Ieri mattina, 30 luglio, si è svolta la manifestazione di Marina di Ravenna contro l’imposizione manu militari (questa è proprio la richiesta di alcuni politici) di un rigassificatore davanti alla costa. Era la prima organizzata da quando il Commissario Bonaccini ha avviato la procedura amministrativa. In piena estate con temperature da record. Con una guerra in corso. In piena campagna elettorale. Che la manifestazione contro il rigassificatore potesse svolgersi, anche solo per questo, era già un’incognita. Peggio ancora dopo le minacce del Presidente del Consiglio. «Non è possibile protestare contro queste infrastrutture» aveva detto in Parlamento citando espressamente Ravenna e Piombino. Invece la manifestazione c’è stata, sotto l’occhio attento delle forze dell’ordine. Ringraziamo pertanto tutte e tutti coloro che vi hanno preso parte rispondendo positivamente anche al nostro appello. Ringraziamo anche, e soprattutto, il coordinamento ravennate della campagna Per il Clima-Fuori dal Fossile, Legambiente e i Fridays for Future per aver accettato la sfida.
Ieri sera si sono svolte anche le manifestazioni di Portoscuso e di Piombino, a riprova che la messa in rete dei movimenti è già funzionante benché la rete nazionale si sia appena costituita. Durante la manifestazione ravennate della mattina, poi, abbiamo ricevuto la chiamata di Augusta, che si è aggiunta a quelle provenienti da Piombino e Portoscuso. La manifestazione è servita anche a veicolare un messaggio corretto che tanta propaganda interessata a servizio della lobby del fossile cerca di occultare.
Non è vero che i rigassificatori sono indispensabili per tenere al caldo l’Italia il prossimo inverno: secondo gli stessi programmi di SNAM, per i prossimi due inverni il rigassificatore di Ravenna non potrà comunque essere operativo. Non è vero che i rigassificatori sono indispensabili per risolvere il caro bollette: anzi, faranno aumentare i prezzi perché il gas liquefatto arriva da lontano, da dove non lo portano i gasdotti, perciò costa di più sia come merce, sia per il trasporto nave, sia per le operazioni di liquefazione e rigassificazione, sia per le infrastrutture che dovranno essere realizzate dal niente. Non è vero che il gas aiuta la transizione verso le rinnovabili: è vero invece che accelera il danno (sia per la produzione di CO2 diretta che per la sua natura climalterante) e che distoglie gli investimenti sulle rinnovabili accaparrandosi i finanziamenti pubblici e privati. C’è ancora tanto altro ma questo almeno dalla manifestazione è uscito.
Ora Bonaccini e de Pascale la smetteranno finalmente di raccontare la storiella che, a differenza di altre realtà, a Ravenna tutta la comunità vorrebbe il rigassificatore come se averlo equivalesse a vincere un terno al lotto? Si provino ad organizzare anche loro manifestazioni nazionali in contemporanea nelle città in cui si vogliono imporre rigassificatori e depositi GNL e vedano il sostegno che riescono a raccogliere. A Piombino, tanto per cominciare, la protesta vede agitate anche le bandiere di quel PD a cui ancora sono iscritti il presidente dell’Emilia Romagna ed il sindaco di Ravenna. E a Marina, ieri mattina, se pur mancavano (ancora) quelle del PD, sventolavano le bandiere di partiti che con il PD governano in Regione e nel Comune.
Come Ravenna in Comune restiamo in campo. Pronte e pronti per la prossima iniziativa. Del resto, non c’è alternativa. Se non sono le cittadine e i cittadini a rivendicare il proprio futuro sostenibile e rinnovabile, non saranno certo i soliti profittatori, i poteri forti e i loro (non i nostri) rappresentanti nelle istituzioni a garantirglielo.