Foto di Ravenna in Comune

“Ravenna in Comune ritiene che memoria e coerenza siano articoli sempre più rari nel gran bazar della politica locale e non solo. Perciò rivolgiamo pubblico riconoscimento a un politico e a un partito che, benché lontano da noi pressoché in tutto quel che sostiene, non ha smarrito né il ricordo della storia, grande o piccola che sia, né la propria coerenza valoriale, benché degna di miglior causa (a nostro parere).

Si tratta del vicesindaco in carica, Eugenio Fusignani, espressione di uno dei partiti che hanno fatto la storia d’Italia a partire dalla settimana rossa, il Partito Repubblicano Italiano. Per farla breve e riportarla ai meno rivoluzionari tempi presenti di quel partito, Eugenio Fusignani ha recentemente riconosciuto il ruolo di Ravenna in Comune come unico soggetto politico ad essersi opposto a quel Regolamento di Polizia Urbana da lui stesso fortemente voluto. «Mi preme evidenziare come nel dibattito consiliare dell’ottobre 2020 il Regolamento di Polizia Urbana venne votato nella sua interezza dal Consiglio Comunale col solo voto contrario del Gruppo consiliare Ravenna in Comune» ha riconosciuto il vicesindaco. E, anche questo gli va riconosciuto, non era la prima volta che buttava questo pezzetto di storia in faccia a chi tende a dimenticare che, anche in quella occasione (come per il rigassificatore e altre posizioni di destra assunte dal centrosinistra), ci fosse stata piena unità di intenti tra centrodestra e centrosinistra. Eccettuata ovviamente l’unica posizione di sinistra, cioè la nostra.

Come dichiarato da chi sedeva per noi allora in Consiglio, Massimo Manzoli, all’indomani dell’approvazione:  «Abbiamo cercato fin dalla prima commissione di spostare l’equilibrio del regolamento proprio partendo dai principi base, come scrivemmo nella motivazione all’emendamento all’art.1: “L’indiscriminata penalizzazione e sanzione di innumerevoli condotte caratterizzate da nessuna o minima offensività nel regolamento, per noi, si pone in contrasto con il principio solidaristico garantito dall’art.2 della Costituzione” […] Nella relazione conclusiva il vicesindaco Fusignani ha orgogliosamente ribadito come la repressione sia uno dei tre pilastri fondanti del regolamento di polizia locale. Lo “ringraziamo” per aver espresso in poche e chiare parole il motivo per cui noi siamo contrari a un regolamento di polizia locale nato su questa base repressiva».

E visto che abbiamo lodato la coerenza come valore, cogliamo provocatoriamente l’occasione per domandare al vicesindaco di continuare a farne sfoggio. Vista la sua abituale propensione per le sanzioni, vorremmo sapere se abbia trovato piena applicazione l’articolo 10 del suo regolamento («è vietato, nell’esercizio di qualsiasi attività, produrre esalazioni moleste verso luoghi pubblici o privati») nei confronti di chi ha ammorbato tanta parte del territorio comunale con lo spandimento “industriale” sui terreni del mezzanese degli scarti della lavorazione della barbabietola. Dispone la norma che («Fatte salve le norme del codice penale ovvero previste da leggi e regolamenti in materia») «Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da Euro 100,00 ad Euro 300,00». Ci auguriamo che ciò non sia stato e che ci si sia limitati all’invito ad un comportamento consono per l’avvenire. Ci auguriamo inoltre che, se tale atteggiamento comprensivo è stato tenuto questa volta, si adotti coerentemente analogo tollerante approccio nei confronti di chi ha meno santi in paradiso, smettendo di confondere la povertà col decoro urbano.”

Ravenna in Comune