“Sabato arriverà a Ravenna la nave di Emergency con il suo prezioso carico umano di 170 persone. «Il porto di sbarco assegnatoci dalle autorità è cambiato da Ancona a Ravenna, ancora più a Nord» ha commentato la capomissione della Life Support (che è la nave di salvataggio). «Arriveremo dopo oltre quattro giorni di navigazione il 31 agosto in mattinata. Questo significa sottoporre i naufraghi, che già arrivano da grandi sofferenze e lunghi viaggi, a ulteriori giorni in mare, senza poter accedere alla rete strutturata di servizi e ritardando la possibilità di fare domanda di protezione internazionale. E per noi vuol dire più giorni lontano dal Mediterraneo centrale, dove c’è drammatico bisogno di navi Sar».
Il Prefetto di Ravenna ha ammesso la complessità di organizzare tutte le volte da capo l’accoglimento nonostante Ravenna sia un porto che da quasi due anni è stabilmente identificato da Roma come “sicuro”: «Si è trattato questa volta di un’organizzazione particolarmente impegnativa per l’intera macchina dell’accoglienza, non solo per il numero delle persone soccorse, ma anche per il luogo individuato per i vari adempimenti sia sanitari che di polizia diverso dai precedenti per cui è stato necessario rimodulare le varie attività». Riferisce infatti il comunicato ufficiale che «lo sbarco avverrà alla Banchina di Fabbrica Vecchia e successivamente i migranti saranno accompagnati con mezzi della Croce Rossa Italiana al Centro di Medicina e Prevenzione (CMP) di Ravenna in via Circonvallazione Fiume Montone Abbandonato, dove verranno svolti tutti gli adempimenti sanitari con le visite mediche speditive, dei Servizi Sociali del Comune e di Polizia (identificazione e foto segnalamento)».
Con questo arrivo saranno quasi millecinquecento le persone complessivamente sbarcate a Ravenna, ovviamente da suddividere nei 14 attracchi. Un numero importante che però è ridicolizzato da quelli che correntemente macina l’approdo crocieristico dedicato ai passeggeri per turismo. Capita che ne abbia smaltito sino a 7mila in 3 arrivi concatenati. E, se verrà rispettata la previsione, da Porto Corsini in quest’anno transiteranno circa 260mila persone. Otto volte e mezzo il numero delle persone scomparse in tutto il mare Mediterraneo mentre cercavano di attraversarlo su barconi rappezzati negli ultimi 10 anni.
De Pascale ha intensificato la campagna elettorale mai cessata dal 2016 e quindi questa volta farà fatica a fare la solita comparsata in banchina. Riprendiamo allora le sue precedenti dichiarazioni, secondo cui Ravenna sarebbe «l’unico anello di una catena che funziona». Come Ravenna in Comune torniamo a contestare questa affermazione che è in palese contrasto con la realtà. Niente c’è da dire sulla professionalità con cui lavoratrici e lavoratori, oltreché il volontariato, hanno svolto quanto di competenza a supporto di persone che già tantissimo hanno sofferto. La nostra critica va tutta proprio ad una organizzazione priva della necessaria stabilità, che ogni volta si resetta e sballotta persone sopravvissute ad un lunghissimo viaggio (spesso iniziato anni prima) su banchine volta a volta diverse, qualche volta tra coil e prodotti chimici e qualche altra davanti ai ruderi del Marchesato. Se proprio non c’è un cane nelle vicinanze, solo allora sono fatte avvicinare al molo di sbarco crociere… Senza contare gli inspiegabili vagabondaggi tra il circolo Canottieri della Standiana, piuttosto che il Pala De André o, come stavolta, il CMP.
Ravenna in Comune pretende dal Sindaco che dia corpo e sostanza a quel che lui stesso racconta e cioè che «i flussi migratori si affrontano solo con umanità e con grande serietà e organizzazione». Se è vero che Ravenna è “porto sicuro” allora abbia anche un’organizzazione stabilmente strutturata, a dimostrazione che “l’umanità” che si mette in bocca non è solo uno slogan a beneficio di telecamere.”
Ravenna in Comune