Sulla vergognosa macellazione dei daini di Classe (e non solo) alla fine la risposta è arrivata. Alla fine del mese scorso avevamo chiesto alle istituzioni di fornire chiarimenti urgenti su un bando che non parla esplicitamente di una ricerca volta a trovare l’aiutante di Jack lo Squartadaini ma calcola il valore degli animali un tanto al chilo. Una bistecca di daino da 4 euro al chilo avrebbe insospettito chiunque.
Come al solito la risposta non è diretta. Da tempo le istituzioni, qualunque istituzione, non sentono il bisogno di confrontarsi con la cittadinanza, organizzata o meno. Niente confronto: molto meglio, pensano, una velina da girare alla stampa. Così il comunicato emesso dall’Ente Parco si limita ad esplicitare che la carneficina ci sarà perché era già stato deciso da tempo. A nulla valgono le ripetute affermazioni dell’Assessore regionale Mammi circa i cosiddetti metodi incruenti da adottare. Invece di abbatterli sul posto verranno spostati vivi nel luogo dove verranno poi macellati. Un voltafaccia vergognoso presentato con una parimenti vergognosa faccia da… schiaffi.
L’allarme lo avevamo dato da tempo ed avevamo lasciato accesi i riflettori dalla emanazione da parte della Giunta regionale della delibera di “eradicazione” 140 del 1° febbraio 2021. Soprattutto sono i gruppi ora riuniti nella Rete delle associazioni a tutela dei daini di Classe e Lido di Volano ad aver sempre mantenuto l’attenzione su quella che, altrimenti, sarebbe stata fatta passare per una pratica burocratica al pari di molte altre.
Ravenna in Comune si oppone da tempo all’atteggiamento delle Istituzioni, tutte, dalla Regione alla Provincia, dal Comune all’Ente Parco, ognuna per le competenze nel tempo acquisite e anche perse, nei confronti della comunità dei daini. Molte pecche ha il procedimento che ha condotto ai passi resi noti oggi, sia in azioni compiute che, soprattutto, in quelle non compiute. Le abbiamo citate molte volte una per una. Ma non è il profilo della illegittimità giuridica su cui intendiamo soffermarci oggi. Quello lo lasciamo a chi, molto meglio di noi, porterà avanti la battaglia nelle aule di tribunali e negli uffici delle procure della Repubblica.
Ravenna in Comune dichiara l’illegittimità della decisione di massacrare la comunità di daini perché questa decisione non è accettabile nella nostra società. Pur in mezzo a tante contraddizioni anche la nostra comunità ravennate è diversa da quella che si figurano le nostre istituzioni. E questa macellazione letteralmente gratuita (il canone di partenza indicato nel bando è zero) è in stridente contrasto con il nostro attuale sentire, con la sensibilità diffusa. Non si possono “eradicare” i daini come se fossero un virus. Non si possono cancellare i daini come se fossero il comma di un articolo di una circolare amministrativa. Ma se le istituzioni appannate attribuiscono maggior valore ai commi e agli articoli (non già delle leggi, ma come fa l’Ente Parco, ad esempio, dando la responsabilità a linee guida dell’Ispra e a piani venatori regionali) si ricordino allora che anche il sentire giuridico della nostra comunità è cambiato. Perfino nella Costituzione da quest’anno ha trovato posto la tutela degli animali.
Fermiamo la mattanza. Ricordiamo dove a Ravenna si può firmare la petizione contro lo sterminio dei daini della Rete delle associazioni a tutela dei daini di Classe e Lido di Volano: è possibile sottoscriverla presso il ristorante Amaranto in via Mura di San Vitale 10, il forno pasticceria Antico Porto in via Romea sud 51, il negozio La Birba in via Meucci 5 e l’enoteca Baldovino in via Tombesi dall’Ova 9, Tabaccheria di Pam in via degli Spreti 57, Robinson Pet Shop in via Panfilia 66, Tabaccheria Manuela in via Faentina 71, Solo Frutta di Nando e Carmela in via Bassano del Grappa 31, Ravegan in via Galilei 75 e al Bar Regina Taitù in via Codronchi 120. Invitiamo tutte e tutti a sottoscriverla. Nessuna complicità con Jack lo Squartadaini.