Lo diciamo da anni e da anni il PD autorizza di nuovi supermercati, ipermercati, centri commerciali, ecc. Tutte le volte il PD va dicendo che il futuro sarà diverso ma adesso non si può far nulla perché le scelte di oggi derivano da decisioni del passato. Però le decisioni nel passato sono gli stessi che autorizzano i supermercati oggi ad averle prese. E continuano a prevederne di nuovi in barba alle promesse. Non è solo Ravenna in Comune a dirlo. Ci sono tante associazioni che difendono il territorio. Ma anche associazioni di categoria nello stesso settore commercio. Il Presidente di Ascom Ravenna ha scritto una lettera aperta indirizzata al Sindaco: «La nuova apertura del supermercato Lidl nella zona del Villaggio San Giuseppe di Ravenna è l’ennesima conferma che c’è una forte competizione tra catene del settore alimentare sul nostro territorio. D’altra parte, se non ci sono state rinunce, ma non credo, sono previste altre sette aperture di catene alimentari, legate per lo più ai piani urbanistici degli anni 2000, quando si pensava ad una Ravenna con oltre 200 mila abitanti e non come oggi a 160 mila. A ciò dovremmo aggiungere il calo demografico previsto nei prossimi anni (Ravenna non sarà da meno) e l’invecchiamento della popolazione che avrà sempre più bisogno di negozi di vicinato o sotto casa. Forse sarebbe opportuno da parte dell’Amministrazione comunale rivedere questa pianificazione, anche perché ci sono davvero tanti supermercati e, in un futuro non troppo lontano, qualcuno potrebbe avere problemi a stare sul mercato a causa dei costi fissi molto alti che impongono volumi d’affari importanti, non sempre raggiungibili in un mercato a forte impatto concorrenziale».
Qualche avvisaglia di chiusura, in realtà, già c’è stata. Ma la macchina da autorizzazioni del Sindaco non si ferma di fronte a niente. E non riguarda solo l’alimentare. Sempre Ascom avverte che «occorre fare attenzione a non superare il limite di saturazione naturale in una certa zona. L’attenzione va posta anche alle strutture non alimentari che stanno nascendo e che sono un polo attrattivo: ciò determina uno svuotamento dei nostri centri, sia del centro storico ma anche dei centri di tanti piccoli paesi e frazioni che oggi subiscono maggiormente questa concorrenza». Il fenomeno è noto e, soprattutto nel forese, ha colpito duramente, desertificando quanto a servizi molte località e costringendo i relativi abitanti a spostarsi verso il centro commerciale più prossimo, spesso a diversi chilometri di distanza, per fare la spesa. In auto naturalmente, vista la carenza di mezzi pubblici, di piste ciclabili. Diversamente declinato il problema vale naturalmente anche per il centro cittadino. E dove sorgono i supermercati a farne le spese sono quei negozi di vicinato magari non prossimi ma comunque costretti alla chiusura e che invece dovrebbero essere visti anche in un’ottica di servizio e, quindi, di qualità della vita per la cittadinanza. Specie quella appartenente alle fasce più meritevoli di tutela.
Come Ravenna in Comune denunciamo la povertà di proposte per il territorio di un partito, quello del Sindaco, e della sua coorte di alleati, alcuni dei quali, come i 5stelle e Coraggiosa, si spacciano per sensibili verso l’ambiente. Ridurre Ravenna ad una enorme piastra commerciale intervallata da qualche rotonda significa rinunciare a qualunque prospettiva di sviluppo sostenibile per tutto il nostro Comune. Ravenna non lo merita. Soprattutto non lo meritano i cittadini che abiteranno questo obbrobrio.