Venerdì il Ministero della pseudo Transizione Ecologica ha annunciato lo sblocco delle nuove estrazioni attraverso l’approvazione del cosiddetto PITESAI (il piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee). Era quanto richiedeva la lobby del fossile che è stata accontentata: la transizione infinita si alimenterà di altro gas fossile. Sarà possibile riavviare prospezione ed estrazioni sia su terra che offshore. Quello che era già in funzione, del resto, non aveva mai subito fermate. È subito iniziato il giochino al rialzo incentrato sul “bene, ma non basta, vogliamo di più”.
In testa alla lobby del gas, come sempre, il Sindaco di Ravenna, sempre più rappresentante solo di chi pare a lui e, certo, non di tutta la comunità ravennate. In una intervista appena uscita ha dichiarato:
«Il Pitesai è un piano sbagliato all’origine di cui il ministro Cingolani ha potuto solo contenere i danni, tant’è che ha più volte annunciato che il governo starebbe studiando un provvedimento per aumentare la produzione nazionale» per «raddoppiare la produzione nazionale di gas metano che dagli attuali quattro miliardi di metri cubi, può arrivare almeno a 8 miliardi di mc».
Siamo stufi di sentire raccontare frottole per cui aumentando la produzione nazionale diminuirebbe il costo del gas. Il gas già oggi è venduto dalle aziende italiane all’estero ricavando extra profitti che nessuno tassa. Anzi, continuano i provvedimenti della fiscalità che avvantaggia il fossile. Una immediata riconversione alle rinnovabili è indispensabile per il lavoro, per il pianeta e, anche, per la sopravvivenza economica delle attività produttive no oil e della cittadinanza. Ieri abbiamo manifestato in tutta Italia per ottenerlo. A Ravenna si è tenuto un presidio nella campagna di Casalborsetti dove sorge la centrale ENI alimentata a gas. La stessa centrale dove sta iniziando la sperimentazione di cattura della CO2 attraverso cui ENI e soci vogliono rendere eterna la produzione di energia ottenuta bruciando combustibili fossili. Altro che transizione.
Ravenna in Comune era presente alla manifestazione di Casalborsetti ieri, come in Piazza Kennedy il 12 maggio dell’anno scorso e come lo sarà in tutte quelle che verranno. Meglio stare fuori dal Palazzo che barattare un posto in maggioranza con la perdita della credibilità e della coerenza. Nessuno ci regalerà niente. La lotta continua.