“Il Coordinamento per il Clima – Fuori dal Fossile ha appena lanciato un appello alla formazione di un’alleanza vasta rivolto a cittadine e cittadini, associazioni della società civile, della vita politica e del lavoro. L’intento è di costituire un luogo di ragionamento e opposizione. «Bisogna che le cittadine e i cittadini di Ravenna si facciano sentire, che scendano in strada assieme a noi, che dicano di non essere disponibili a sacrificare il loro ambiente, la loro salute e il futuro delle generazioni future agli interessi dei padroni del gas».
Tutto quanto scritto nell’appello pubblicato è condivisibile e rispondente ai valori e ai progetti che hanno contraddistinto l’esperienza di Ravenna in Comune fin dalla sua nascita nell’ormai lontano 2015. Dunque aderiamo volentieri all’appello che riportiamo integralmente sul nostro sito ed invitiamo alla più larga condivisione. In particolare mettiamo in evidenza la totale assenza di democrazia che sta contraddistinguendo anche questo passaggio decisionale imposto al nostro territorio.
Come abbiamo già scritto, la stessa scelta di imporre un commissario “alla rigassificazione” ed identificarlo in un soggetto, il presidente della Regione, che già aveva dato una disponibilità incondizionata alla installazione di una nave rigassificatrice davanti a Ravenna, rende non credibile la dichiarata volontà di “sentire” la popolazione. Nessuna procedura di valutazione dell’impatto del rigassificatore sul territorio è prevista in quanto le regole ordinarie verranno derogate. Né il Sindaco, che ha immediatamente accettato ad occhi chiusi nomina del commissario e una procedura che non consente di vagliare i rischi per il territorio, è a sua volta credibile come rappresentante della comunità. Entrambi, Bonaccini e de Pascale, rappresentano solamente gli appetiti di quella parte di città che mette davanti i propri interessi odierni alla prospettiva di un domani sostenibile sia per il nostro territorio che per il pianeta. Pochi individui con enorme capacità di condizionare la politica. Pochissime persone trarranno vantaggio economico in quanto, come già aveva chiarito il Sindaco (prima di dimenticarsene dopo la nomina di Bonaccini), il rigassificatore è alternativo non solo alle rinnovabili ma anche alle estrazioni di gas nazionali. Si conteranno dunque sulle dita di una mano i beneficiari di una scelta assurda.
A livello di contributo alla riflessione, ci permettiamo di aggiungere solo un paio di elementi all’appello.
Uno è costituito dallo stretto vincolo tra l’installazione del rigassificatore e la guerra ucraina. Non sfugge come la seconda sia stata sfruttata per provare a “vendere” all’opinione pubblica una scelta che, benché priva della capacità di far fronte ad una eventuale emergenza odierna, è millantata come indispensabile proprio a questo fine. A Ravenna nessuno nega che prima di due anni abbondanti non potrebbe essere funzionante alcun rigassificatore, eppure il motivo resta quello di far fronte all’emergenza del prossimo inverno! Dunque, è evidente che l’appello deve avere in sé anche l’opposizione a tutte le azioni che cercano di far durare il più a lungo possibile il conflitto. Una pace giusta e compatibile con il nostro dettato costituzionale è obiettivo irrinunciabile di qualunque alleanza vasta si proponga di raggiungere gli scopi dell’appello.
L’altro elemento è, ovviamente, la coerenza dei comportamenti rispetto agli obiettivi dell’appello. Ferma restando l’esigenza che l’alleanza sia vasta, ha tuttavia un perimetro naturale. Non è possibile ripudiare la guerra se, paradossalmente, la si alimenta con gli armamenti. Allo stesso modo non è credibile il rifiuto del rigassificatore da parte di chi partecipa alla coalizione politica che lo promuove.”