“«Ravenna in Comune ritiene che prima di dire “La città si candida per i grandi eventi” si dovrebbe fare in modo che turisti e residenti riuscissero a spostarsi sempre tra due località rivierasche separate solo da un centinaio di metri di canale senza rischiare la vita». Lo abbiamo scritto un anno fa ripercorrendo la storia di quanto aveva preceduto lo scontro nelle prime ore del 12 luglio 2022 di una bicicletta con un mezzo a motore con esito fatale: «Erano in bicicletta e avevano attraversato il canale con il traghetto. Hanno mancato di poco la sospensione del servizio che, d’estate, vede l’interruzione delle traversate tra le 2 e le 5 del mattino con poche eccezioni a ridosso di Sant’Apollinare, di Ferragosto e di tre fine settimane di agosto (negli altri mesi dell’anno il blocco dura tutta la notte). L’unica soluzione alternativa per attraversare il canale in senso contrario è rappresentata dal ponte in prossimità della darsena di città». La morte del luglio scorso era avvenuta lungo via Baiona. Quella accaduta nelle prime ore di domenica scorsa, invece, lungo via Trieste. Il percorso che le due vittime intendevano seguire era però lo stesso: l’unico possibile per tornare a Marina di Ravenna provenendo dai lidi nord avendo davanti il canale dopo l’interruzione del servizio. Niente taxi. Niente autobus. Niente servizi navetta. A parte l’attraversamento a nuoto (e sarebbe vietato), abbandonando le biciclette, non ci sono alternative se non si vuole o si può attendere le ore di vuoto prima che il traghetto riparta: si deve per forza rientrare in bicicletta passando per il ponte mobile verso Ravenna. Un errore mortale, come si è visto ancora una volta. Eppure si tratta di percorrere strade dove non è vietato muoversi in bicicletta, strade che costituiscono gli accessi più diretti, rispettivamente, a Porto Corsini e a Marina di Ravenna. Entrambe senza pista ciclabile (salvo per l’ultimo tratto di via Trieste dopo l’incrocio con via dell’Idrovora). Non con questo che, dove una pista ciclo-pedonale invece esiste, come quella che costeggia via Canale Molinetto verso Punta Marina, l’uso notturno sia consigliato. Come chiarisce il presidente di Fiab Ravenna (Federazione italiana ambiente e bicicletta), nel ricordare le tante segnalazioni sulla pericolosità di via Trieste: «La ciclabile di Punta Marina non è illuminata e di sera è pericolosa».
Così negli anni si sono susseguite le morti sia su via Trieste che su via Baiona. La quasi sovrapponibilità delle ultime due, però, a distanza di un anno l’una dall’altra, colpisce particolarmente. E, secondo noi, non può semplicemente aggiungersi alle molte che le hanno precedute. Perché non può essere considerato accettabile che non si affrontino quelli che sono problemi da anni ben noti e i cui rimedi pure. Li ricorda il presidente di Fiab Ravenna pensando a via Trieste, ma analogo discorso potrebbe farsi per via Baiona: «Nel tratto urbano, diciamo fino al ponte sullo scolo Lama la ciclabilità è imperfetta e nel tratto extraurbano, su quella strada la sera c’è di tutto, compreso i marinai che rientrano al porto San Vitale. Occorre dividere auto e cicli con spazi dedicati, la promiscuità nei percorsi casa lavoro o casa mare crea tragedie. Auspichiamo la nascita di infrastrutture ad uso di ogni tipo di mobilità». Come Ravenna in Comune “auspichiamo” inoltre un servizio traghetti che sia veramente a servizio della continuità territoriale tra due località che, lo ricordiamo, una volta portavano lo stesso nome in quanto erano un unico abitato e che ci si ostina a considerare mete turistiche. Costituisce una precisa scelta politica non risolvere questi problemi e, pertanto, non può che ricadere sull’Amministrazione Comunale la responsabilità di quanto consegue alle politiche adottate. Morti compresi. E questo, Ravenna in Comune lo ripete da tempo e torna a dirlo ancora una volta, non è accettabile.”