“Nei giorni e mesi scorsi, riguardo al porto, c’è stato tutto un fiorire di momenti celebrativi della conclusione dei lavori di quello che, volta a volta, è stato chiamato “Progetto Hub portuale Ravenna” o, più simpaticamente, “progettone”. A Ravenna sono appositamente giunti sia il Ministro che il Viceministro dei Trasporti, ha brindato il neo Presidente della Regione e quello passato, gran parte della Giunta comunale e stuoli di esperti nazionali ed internazionali in un convegno dedicato… I riflettori hanno illuminato il vertice dell’Ente Porto più volte intervistato ed anche premiato con il Timone d’Oro del locale Propeller Club. Ravenna in Comune dovrebbe dunque fare pubblica ammenda riconoscendo che, quando il nostro capogruppo in Consiglio Comunale sollevava dubbi sulla capacità di rispettare i tempi di realizzazione, le nostre riserve non erano giustificate. O invece lo erano?
Certo, non è mai venuta meno la nostra contrarietà rispetto a tanti aspetti del progetto. Continuiamo a criticare la realizzazione di un chilometro di banchine pensate ad hoc per trasferirvi un terminal container le cui prospettive di sviluppo non giustificano assolutamente la colata di cemento, la relativa spesa e l’aumento esponenziale di materiali di dragaggio da smaltire. Così come abbiamo considerato un grave errore non prevedere sin dall’inizio il cold ironing, cioè l’elettrificazione, al momento dei rifacimenti delle vecchie banchine. Siamo critici feroci degli ettari ed ettari cementificati con destinazione logistica sia per l’impatto ambientale che per l’assurdo economico che rappresentano. Non ci soddisfa il continuo rinvio dell’impianto di trattamento fanghi e l’eccessivo consumo di acqua della ipotesi progettuale presentata. Consideriamo totalmente sbagliata la seconda fase dei lavori che vorrebbero portare i fondali a -14,50 metri, ovvero a profondità non raggiunte se non a notevole distanza dall’ingresso delle dighe foranee, con spreco di risorse, indispensabilità di manutenzioni continue in mare aperto ed aggravamento del problema dello smaltimento dei fanghi di risulta.
Fermo restando tutto questo (ed altro ancora), però, su cui non facciamo nessun passo indietro, alla luce della dichiarata conclusione della prima fase dei lavori dovremmo riconoscere che sono stati ampiamente recuperati i ritardi accumulati. Ma, torniamo a chiederlo, i lavori si sono veramente conclusi per quanto riguarda l’approfondimento dei fondali a -12,50 metri sul livello medio mare davanti alle banchine portuali?
Interviste, premi, discorsi e tagli di nastro si accumulano. Ma, dall’altra parte, le dichiarazioni di alcuni grandi operatori portuali e, soprattutto, recenti disposizioni dell’autorità marittima, mettono in dubbio il raggiungimento del risultato. Citiamo da una recente intervista (Elena Nencini, “Ravenna, Vitiello: «Aspettiamo i lavori in banchina. Cereali strategici per l’hub»”, Setteserequi, 13 Dicembre 2024) a Riccardo Vitiello (amministratore delegato di Docks Cereali):
Domanda: «L’anno scorso aveva dichiarato che era necessario avere i fondali a -12.5 m. per essere competitivi. Adesso che ci sono cosa ne pensa?»;
Risposta: «Aspettiamo l’adeguamento e il rifacimento delle banchine (che peraltro sono state recentemente declassate dalla Capitaneria di porto a -10.20-10.50). Se i -12.50m sono solo in mezzo al Candiano le navi in arrivo non possono attraccare. Per il momento è inutile per noi e per buona parte degli operatori».
In effetti, più ancora di qualunque taglio di nastro, fa testo per considerare raggiunto l’obiettivo della conclusione dei lavori l’adeguamento della cosiddetta “ordinanza accosti” della Capitaneria di Porto, nella quale vengono individuate le dimensioni massime delle navi ed i relativi pescaggi in relazione alla possibilità di accostare alle singole banchine (distinguendo tra condizioni di marea e di navigazione diurna/notturna). Ora accade che nessun aumento di tali dimensioni/pescaggi sia intervenuto rispetto alle condizioni stabilite precedentemente lo svolgimento dei citati lavori. Non solo, con ordinanza 162/2024 del 17 ottobre 2024, la Capitaneria di Porto, citando «le comunicazioni datate 11.10.2024 con la quale l’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna ha comunicato ai terminalisti interessati la “presenza di possibili problematiche riguardanti i fondali”» ha ridotto «il pescaggio massimo delle navi in entrata ed uscita nel/dal porto di Ravenna, destinati ai terminal elencati nell’allegato». Questi sono:
Alma Petroli, Terminal Nord, Marcegaglia (Bitte 1-13), Yara lato mare, Yara lato Ravenna, Sapir Sezione 7-10, Sapir (16,17), TCR (Bitte 11-29), Docks Cereali ex Cap, Docks Cereali (bitte 8–15), Eurodocks.
Alla luce di quanto sopra non crediamo vi siano le condizioni da parte di Ravenna in Comune per fare pubblica ammenda. Domandiamo piuttosto all’Assessora al Porto Annagiulia Randi di rispondere ad una domanda semplice:
«Quando vi saranno le condizioni perché da parte della Capitaneria di Porto venga emanata un’ordinanza che permetta l’attracco alle banchine del porto di un naviglio di dimensioni/pescaggio maggiori di quanto già consentito prima dell’inizio dei lavori di quel “progettone” che ora da lei stessa viene dichiarato concluso?».
Ravenna in Comune, la comunità portuale e l’intera collettività ravennate hanno urgenza di sapere se e quando la cosiddetta prima fase del “Progetto Hub portuale Ravenna” sarà veramente terminata.”