“A quattro mesi dell’alluvione de Pascale continua a lasciar costruire dappertutto come se non ci fosse mai stata. Il 5 settembre la Giunta ha approvato in una botta sola ben due Piani Urbanistici Attuativi, di quelli che dovevano essere messi in soffitta dalla famosa legge urbanistica regionale sul consumo di suolo zero, la n. 24 del 2017. Tutta una balla quella che avrebbe comportato lo stop alla cementificazione. Come Ravenna in Comune segnalammo la truffa ampiamente prima e poi ancora dopo l’approvazione della nuova normativa. Dimostra per l’ennesima volta, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto siano lontani dal vero i Bonaccini e i de Pascale quando ne magnificano gli intenti.
Ce lo ricordiamo ancora il Sindaco che ordina l’evacuazione immediata? Bene, tra i territori interessati c’erano anche quelli colpiti dalle disposizioni di abbandono immediato disposte per “Fornace Zarattini” e per “le case sparse lungo la Marabina fino ad arrivare a Lido di Dante”. Li citiamo giusto per ricordare il recente passato anche agli Assessori che la settimana scorsa, con la sola assenza di Randi e Costantini, non hanno avuto esitazioni a dare la loro approvazione al “PUA 2° stralcio del comparto S15 a Lido di Dante” (384/2023) e al “PUA di cui alla scheda di POC P11 a Fornace Zarattini” (386/2023).
Ravenna in Comune aveva chiesto «al Comune di Ravenna di sospendere, meglio ancora bloccare, il rilascio di nuove autorizzazioni che implichino un incremento del consumo di suolo. Invita a prendere in considerazione con immediatezza l’esigenza di non dare per scontato che a ogni demolizione di superfici già edificate debba corrispondere altra cementificazione. Sollecitiamo di valutare caso per caso l’opzione della non ricostruzione e della ridislocazione degli abitati travolti dalle alluvioni di maggio. Proponiamo di contemplare l’annullamento in autotutela di autorizzazioni già rilasciate in relazione a costruzioni da realizzarsi in aree dove è grave il rischio di sommersione negli eventi alluvionali. È urgente l’introduzione di misure che disincentivino l’inutilizzo del costruito e ne agevolino l’immissione nel mercato degli affitti calmierati. Chiediamo a chi è stato/a eletto/a su una piattaforma che prevedeva la rinuncia a nuove costruzioni di opporsi in maniera esplicita ad ogni ulteriore lottizzazione e ad uscire dalla maggioranza che le propone qualora ne sia parte». Poiché si tratta di questioni di estrema urgenza, la nostra sollecitazione era stata che le nostre richieste di moratoria fossero fatte oggetto della riunione del Consiglio Comunale già convocata.
Ieri, 14 settembre, si è svolto il Consiglio Comunale. La nostra sollecitazione non ha ricevuto riscontro alcuno. La Giunta Comunale del 5 settembre, d’altra parte, aveva già risposto coi fatti andando in direzione opposta a quanto richiesto da Ravenna in Comune. Non si sta facendo assolutamente nulla per invertire quella tendenza al record nella impermeabilizzazione del suolo che ISPRA assegna ogni anno a Ravenna. Si continua a non capire cosa significano le parole “cambiamento climatico” che il Sindaco si è messo in bocca in fretta e furia pensando solo a come nascondere le responsabilità dell’Amministrazione Comunale nell’evento alluvionale. Il timore è che il prossimo evento estremo provveda a modo suo a fornire, non richiesto, un drastico chiarimento lessicale”.
Ravenna in Comune