Il direttore generale dell’Auslona e il pronto soccorso di Ravenna sono tutt’uno. Abbiamo sentito Carradori rammentare «che era arrivato a Ravenna nel 2004 mentre c’erano le barelle in corridoio e che se ne era andato nel giugno 2012 dopo avere inaugurato il mese precedente il nuovo Pronto Soccorso». Subito dopo il suo rientro, nel 2020, a capo dell’ASL Romagna, ecco «che di nuovo si è trovato a fronteggiare una situazione di emergenza sempre nello stesso reparto». Quale soluzione? Strutturale: «una ristrutturazione e un ampliamento che dovrebbe finalmente risolvere i problemi strutturali del Pronto Soccorso ravennate». È chiaro che dichiarare dopo neanche dieci anni dall’inaugurazione l’obsolescenza di quello che era il nuovo pronto soccorso comporterebbe di necessità quanto meno una critica ragionata alle decisioni dei vertici locali della sanità. Questo però non si è fatto, comprensibilmente: avrebbe significato contestare lo stesso Carradori e il partito che da decenni gestisce risorse e programmazione nella nostra Regione, cioè il PD attraverso le figure istituzionali che in tutto questo tempo ha espresso.
Piuttosto la velina passata ai giornali ad inizio 2021 recitava: «Entro un anno e mezzo, massimo 2 anni, il nuovo Pronto Soccorso di Ravenna ampliato sarà operativo. Entro i successivi 2 anni, tutta l’operazione sarà completata, con la messa in funzione anche del nuovo blocco operatorio. La scommessa è arrivare alla ultimazione dei lavori entro il mandato dell’attuale Direttore Generale dell’ASL Romagna Tiziano Carradori. Scommessa che tutti sono convinti di vincere». Alla conclusione ci sarà un nuovo edificio su più piani comprensivo, oltre che del nuovo pronto soccorso, di sale operatorie e terapia intensiva. Da concludersi in tempo utile almeno per consentire a Carradori una bella nuova inaugurazione con tanto di taglio del nastro a cura delle Istituzioni che a quel tempo saranno in carica.
«Scommessa che tutti sono convinti di vincere» recitava la velina nel 2021. Ad oggi però i tempi sembrerebbero già andati oltre. Dichiara infatti la nuova direttrice dell’Ospedale, subito dopo la classica rassicurazione («Siamo nei tempi») che i lavori in corso non potranno essere dichiarati conclusi prima di altri due anni a partire da questo («La fine è prevista per il 2024»). Come Ravenna in Comune riteniamo opportuno ottenere un chiarimento dalle Istituzioni sanitarie e politiche circa l’effettiva operatività del nuovo pronto soccorso. Il primo step che era stato indicato, cioè max entro i primi mesi del 2023 (lasciamo perdere l’ipotesi 2022…), appare francamente fuori portata. È realistico il settembre 2023? O piuttosto il luglio 2024? Queste le date circolate. O ci toccherà anche questa volta un bell’hastag: #finiteilprontosoccorso come per il ponte di Savarna (#finiteilpontediSavarna)? In ogni caso ricordiamo che, a dispetto delle azzardate dichiarazioni («L’ampliamento dovrebbe finalmente risolvere i problemi strutturali del Pronto Soccorso ravennate») i problemi del pronto soccorso non si risolveranno costruendone uno nuovo ogni volta che Carradori ritorna al comando perché sono legati al personale e questo non riempirà magicamente gli spazi entro le nuove mura in assenza di una programmazione dedicata. Cosa si sta facendo per adeguare gli organici? E Per fare in modo che le prestazioni ordinarie, oggi prenotabili solo ad eoni di distanza, non gravino impropriamente ma comprensibilmente sul pronto soccorso? A nome della cittadinanza restiamo in attesa del dovuto chiarimento. Crediamo sia comprensibile che chi ha conosciuto i tempi in cui la nostra sanità era di eccellenza faccia molta fatica ad accettare quelli attuali. E ciò nonostante l’elevata capacità di sopportazione tipica del nostro territorio, fin qui disposto a reiterare la fiducia nei confronti di quel PD che la nostra sanità pubblica ha contribuito (e sta contribuendo) a massacrare per la gioia di quella privata.