Sono giornalmente resi pubblici gli appelli provenienti dal mondo della sanità a non sottovalutare la condizione di fortissimo stress in cui versa il sistema sanitario romagnolo, l’auslona per capirci.
È passato un anno ma nulla sembra essere cambiato, se non in peggio, rispetto all’allerta che come Ravenna in Comune avevamo dato in Consiglio Comunale. Avevamo presentato nel dicembre 2020 un apposito question time sul tema della carenza di personale infermieristico all’ospedale di Ravenna, chiedendo al Sindaco di garantire che le misure prese fossero realmente sufficienti ad assicurare condizioni di lavoro normali agli infermieri anche in una, allora molto probabile, “terza ondata”.
Non essendo presente il Sindaco in Consiglio Comunale avevamo ricevuto risposta scritta, o meglio una “non risposta”, essendo un semplice reinoltro della nota del direttore dell’Auslona. Nella nota venivano ripercorse tutte le attività svolte nei mesi precedenti, tutte attività già a noi note fin dalle premesse del nostro question time. Il nostro capogruppo Massimo Manzoli così traeva le conclusioni:
«Restano quindi due cose evidenti: da un lato la criticità raccontata da chi lavora quotidianamente e che sollecita interventi strutturali urgenti e seri per far fronte all’emergenza; dall’altro lato la nota che non risponde in nessun modo ai nostri quesiti sugli interventi futuri».
Oggi, che la terza ondata sembra un lontanissimo ricordo siamo costretti a leggere sui giornali: «L’appello degli infermieri: Non reggeremo la quarta ondata. Servono assunzioni straordinarie».
Rispetto alla perdurante criticità che si presenta dopo dodici mesi nello stesso identico modo, cos’hanno da replicare il Sindaco e il direttore Ausl Romagna?
Da parte di Carradori si continua a ribadire il già noto, come se il depotenziamento in questi anni della sanità fosse stato causato dal fato avverso e non dalle politiche della Regione da lui stesso messe in esecuzione: «Il problema è legato al fatto che negli ospedali da due anni si lavora sotto stress, a causa anche della mancanza di personale», dice. Da parte del Sindaco: «Io ho puntato tutto sulle vaccinazioni. Bisogna fare le dosi vaccinali che la scienza ci dice di fare: se sono tre sono tre, se sono quattro sono quattro, se sono cinque sono cinque…».
Come Ravenna in Comune sosteniamo che sia chi ha amministrato politicamente la Regione ed il Comune in questi anni che chi ha diretto l’Ausl e, specialmente, la sua trasformazione in Auslona Romagna, porta evidenti responsabilità nell’incapacità in fatto di persone e risorse che ha colpito la nostra sanità (una volta di eccellenza). Non basta riconoscere l’evidenza, e cioè che mancano le persone che non si sono assunte, e nemmeno cavalcare una supplenza vaccinale che finisca per associare successive ondate a continue iniezioni, per far dimenticare le insufficienze a livello di prevenzione e cura.
Durante l’emergenza il Sindaco ha invitato a non strumentalizzare la pandemia per speculazioni politiche. Gli abbiamo risposto, per bocca del nostro consigliere: «D’accordo nel non strumentalizzare l’emergenza sanitaria ancora in corso. È, però, evidente che da sempre solleviamo questioni legate agli scarsi investimenti in sanità pubblica, mal funzionamento delle “case della salute” ancora non a pieno regime, alle carenze strutturali di gran parte dei settori in Ausl Romagna. Sono tutti temi su cui continueremo a discutere, criticare, e proporre perché sono problemi esistenti (già sollevati in tempi non sospetti) che l’emergenza sanitaria ha semplicemente posto all’evidenza pubblica in maniera più netta». Rivendichiamo dunque con forza il diritto di chi non si riconosce nella maggioranza di centrosinistra a criticarne l’operato. Anche nella insufficiente gestione del Covid-19, come del resto evidente e sotto gli occhi di tutte e tutti.