“Mercoledì scorso, l’11 dicembre, si è tenuta la commissione di discussione della petizione per la salvaguardia dei pini di via Maggiore a Ravenna. Già si era tenuta quella per cercare di evitare l’abbattimento dei pini di Viale Romagna a Lido di Savio. Si può dire che da entrambe è emerso l’assoluto disprezzo della Giunta de Pascale per l’ascolto della cittadinanza. E ciò indipendentemente dal tema portato all’attenzione. Con un di più di presa in giro messo in opera dall’assessore di turno (de Pascale evita proprio di sporcarsi le mani facendosi vedere).
Questa volta è toccato all’assessore Gallonetto, assessore alla riforestazione di una Amministrazione che già sta tirando le cuoia, col Sindaco eletto già trasferito armi e bagagli in Regione, una Giunta in procinto di entrare in modalità “solo atti di ordinaria amministrazione” e comunque morta e sepolta dalla prossima primavera (come il Piero di De André), promettere il nulla sotto vuoto spinto:
«Via Maggiore non rimarrà mai senza alberi. Mai. Se poi chi viene dopo di me, dopo questa Amministrazione o chiunque altro farà diversamente… ma finché c’è questa Amministrazione, finché io potrò esprimere la mia opinione come soggetto politico e rappresentante politico o amministrativo di questa Giunta, lo ripeto, Via Maggiore non rimarrà mai senza alberi». Come dire, parlare senza dire nulla.
E nel garantire che gli abbattimenti andranno perciò avanti, a prescindere dalla volontà popolare, di cui a lui “come soggetto politico e rappresentante politico o amministrativo” non importa assolutamente nulla, aggiunge alcune perle di autentica “saggezza”: «L’importanza è ripiantumare, non è “ripiantumare soltanto che cosa”, se ci perdiamo se è meglio metterci una scarpa o un vestito o un’altra cosa, noi finiamo per dilatare e ritardare le ripiantumazioni». Meglio abbattere in fretta i pini e sostituirli prontamente con una boutique, dunque? No, rassicura Gallonetto, anche se «Purtroppo non tutti gli alberi si prestano in qualunque situazione ad essere quelli attuali. Dopo sono anche scelta di politica prettamente dedicata non certo al sottoscritto che non ha titoli abilitativi ma di confronto con i nostri tecnici».
Qualunque cosa questo voglia dire (e secondo noi nemmeno Gallonetto è in grado di dare un senso a sé stesso) la sostanza è che dei 117 pini di via Maggiore ne sono rimasti solo 57 e verranno tirati giù tutti, anche i superstiti, proprio per volontà di Gallonetto “come soggetto politico e rappresentante politico o amministrativo”. E questo nonostante ci siano «Circa 5000 cittadini che non accettano di perdere un immenso patrimonio arboreo pubblico solo perché ad un certo punto, nel delirio generalizzato di abbruttimento culturale e di cancellazione dell’identità dei centri urbani, si è deciso che il pino italico debba essere bandito dalle città, persino da Ravenna che lo porta nel proprio stemma dal 1509» come fa presente il Gruppo “Salviamo gli Alberi” che ha promosso la petizione discussa in Commissione.
A nulla valgono gli esperti, per quanto necessari visto che Gallonetto “non ha titoli abilitativi”, in grado di garantire che:
«La soluzione migliore è mantenere il pino, che si può adattare alle situazioni climatiche attuali. Vanno studiate le soluzioni: ci sono metodi che consentono di eliminare i conflitti tra alberi, automobilisti e ciclisti. Si può intervenire con soluzioni tecnologiche che costano poco e consentono per anni di avere strade e marciapiedi in sicurezza».
Ravenna in Comune biasima sia l’atteggiamento che le prese di posizione di un Assessore e di una Giunta, oltre che del centrosinistra che li esprime, appiattiti tutti dietro l’odio di de Pascale per gli alberi ed i pini in particolare. Lo ha dichiarato lui per primo, il Sindaco che faceva campagna elettorale sproloquiando di voler realizzare la più grande riforestazione dal dopoguerra, che:
«Il pino non è idoneo all’ambito urbano. Bisognerà arrivare alla loro sostituzione, non ripiantandoli quando vengono rimossi».
Non è vero. Il pino, come chiarito da chi i titoli per parlare li ha, è adatto all’ambito urbano come qualunque altro albero. Occorre solo rispettare il Regolamento del Verde che la stessa Amministrazione che li vuole eradicati ha emanato. Nessuno è in grado di sopravvivere a lungo con un sacchetto di plastica in testa e nemmeno agli alberi fa bene trovarsi le radici affogate nell’asfalto e nel cemento. Come Ravenna in Comune siamo al fianco delle cittadine e dei cittadini che continuano la lotta contro l’arrembante stupidità politica di soppressione di una specie arborea. Ci impegniamo a dare rappresentanza a queste istanze anche dentro le Istituzioni quando saremo tornate e tornati in Consiglio Comunale.”