“«Ravenna, luci spente di notte: ladri scatenati» è il titolo che abbiamo letto ieri sui giornali. Così scopriamo che, appena attuato lo spegnimento dell’illuminazione pubblica, i rischi per cui Ravenna in Comune aveva lanciato l’allarme si sono puntualmente concretizzati:
«Le luci si spengono ed entrano in scena i ladri: è quanto lamentano numerosi residenti della zona Ponte Nuovo, che ieri mattina al risveglio hanno trovato le loro auto aperte e, in diversi casi, saccheggiate del contenuto trovato all’interno dai malviventi che hanno agito nel corso dell’intera notte tra lunedì e martedì, dall’1 alle 5, vale a dire negli orari in cui l’illuminazione pubblica è stata sospesa dal Comune come misura di contenimento dei costi delle bollette energetiche. E la razzia all’interno degli abitacoli è stata, si fa per dire, la minore fra le brutte sorprese, perché non è mancato nemmeno chi l’auto se l’è vista rubare sotto gli occhi».
Considerati i record negativi per cui Ravenna è in testa a tutte le classifiche per furti nelle abitazioni, la scelta di risparmiare sulla luce era apparsa da subito azzardata. Peraltro la decisione dell’Amministrazione de Pascale non trova imitatori. Sempre dalla stampa si ricava che è «Ravenna sola al buio in Romagna»: «Da Bologna a Rimini, infatti, nessun altro territorio ha deciso una misura così drastica». E si capisce bene perché: se ci voleva una immediata conferma i fatti di Ponte Nuovo ci stanno apposta per ribadire l’assurdità di una scelta politica fallimentare.
Come Ravenna in Comune abbiamo espresso la nostra ferma contrarietà per le conseguenze sul piano della sicurezza sia nella mobilità che nella tutela personale e delle proprietà. «È una misura che come Ravenna in Comune contestiamo duramente: meno illuminazione si traduce automaticamente in meno sicurezza. Quello della sicurezza, del resto, è un concetto che l’Amministrazione de Pascale non ha messo ancora bene a fuoco, se pensa che aggiungendo telecamere e togliendo panchine si dia più sicurezza ai cittadini mentre li si lascia a vagare nel buio della città e del forese».
Torniamo a chiedere un passo indietro a de Pascale: meglio risparmiare su qualche spreco (e ce ne sono) e su qualche iniziativa natalizia (tutt’altro che irrinunciabile) piuttosto che tagliare l’indispensabile illuminazione pubblica. Dopo tutto era stato lo stesso vicesceriffo Fusignani, una decina di giorni fa, a commentare la decisione di spegnere i lampioni, assicurando che: «nel caso di un acutizzarsi di fenomeni di criminalità, l’impostazione andrebbe rivista».”