“La macchina della propaganda è in azione ancora una volta. Bonaccini, de Pascale, la lobby del fossile, alcuni sindacalisti, tutti a ripetere ossessivamente il mantra che ci vuole, anzi, è proprio indispensabile, un rigassificatore. Ma non bisogna dimenticarsi delle altrettanto indispensabili estrazioni di gas. E poi (vuoi mai scordarlo?) a Descalzi piace tanto una costosissima discarica di CO2. A Ravenna c’è posto per tutto, dicono intervistati uno dopo l’altro da una televisione e un giornale dopo l’altro. Si può perfino trovare un po’ di spazio per metterci le rinnovabili, quel tanto da insaporire l’immangiabile pietanza, a condizione, s’intende, che non ostacolino l’inarrestabile avanzata del fossile.
È propaganda, non è informazione questa, lo sappiamo bene. Ma ripetuta in continuazione fa i suoi danni. Sappiamo anche questo. Lo abbiamo visto durante la pandemia e lo rivediamo ora durante la guerra. Formano l’opinione. Le voci che esprimono un pensiero differente non trovano spazio, per cui è come se non esistessero. Però esistono lo stesso.
Ravenna in Comune esprime una posizione molto differente da quella che la propaganda a senso unico presente come l’unica possibile.
Legare Ravenna al fossile senza avviare immediatamente l’operazione di riconversione alle energie rinnovabili significa preparare un futuro, a breve, di rottami arrugginiti in mezzo al mare e di disoccupati lasciati a terra. Accettare supinamente che i rischi che comporta l’attività di rigassificazione vadano ad aggiungersi a quelli già terrificanti della Ravenna mappata dalla Direttiva Seveso, è di per sé sconsiderato. Trascurare gli effetti climalteranti prodotti dal metano e dalla CO2 dopo aver dichiarato l’emergenza climatica è, per non dir altro, da sprovveduti se in buona fede, da traditori della collettività se in cattiva fede. Disinteressarsi dell’abbassamento dei territori indotto sia dalla modifica climatica (accelerata dal gas) che dalla continua estrazione (dello stesso gas), dopo aver promesso di chiudere almeno le piattaforme più vicine alla costa, è rivelatore dei veri interessi che stanno loro dietro. Stendere il tappeto a qualunque richiesta di ENI, compreso il più grande deposito al mondo di CO2 ad un costo inarrivabile e solo per poter raccontare da parte di ENI che si può continuare a spremere il fossile come sempre, chiarisce una volta per tutte chi comanda in città. Eccetera eccetera.
Ravenna in Comune non è sola. C’è una Ravenna che si oppone e quindi non è affatto vero che tutto il territorio aspetta come se fosse manna un “accidente” di rigassificatore, nuove perforazioni e la discarica di CO2. Fridays for Future, Legambiente, il coordinamento di Per il Clima Fuori dal Fossile ripetono la stessa opposizione. E così altre associazioni, cittadine e cittadini. Anche alcune forze politiche parlano apertamente di opposizione. E ce ne sono perfino alcune che, pur essendo parte integrante delle maggioranze regionali e ravennati stanno cominciando, seppur timidamente, a distanziarsi dalla narrazione propagandistica dei Bonaccini e dei de Pascale.
Lo ribadiamo anche noi con la stessa continuità che contraddistingue la propaganda pro-fossile. Reclamiamo da subito la costruzione del futuro. Ma anche la risposta alle necessità energetiche di oggi non la dà il gas. Anche per nuovo gas occorrerebbe lo stesso tempo che per nuove rinnovabili, che si continuano a tenere al palo apposta (i ritardi su AGNES dovrebbero dir qualcosa). Ravenna in Comune chiede che si candidi immediatamente Ravenna a capitale delle energie rinnovabili e della chimica verde. Chi rivendica nuove estrazioni, nuova discarica CO2 e nuovo rigassificatore parla a nome dei grandi interessi ma non di quelli della cittadinanza. Per centrodestra e centrosinistra il gas deve continuare ad avere la precedenza su tutto il resto ma c’è una maggioranza della cittadinanza che si è stufata di loro e pretende da subito il via libera alla transizione alle rinnovabili. De Pascale e Bonaccini se ne facciano una ragione: non ci rappresentano!”
Ravenna in Comune