“Finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo. O, più correttamente, un respiro che contiene meno PM10 delle ultime settimane. Poiché le previsioni per ieri (giorno di controllo), oggi e domani sono di non sforamento dei limiti di legge, è rientrato almeno per il momento l’allarme e conseguentemente sono cessate le misure collegate all’emergenza. In Emilia erano in vigore dal 20 dicembre e in Romagna dal 22 dicembre. Ininterrottamente. D’altra parte, da allora, solo in tre occasioni la centralina di Ravenna in via Zalamella non aveva sforato il limite dei 50 µg/m3 di PM10 e giusto per un pelo. Queste le rilevazioni: 22/12 (64 µg/m3); 23/12 (62 µg/m3); 24/12 (75 µg/m3); 25/12 (64 µg/m3); 26/12 (43µg/m3); 27/12 (47 µg/m3); 28/12 (52 µg/m3); 20/12 (62 µg/m3); 29/12 (66 µg/m3); 30/12 (54 µg/m3); 31/12 (46 µg/m3); 01/01 (85 µg/m3); 02/01 (63 µg/m3). Poi, finalmente, il 3 gennaio si è ridiscesi ad un valore di 19 µg/m3 con previsioni di non sforamento almeno sino a venerdì prossimo. Si è dunque superato nel 2022 anche il numero massimo di sforamenti “consentiti” (35) oltrepassando per 37 volte il valore massimo nella centralina di Via Zalamella.
Come si è visto, del resto, il giorno di Capodanno proprio questa centralina ha toccato il valore record di 85 µg/m3 di PM10. Un record regionale in quanto non raggiunto in nessuna altra località in Emilia Romagna. E poiché restano presenti le cause di tutto ciò, rappresentate principalmente dal fatto di bruciare metano, benzina ed altre energie fossili in abitazioni, uffici, negozi, industrie e mezzi a motore, le speranze che l’attuale abbassamento dei valori sia duraturo è affidato unicamente al meteo.
Ci sarebbe piaciuto che il Sindaco avesse rivolto almeno un pensiero a questo tema nelle interviste di fine anno. Invece quel famoso “cambio di passo” che aveva evocato, al momento di chiedere (e ottenere) dal Consiglio Comunale nel 2019 un voto per dichiarare l’emergenza climatica, si è smarrito per strada. Né c’era da aspettarsi diversamente da un’Amministrazione che celebra come se fosse una festa l’idea di estrarre gas sempre più vicino alla linea di costa, di impiantare un rigassificatore davanti alle spiagge turistiche e di nascondere sotto terra la CO2 che tutto questo produce.
Un’ultima nota polemica. Come detto, durante le giornate che hanno preceduto e seguito il 31 dicembre, erano pienamente in vigore le misure emergenziali di cui all’Ordinanza Comunale n.1730 del 13 ottobre 2022. Tra queste figura l’assoluto divieto di “tutte le combustioni all’aperto” (punto 5.6), dunque anche quello dei cosiddetti “botti” di fine anno. È comprensibile, in quanto il particolato con diametro di 10 e 2.5 micron, generato durante la combustione, rimane sospeso in aria. Nei giorni precedenti come Ravenna in Comune avevamo espressamente chiesto al Sindaco di adottare un provvedimento ad hoc per impedire gli “sparamenti dei fuochi” che invece de Pascale, come per gli anni passati, non ha ritenuto di emanare. Essendo però entrate in vigore le misure emergenziali erano comunque vigenti i divieti da queste previste, compreso quello di sparare i botti. Nessun richiamo in tal senso è venuto dal Sindaco nonostante il ruolo da lui rivestito. Nessuna irrogazione di sanzione ai contravventori (probabilmente ignari e in buona fede) risulta applicata. Ravenna è stata “premiata” dal record regionale in PM10. Si tratta di una “medaglia” di dubbio valore che il Sindaco “merita” di vedersi riconosciuta. “