“Il 29 ottobre, Ravenna in Comune ha tenuto la propria assemblea aperta alla cittadinanza. Il titolo dato all’incontro, tenutosi presso la Sala Ragazzini di Largo Firenze, a Ravenna, era: “Oltre il diluvio, buone pratiche di resistenza dai territori”. Questi, in sintesi, gli interventi che hanno messo in luce alcune delle emergenze del territorio ed anche come queste vengono affrontate dalla comunità, nonostante l’indifferenza o, peggio, i tentativi di sopraffazione dell’Amministrazione locale.
Sara Panzavolta (No Bretella Porto Fuori) ha illustrato la vicenda della bretella stradale imposta dall’Amministrazione de Pascale alla comunità di Porto Fuori. Un’opera a carico di un privato collegata ad una imponente lottizzazione dello stesso privato, il cui consumo di suolo è privo di significato dal punto di vista della viabilità generale in quanto mancante, presumibilmente per anni, del suo completamento. La comunità riunitasi in un comitato di scopo ha effettuato una raccolta di firme e presentato esposto alla magistratura per arrestare un’opera già giunta al livello degli espropri. La viabilità già oggi esistente sarebbe sufficiente ma il Comune non vuole sentire ragioni.
Linda Maggiori (Faenza Eco-logica) ha relazionato sulle tante emergenze che affliggono il vicino Comune di Faenza che, comunque, fa capo alla Provincia di Ravenna di cui è Presidente il nostro Sindaco. Tutti hanno visto le conseguenze delle alluvioni del maggio 2023 e degli allarmi quasi continui di questo autunno. Ma, se non bastasse, l’inquinamento degli impianti industriali faentini si fa sentire sin dall’odore inconfondibile che saluta l’ingresso nel territorio comunale. Il problema del consumo di suolo, poi, che si riverbera sulla fragilità del territorio per la sua impermeabilizzazione, ha raggiunto livelli insostenibili. Faenza eco-logica cerca di sensibilizzare e opporsi a queste e altre criticità che affliggono il faentino. Il potere, però, controbatte a suon di querele. Nel tempo se ne sono accumulate quattro: sono un chiaro strumento utilizzato appositamente nel tentativo (fallito) di zittire le contestazioni.
Francesca Santarella (Italia Nostra) ha sviluppato la storia del cosiddetto cimitero delle navi della Pialassa del Piombone. Italia Nostra ha presento una denuncia alla magistratura per stimolare la rimozione dei natanti abbandonati che da anni sono stati identificati come un rischio per l’ambiente, la sicurezza e anche per la salute. Nonostante la copiosa documentazione raccolta il giudice ha ritenuto di archiviare la denuncia diversamente da quanto accaduto per la Berkan B. In quest’ultimo caso il processo è ancora in corso ma grazie all’azione penale si è pervenuti alla rimozione della nave. Anche Francesca ha dovuto fronteggiare due querele da parte dell’Autorità Portuale.
Marisa Iannucci (Life Onlus) ci ha informato sull’elevato livello di criticità rappresentato nel nostro Comune dall’emergenza abitativa che colpisce persone precipitate nella povertà. Un problema nel problema lo vivono le donne in quanto i già pochi posti resi disponibili dai servizi sociali sono prevalentemente riservati agli uomini. L’associazione Life, pur nella limitatezza delle risorse (non pubbliche) in propria disponibilità (priva infatti di sostegno dall’Amministrazione comunale), se ne fa carico dando ospitalità nel proprio centro. Vanno comunque denunciate le carenti risorse pubbliche comunali destinate ad un problema numericamente crescente.
Marco Maiolini (Ambiente e Territorio) ha portato l’esperienza vissuta nella scorsa consigliatura quando fu decisa dall’Amministrazione de Pascale la realizzazione di un campo da golf a Casalborsetti. Al Sindaco che, sosteneva l’iniziativa del privato, venne opposta dallo stesso Maiolini e da Massimo Manzoli, capogruppo di Ravenna in Comune, l’insostenibilità ambientale di una iniziativa economica che avrebbe fagocitato l’equivalente delle risorse idriche necessarie ad un abitato di 8mila residenti. De Pascale, però, contrappose l’esigenza di non ostacolare gli interessi del proponente. La conclusione è che mentre non manca la difesa dei privati, la presenza di una rappresentanza degli interessi della cittadinanza nella presente consigliatura si è fatta sentire. È opportuno lavorare per ripristinarla.
Pippo Tadolini (Campagna per il Clima – Fuori dal Fossile) ci ha dato conto della situazione del Comune di Ravenna come autentico crocevia di iniziative legate alle energie fossili: dal rigassificatore davanti alla costa già autorizzato all’autorizzazione richiesta per modificare in tal senso un deposito del porto, dal reticolo di gasdotti che ha invaso il sottosuolo al deposito di CO2, dalle perforazioni adriatiche alle metaniere, ecc. ecc. Tutto questo porta problemi diretti al territorio, come la subsidenza dovuta alle estrazioni sotto costa e l’inquinamento atmosferico causato dalla combustione delle energie fossili, ecc. Ma porta anche a conseguenze più generali in ordine alla crisi climatica in atto: l’emissione di gas serra e, in particolare, CO2 e gas metano ne sono le cause principali. Nonostante tutto questo sia ampiamente noto, l’Amministrazione Comunale è allineata alle politiche della lobby del fossile. La Campagna PiC-FdF effetta una intensa attività di sensibilizzazione della cittadinanza su questo tema.
Ha poi chiesto di intervenire Gabriele Abrotini per ricordare come sul territorio ravennate vi sia una diffusa contrarietà alla parte presa dall’Italia a favore di Israele nel genocidio palestinese e dell’Ucraina nel suo conflitto con la Russia. Ciò dà luogo a manifestazioni sul territorio, affissione di manifesti, eventi, cortei, raccolta di firme da parte di gruppi organizzati e semplici cittadini che vogliono far sentire la contrarietà della popolazione alla linea di militarismo repressivo che centrodestra e centrosinistra hanno adottato a livello nazionale. Anche a Ravenna tutte le forze attualmente presenti in Consiglio Comunale condividono l’impostazione nazionale. Anche per questo sarebbe importante che un soggetto non allineato alle politiche di centrodestra e centrosinistra come Ravenna in Comune tornasse a dare rappresentanza ai movimenti nelle Istituzioni. E ciò appare ancora più importante dal momento che sta proseguendo l’iter parlamentare per l’approvazione di quelle fascistissime misure di repressione contenute nel disegno di legge 1660.
Ci rammarichiamo che l’orario ormai tardo abbia impedito a Giuliana Liverani (Associazione Italia-Cuba) e a Giovanni Gavelli (P.C.I.) di svolgere gli interventi previsti e ci auguriamo di averli con noi in una prossima occasione.
All’inizio della serata abbiamo anche aggiornato su passato, presente e futuro di Ravenna in Comune. Come noto Ravenna in Comune è nata nel 2015 per dare rappresentanza istituzionale alla popolazione ravennate non privilegiata di cui sia il centrosinistra che il centrodestra continuano a disinteressarsi. Entrambi gli schieramenti si preoccupano essenzialmente di soddisfare le esigenze di una ristrettissima cerchia di privilegiati. È perciò naturale che non si interessino di quanto sta invece al centro del nostro progetto:
la tutela del territorio e dell’ambiente anche alla luce dei disastri che si susseguono dal maggio dello scorso anno; la rappresentanza di chi non vive di rendita e di sfruttamento altrui; la creazione di un sistema di servizi pubblici di qualità, dalla scuola alla sanità; la tutela della sicurezza ed il perseguimento dell’equità per chi lavora; la salvaguardia del nostro sistema produttivo che continua ad essere delocalizzato, chiuso o svenduto; la promozione di una cultura non clientelare e di una democrazia partecipata e inclusiva; giusto per chiudere un elenco che sarebbe ancora lungo, in estrema sintesi siamo impegnate ed impegnati a rendere partecipe di benessere e felicità quella gran parte della comunità ravennate che il centrosinistra ha escluso e a cui il centrodestra elargisce slogan ma non risposte.
Abbiamo fatto opposizione alle politiche di de Pascale & co sino al 2021 in Consiglio Comunale e nelle Commissioni Consigliari e sino al 2022 nei Consigli Territoriali e poi abbiamo proseguito l’opposizione sul territorio. In particolare svolgiamo un capillare lavoro informativo fornendo alla cittadinanza gli strumenti conoscitivi per ribaltare le fake news diffuse dalla Giunta. La nostra organizzazione è strutturata per gruppi di lavoro e decisioni collettive nelle assemblee a cui partecipano coloro che condividono il nostro progetto. I prossimi incontri avranno come tema la ricostituzione dei gruppi essenziali al percorso elettorale, come quello per la costruzione del programma. Eugenio Conti, Simonetta Scotti e Gabriele Abrotini si stanno occupando della riattivazione di questi gruppi. Altri gruppi, come quello della comunicazione, non si sono mai fermati.
Il furto dell’acqua, ossia l’esito dei referendum del 2011 sulla pubblicizzazione in sede locale delle risorse idriche non attuato, ha evidenziato una volta in più l’esigenza che le Istituzioni abbiano al loro interno la rappresentanza della popolazione e non solo dei gruppi di potere. Conquistare spazio nelle Istituzioni per dare voce alla rappresentazione di un diverso modello di società è altrettanto indispensabile. Così come è importante che dai seggi del Consiglio Comunale, delle Commissioni Consigliari e da quelli dei Consigli Territoriali si contrastino quelle politiche volte unicamente a spolpare il bene pubblico a favore del privato. Non ultimo va considerato il deficit di informazione e l’indicazione repressiva che connaturano le politiche di centrodestra e centrosinistra e che rendono indispensabile l’utilizzo della leva istituzionale.
Ravenna in Comune ringrazia tutte le cittadine e i cittadini che hanno partecipato all’assemblea di ieri e dà appuntamento per le prossime iniziative della lista. Non ci sono poteri forti dietro le nostre spalle. In compenso ce li troviamo contro. Solo con l’appoggio della cittadinanza possiamo riuscire a conquistarle quella rappresentanza istituzionale che merita e di cui attualmente è priva.”