“Di pochi giorni fa è la scoperta dell’ultima, in ordine di tempo, tra le morti di lavoro nel nostro territorio. Luigi, un lavoratore agricolo 40enne, è morto in un campo che sarchiava presso Pisignano di Cervia il 24 marzo. Lo scorso anno in Italia l’agricoltura ha assorbito il 30,22% di tutti i deceduti sui luoghi di lavoro (il 75% sono stati schiacciati dai trattori). Ravenna in Comune è perciò stata contenta di leggere sui giornali del 26 marzo: “Lavoro e sicurezza, la Prefettura punta all’Osservatorio”. Si è fatto riferimento ad un incontro promosso il giorno prima dal nuovo Prefetto a cui hanno partecipato varie amministrazioni competenti sul sicurezza e legalità del lavoro oltre ai sindacati confederali. Il Prefetto intende promuovere un “Patto territoriale di comunità per la sicurezza e la legalità del lavoro”. La nota stampa rilasciata dalla Prefettura dichiara: “Uno degli elementi principali all’interno del Patto sarà l’Osservatorio, che consentirà di mettere a fattor comune i dati relativi agli infortuni, consentendo di indirizzare le azioni di vigilanza e controllo verso i settori che presentano le problematicità più accentuale”. Non possiamo che essere contenti, dunque, del fatto che a pochi giorni dalla nomina il nuovo Prefetto metta in testa alle priorità quello che è stato un punto importante del nostro programma elettorale nel 2016 e una battaglia politica condotta da Ravenna in Comune per tutto il nostro quinquennio di consiglio comunale.
Dobbiamo realisticamente considerare, però, che il voto del Consiglio Comunale che ha approvato senza contrari la nostra proposta di istituire un Osservatorio per la legalità e la sicurezza del lavoro è avvenuto il 18 giugno 2019. C’è voluto un anno perché l’Osservatorio venisse costituito e solo due sono state le riunioni convocate dal precedente Prefetto. Ogni volta ne è seguito un comunicato della Prefettura che diceva sostanzialmente le stesse cose che sono state dette adesso.
Come Ravenna in Comune crediamo, e lo abbiamo ripetuto molte volte, che l’operatività dell’Osservatorio, attraverso risorse economiche e persone che vi si dedichino, possa essere assicurata entro gli uffici comunali, come era originariamente previsto. Il Sindaco si è opposto e continua a opporsi. Lo vuole lontano. Ci auguriamo che questa sia la volta buona, tuttavia ci sembra necessario ricordare quanto dichiarato lo scorso 23 luglio dal nostro ex Consigliere, Massimo Manzoli, perché il Prefetto possa tenerlo presente:
«L’osservatorio che avevamo proposto non esiste. La nostra idea prevedeva un osservatorio di natura comunale, ciò significa metter risorse e tempo per coordinarlo per mappare e tenere monitorate le situazioni critiche del nostro territorio, relative alle infiltrazioni mafiose e alle situazioni di illegalità e alle zone grigie del lavoro. Partendo naturalmente dall’analisi delle cooperative spurie o finte che vivono di subappalti nel porto e dalle situazioni di simil caporalato nel settore agricolo. […] Nulla di ciò che immaginava la nostra proposta è stato fatto. Qualcuno dirà che si fanno i protocolli di legalità. Quelli si fanno da dieci anni, ma io ho un approccio scientifico: nonostante i protocolli nel giro di 5-6 anni sono morte due persone nel porto allo stesso modo, quindi il protocollo è uno strumento di facciata non efficace, lo dicono i dati non Manzoli. E cito Calamandrei, quando parlava della Costituzione: i protocolli e gli osservatori sono pezzi di carta, li lascio cadere e non si muovono. Perché si muovano bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere le promesse, e la propria responsabilità».
È una promessa che facciamo alla cittadinanza, non solo al Sindaco e al Prefetto: Ravenna in Comune non smetterà di insistere perché la decisione del Consiglio Comunale trovi attuazione. Non accetteremo di sentire un’altra volta ripetere le stesse promesse mentre non succede niente e morti e feriti si assommano.”