“La settimana scorsa non c’è stato l’OMC. Anche il raduno dei più potenti tra i potenti, i ras dell’energia fossile, si è dovuto inchinare all’emergenza in corso. Del resto, nelle giornate di previsto svolgimento, la chiusura del ponte sullo scolo Lama di via Trieste avrebbe impedito l’accesso dei partecipanti a quella che sarebbe stata l’edizione del trentennale. Il tema di quest’anno? “Rimodellare l’industria energetica: azioni per la transizione, una ‘giusta transizione’ che coinvolge tutto il Mediterraneo”. Cosa considerino “giusta transizione” i signori dello sfruttamento del fossile, petrolio metano e così via, è ben noto: continuare esattamente come adesso perché i soldi in ballo sono troppi per permettersi di rinunciarvi. Ovviamente tocca indorare (“inverdire”) il messaggio con tanto “buon” greenwashing, raccontando che intanto si ricercano nuovi modi innovativi per produrre energia. Ad esempio, negli anni scorsi sono stati fatti vedere simpatici modellini per ricavare energie dal moto ondoso: ennesimo caso di ipotesi di studio che dura solo il tempo di un convegno. E poi, naturalmente, c’è quella meraviglia del CCS (Carbon Capture and Storage) che racconta di risolvere il problema della CO2 originata dalla combustione del fossile nascondendola sotto il tappeto, pardon, sotto terra. Metodo che colleziona fallimenti in tutto il mondo (Islanda fa eccezione ma anche il sottosuolo islandese è unico) a costi spropositati e rischi non preventivati. Ma che tutte le grandi compagnie sono ben liete di sponsorizzare perché consente loro di lavarsi la coscienza mantenendola sporca. Fuor di metafora: raccontano di aver trovato il sistema per continuare a ricavare energia dal fossile senza che i gas serra aumentino… solo che non è vero! E poi ci sono le rinnovabili, naturalmente, perché la storiella è quella che rappresentano il lontano futuro che le energie fossili “aiutano” a traguardare. Peccato che ogni risorsa economica, ogni sforzo scientifico, ogni agevolazione normativa resti appannaggio del fossile e le rinnovabili restino ferme al palo. Ne fa prova il progetto AGNES per l’eolico e il solare al largo, impegnato da anni in una procedura che per il rigassificatore, invece, si è conclusa in 120 giorni saltando a piè pari VIA e RIR.
Se ci fosse stato l’OMC, tra i partecipanti ai vari panel ci sarebbe stato l’immancabile Claudio Descalzi, appena riconfermato amministratore delegato di ENI, e poi quel Tarek el-Molla, ministro del Petrolio egiziano, che all’OMC è praticamente di casa. Tanto di casa che più volte abbiamo chiesto, senza successo, che il Sindaco si rifiutasse di parteciparvi per dimostrare un minimo di coerenza con le più volte affermate (ma non praticate) manifestazioni di solidarietà con i casi Regeni e Zaki. Ed è abbastanza paradossale che proprio questa volta il Sindaco non ci sia andato ma senza riguardo alla lotta per i diritti umani calpestati dall’Egitto o alla più volte annunciata svolta verso energie pulite mai realmente compiuta. Fatto sta che l’OMC, nato 30 anni fa come vetrina del settore dell’energia e delle tecnologie per l’industria dell’oil&gas, la settimana scorsa non si è tenuto a causa degli effetti prodotti proprio dal consumo dell’energia che sponsorizza. Quell’oil&gas che è la maggior causa dei gas serra che innalzano la temperatura del pianeta, producendo devastazioni climatiche come quella di questi giorni in Romagna, ha fermato proprio l’esposizione che lo promuove nel mondo. Certo, sarebbe stato anche peggio se, nonostante l’accaduto, l’appuntamento al Pala de André si fosse svolto come nulla fosse.
Eppure sarà così in autunno. Giusto in tempo per la concomitanza con gli inevitabilmente attesi prossimi eventi “eccezionali”. Ravenna in Comune ricorda infatti alla politica locale “distratta” che a novembre 2022 c’era già stata “l’eccezionale” e distruttiva mareggiata che aveva colpito (e affondato) le località costiere prima di quella del gennaio di quest’anno. O dobbiamo ricordare le gelate “eccezionali” dello scorso aprile? Oppure il fatto che prima dell’ultima alluvione, un’altra alluvione “eccezionale” aveva mandato a fondo la Romagna ad inizio mese? Quando si sfiorano gli interessi della lobby dell’oil&gas, la memoria, purtroppo, per certa politica, sia di centrodestra che di centrosinistra, tende a smarrirsi. Ed anche la verità sembra perdersi per strada quando sentiamo raccontare che la responsabilità del disastro andrebbe attribuita non agli illustri frequentatori dei panel dell’OMC ma, incredibilmente, agli ambientalisti. Proprio quelle donne e quegli uomini che da anni avvisano sulle conseguenze catastrofiche che produce la mancata transizione alle energie rinnovabili sono divenute/i il capro espiatorio improbabilmente additato quale responsabile del disastro. Assieme alle nutrie e agli alberi.
Ravenna in Comune continuerà a richiamare alla protesta contro chi preferisce il vantaggio di pochi privilegiati alla salvezza di tutti noi e dei nostri figli. Chi manifestava in luglio a Marina di Ravenna contro le assurde politiche di rigassificazione, ha trovato maggior compagnia in settembre nella partecipata marcia fino a Punta Marina e ancor di più nella manifestazione nazionale per le vie di Ravenna del 6 maggio scorso. Siamo tante e tanti e l’opposizione cresce, accompagnata purtroppo dalla crescita in numero ed intensità anche dei cosiddetti eventi climatici “eccezionali”. Oggi diamo una mano a scavar via il fango, pronti dai prossimi giorni a riprendere la lotta.”