“Il decollo ufficiale dell’operazione porto turistico a Marina di Ravenna data al secolo scorso, dopo una poderosa spinta da parte dell’Amministrazione Comunale che l’aveva intensamente voluto. Talmente voluto da ritrovarsi con la patata bollente di un’enorme spesa sul groppone prima ancora della posa della fatidica prima pietra. Dopo la parte a mare, dal 2005 si avviò la parte a terra, quella più lucrosa nelle aspettative ed il cui flop, invece, concorse al fallimento della CMR, la cooperativa di Filo d’Argenta che era allora la principale azionista della concessionaria del porto turistico.
Tre anni fa facevamo così il punto di una situazione che, purtroppo, non sembra oggi molto diversa da allora: «Dello stravolgimento operato su Marina di Ravenna a causa dell’operazione “Marinara” portano responsabilità i Sindaci che si sono succeduti alla guida delle Amministrazioni comunali succedutesi tra la fine del secolo scorso ed oggi. Oltre, ovviamente, alle maggioranze che hanno sostenuto quell’enorme lottizzazione che si è “mangiata” l’affaccio al mare tra molo Dalmazia e diga Zaccagnini. E principale responsabile, altrettanto ovviamente, è il partito dell’attuale Sindaco, che ha garantito la necessaria continuità all’operazione e che tale lottizzazione ha fortemente voluto. Dal 1998 in avanti, in più fasi, si è così avuto, prima, l’avanzamento della linea di costa e, poi, la demolizione di molti dei fabbricati che caratterizzavano, a debita distanza dall’acqua, tale costa: circoli dove si praticavano sport acquatici, una discoteca e, perfino, la costruzione che racchiudeva il modello fisico del porto di proprietà statale (del Genio per le opere marittime). Al suo posto è sorto l’attuale quartiere, abitato d’estate negli appartamenti e in molti locali commerciali vuoto in ogni stagione».
Una particolarmente brutta cartolina di benvenuto, poi, è costituita dai ruderi alla radice di quella che è la più nota e caratteristica passeggiata turistica di Marina di Ravenna: la diga intitolata a Benigno Zaccagnini. Gli scheletri di due piccole piramidi sormontano l’edificio principale, rimasto “al grezzo” e in abbandono. Un capannone in degrado costituisce il prolungamento verso il parcheggio. In arrivo e in rientro da uno dei principali centri di attrazione del paese, quasi tre chilometri di passeggiata in mezzo al mare, è impossibile non vedere lo scempio. Solo il totale disinteresse dell’Amministrazione cittadina per il forese e i lidi (salvo i tardivi “risvegli” in prossimità degli appuntamenti elettorali) può spiegare il perdurare di una cosa del genere in una località che si vorrebbe attrattiva per i turisti e accogliente per i residenti. Spiegare, però, non significa giustificare!
Ravenna in Comune torna a chiedere un’azione coerente da parte di Sindaco & soci di Giunta per rimediare a tutto ciò. Non è possibile pensare che tra altri tre anni ci si trovi di nuovo a parlarne come se si trattasse di un territorio extracomunale dimenticato e da dimenticare. Di certo Marina di Ravenna, che già si sobbarca la palla al piede di un quartiere che mai ha cercato e voluto, non si merita anche questo!”