“Arriva finalmente in Comune la richiesta di cittadinanza per Julian Assange. Oggi pomeriggio, 4 settembre, alle ore 15.00, si riunisce la Commissione Consiliare 1 con all’ordine del giorno la discussione della petizione P.G. 142869 del 26/06/2024 avente infatti ad oggetto: “Conferimento a Julian Assange della cittadinanza onoraria a Ravenna”. Ravenna in Comune ha appoggiato la petizione e in più occasioni ha chiesto che Ravenna si unisse alle tante città italiane che hanno già accordato la loro cittadinanza a Julian Assange. Non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno alle iniziative pubbliche che hanno richiesto la liberazione del giornalista infine ottenuta soltanto nel giugno scorso, dopo una persecuzione giudiziaria orchestrata sin dal 2010. Era privo della possibilità di muoversi liberamente da quando era stato costretto a rifugiarsi nell’ambasciata dell’Ecuador, a Londra, il 19 giugno 2012 ed era stato incarcerato, sempre a Londra, dopo essere stato prelevato dall’ambasciata ecuadoregna dalla polizia britannica l’11 aprile 2019. Oltre alle manifestazioni e agli scritti, avevamo organizzato nell’ambito del coordinamento ravennate per la Libera Informazione un partecipatissimo incontro condotto dalla giornalista Stefania Maurizi dal titolo: “Il potere segreto. Il caso Assange e WikiLeaks”. Si era svolto il 31 gennaio scorso, a pochi giorni dalla prima udienza dell’Alta Corte inglese sulla estradizione di Assange negli Stati Uniti.
La liberazione di Julian Assange non fa venir meno la motivazione della richiesta per lui della cittadinanza onoraria di Ravenna. Dopo aver dato pubblica notizia dei tanti misfatti delle guerre che si erano succedute a conduzione statunitense e delle menzogne con cui erano state rivestite, in Afghanistan, in Iraq ed in altre parti del mondo, era stato intervistato da Der Spiegel che gli aveva chiesto: «Lei avrebbe potuto creare un’azienda nella Silicon Valley e vivere a Palo Alto in una casa con piscina. Perché ha invece deciso di dedicarsi alla creazione di WikiLeaks?». La risposta riassume una vita: «Si vive solo una volta e quindi abbiamo il dovere di far un buon uso del tempo a disposizione e di impiegarlo per compiere qualcosa di significativo e soddisfacente. Questo è qualcosa che io considero significativo e soddisfacente. È la mia natura: mi piace creare sistemi su larga scala, mi piace aiutare le persone vulnerabili e mi piace fare a pezzi i bastardi. E quindi è un lavoro che mi fa sentire bene». Abbiamo ben visto quanto abbia tenuto fede al suo impegno e quale prezzo sia stato imposto ad una persona che nessuno ha ucciso né mai messo a rischio di uccisione (come invece sostengono i suoi detrattori).
Come Ravenna in Comune abbiamo così sintetizzato il valore rappresentato dalla condotta di Assange: «La democrazia è tale quando consente al popolo di esercitare liberamente il diritto di determinare la politica della comunità. Perché il diritto non sia fittizio deve essere disponibile al popolo una pluralità di scelte. E perché la democrazia non sia a sua volta finta il popolo deve aver accesso alle conoscenze che consentono di esercitare scelte non preventivamente condizionate». È la stessa democrazia ad essere messa in gioco quando la libertà di informazione è negata. Sia che ciò avvenga direttamente, attraverso la soppressione delle necessarie conoscenze per assumere una decisione; sia quando avvenga indirettamente, laddove i popoli sono indotti a ritenere attendibili pseudo-conoscenze appositamente fabbricate.
Chi è stato eletto in Consiglio Comunale per rappresentare la popolazione ravennate ha l’opportunità di ribadire questi valori conferendo la cittadinanza onoraria di Ravenna a Julian Assange. Ravenna in Comune si aspetta da ognuno di loro che non tradiscano il proprio ruolo e l’impegno assunto quando si sono presentati alle elezioni. Non mancheremo, in difetto, di ricordare per nome e cognome, prima delle prossime elezioni, chi dovesse anteporre il servilismo alla democrazia.”