Ieri, 25 novembre, era la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”. Ravenna non può chiamarsi fuori come una presunta isola felice in quanto c’è dentro fino al collo. Ricordiamo che i carabinieri in 12 mesi, tra il 2021 e il 2022, hanno registrato un innalzamento dei reati cosiddetti di “codice rosso” o di violenza di genere di oltre il 26% rispetto al corrispondente intervallo tra il 2020 e il 2021. In tutto 279 casi in un anno, affrontati dai soli carabinieri di Ravenna. Linea Rosa ha accolto nei suoi sportelli di Ravenna, Cervia e Russi 390 donne lo scorso anno. Quest’anno, sino a settembre, erano state 248 di cui 16 ospitate presso le case rifugio (oltre a 22 bambini). Tra le città capoluogo di provincia Ravenna è 15esima in Italia (dati del Sole24Ore) tra i centri con maggior numero di violenze sessuali denunciate (48 lo scorso anno). Al 50esimo posto, invece, per le violenze sotto i 14 anni (3). E poi ci sono i casi con i processi da prima pagina: dall’assassinio di Giulia nel 2016 conclusosi con l’ergastolo allo stupro del 2017 finito con un’assoluzione contestata da un lungo corteo di protesta lo scorso febbraio. Tanto per citare qualche esempio in un lunghissimo elenco.
Come Ravenna in Comune abbiamo fatto del rifiuto di ogni violenza maschile sulle donne e della previsione di specifiche misure per contrastarla una parte integrante del nostro programma politico. Perché sì, non riguarda solo Ravenna ma no, non ci si può fermare alla considerazione che succede dappertutto. E soprattutto, per quanto riguarda il Comune di Ravenna, deve continuare il sostegno ai centri anti violenza attraverso l’apposita convenzione. È fondamentale che il Comune faccia la sua parte perché il nostro sia percepito come un ambiente in cui le donne non si sentono mai sole, né scoraggiate nel denunciare qualunque tipo di maltrattamento. L’opposto del messaggio veicolato da alcuni processi, per capirsi. Solo se si garantisce sicurezza e giustizia a chi teme di essere sottoposta a violenza, potremo avere donne disposte ad una denuncia formale, non temendo il rischio di pagarne poi le conseguenze a livello personale. Ricordarsene una volta sola all’anno non basta.