comunale. Il motivo addotto in tutti casi è stato che il benessere e la sicurezza del territorio rappresentato viene prima degli interessi dei biscazzieri che puntano proprio sui guadagni che lucreranno sulle perdite di quegli stessi territori. A Ravenna il centrosinistra e il centrodestra sono stati sempre convinti del contrario. Perché dunque uno va bene e due no? Anche perché ci sono delle conseguenze da cui non si torna indietro, quando si dimostra coi fatti di accettare ogni richiesta proveniente dai poteri forti industriali. Succede che le pressioni aumentano perché i biscazzieri alzano la posta sempre più. E allora, come si legge sul Bombolone (R&D 28/11/2024), «tra il serio e il faceto»: «Perché non candidare Ravenna anche a ospitare le scorie nucleari, dopo aver salvato l’Italia – a quanto pare – con il rigassificatore in procinto di essere installato? Tra un deposito di Gnl e l’impianto di cattura della Co2, là nel campo sterminato dove abbiamo buttato giù le torri Hamon, tra i pannelli solari, vuoi non trovare un posticino per le scorie nucleari?».
Per chi fa politica sempre chino a novanta gradi di fronte ai potenti è difficile poi anche solo provare a raddrizzarsi. La coerenza di Ravenna in Comune si misura anche dalla nostra schiena sempre dritta.”