“Non c’è due senza tre. Nonostante il protocollo concluso da Bianchi, il ministro istruzione del PD, assieme a Orlando, altro ministro PD, questa volta del lavoro, è morto un altro ragazzo come e dove non sarebbe mai dovuto morire. È morto di un male chiamato Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento. Non si chiama più Alternanza Scuola Lavoro ma è la stessa cosa. Il protocollo del 26 maggio dei due ministri più Inail e Ispettorato Lavoro perché la sicurezza regni sovrana almeno nei luoghi dove vengono mandati gli studenti a “formarsi” è solo carta straccia. Il protocollo è stato firmato per nascondere la realtà di quelle che erano già due morti di due ragazzi a gennaio, Lorenzo, e a febbraio, Giuseppe. Ora è morto Giuliano sotto una lastra di metallo. È morto in fabbrica da solo in un modo che per il protocollo di Bianchi & soci non si può verificare. E invece è accaduto ancora e ancora e ancora.

L’ispettorato del lavoro sostiene che: «Secondo i dati che abbiamo, sono in aumento gli incidenti che riguardano gli stagisti. Per molte imprese è diventata quasi un’abitudine ricorrere a queste figure, abusandone se non addirittura sfruttandole, per risparmiare sul costo del lavoro. Coloro che fanno alternanza scuola-lavoro, tirocini e stage, anche volontari, sono sottoposti alle medesime norme di prevenzione e sicurezza degli altri lavoratori. Nella tutela dei lavoratori non c’è differenza. Non occorre rivedere le norme, basta applicarle. Queste cose succedono perché vengono violate le normative».

Le norme vengono violate per i ragazzi come vengono violate per gli adulti. Non si fa differenza nello sfruttamento. Perché è il profitto senza freni a causare le morti, i feriti, le malattie professionali, le disabilità permanenti. La sicurezza sul lavoro rappresenta un costo: costano i presidi, costano le cautele, costano le analisi dei rischi, costano i rallentamenti che le misure per evitarli comportano. Dall’altra parte il costo della violazione è sostenibile per il padrone, quello vero, quello che interpone stuoli di manager davanti alla sua figura per non venire nemmeno indagato. E, soprattutto, il profitto che se ne frega delle regole è una certezza, la sanzione nel caso di violazione è incerta: va trovata e dimostrata.

Cosa accade a Ravenna? Non abbiamo notizia di morti, ma sono accaduti infortuni nel caso di tirocini, stage e simili? Queste e altre risposte avrebbero dovuto essere immediatamente comprensibili grazie all’Osservatorio preteso e ottenuto da Ravenna in Comune nella scorsa consigliatura. Il Sindaco ha fatto in modo che venisse sepolto in Prefettura. Da allora tutti i prefetti che si sono succeduti hanno promesso di riattivarlo per poi lasciarlo lettera morta. Allora lo chiediamo al Sindaco, del PD come i ministri dell’Istruzione e del Lavoro: quali i dati in termini di sicurezza per i PCTO ravennati? E nei Corsi di Formazione Professionale?”