“Nella Valle della Canna torna l’incubo botulino? Lo scrivono i giornali che riprendono l’allarme lanciato per la esigua quantità d’acqua a disposizione degli animali che vi si trovano stabilmente ma anche di quelli che vi transitano nelle migrazioni stagionali. La carenza d’acqua è fortunatamente compensata dall’abbassamento delle temperature, secondo l’assessorato competente, ma resta il problema storico della carenza di acque a disposizione della zona umida. Nel 2019 tra settembre e ottobre ci fu una vera e propria strage di uccelli e pesci cui seguì un’indagine, il sequestro di intere aree, divieti di caccia impartiti e poi revocati. E poi del “penale” non si è saputo più nulla, né dell’accertamento delle responsabilità per l’accaduto. Il problema, però, rimane. Nell’agosto scorso la valle è stata completamente prosciugata a seguito della morte per botulino di alcuni animali. L’acqua ora reimmessa non è però sufficiente: pochi centimetri non bastano rispetto ad un livello di garanzia di almeno mezzo metro.
La valle che fa parte del Parco del Delta sopravvive per l’intervento dell’uomo e quindi anche la responsabilità di ciò che non funziona è dell’uomo. Riporta la stampa una nota della candidata di FdI alle prossime elezioni: «Questa situazione, mi dice chi frequenta la valle, è dovuta al fatto che il sifone che porta acqua in valle dal Lamone sud è troppo piccolo per riempirla in tempi rapidi. Contemporaneamente non viene utilizzato il manufatto che preleva dalla Canaletta Anic perché la bolletta energetica per mantenerlo in funzione sarebbe troppo elevata. Ora, mi sembra evidente che la strage di uccelli del 2019 non abbia insegnato nulla e che dal Comune alla Regione si continui ad affrontare il problema dell’approvvigionamento della Valle della Canna con provvedimenti tampone e non con un programma di lavori definitivi». Come si è detto, secondo l’Assessore Costantini, invece, il problema botulino è escluso grazie a «queste temperature e le piogge verificatesi nelle ultime settimane». L’Assessore ammette però che l’unica acqua ad entrare nella Valle è quella del Lamone: «Al momento la reimmissione dell’acqua viene compiuta attraverso il sifone che collega al canale Carrarino».
Il Parco del Delta è un parco dimezzato dal fatto di essere regionale: l’Emilia-Romagna non lo dota di risorse economiche sufficienti. Di qualche giorno fa è la notizia che non vi è altro motivo se non il costo ad impedire di ricorrere alla sterilizzazione e a recinzioni, cartellonistica e dissuasori nei confronti della colonia di daini delle pinete di Classe e Volano. Peraltro si tratta di importi a ben guardare decisamente contenuti se non fosse per la “povertà” in cui versano le casse dell’Ente. Invece di attuare queste misure il Parco ha proceduto ad una ricerca di macellatori a costo zero per le casse dell’Ente: una mattanza paradossalmente autofinanziata dagli stessi daini attraverso il valore “alimentare” attribuito alle loro carni. Per fortuna per il momento non si è riusciti a trovare nessuno disposto a fare l’aiutante di Jack lo Squartadaini.
La Costituzione ha aggiunto la tutela degli animali tra i principi fondamentali tutelati dalla Repubblica. Saranno anche fondamentali ma, per quanto si vede, la tutela si arresta se costa troppo. Non vi sono problemi a trovare le risorse per inviare le armi che continuano ad alimentare la guerra ucraina con il suo seguito di violenze. Così come si sono trovati immediatamente i 700 milioni di euro che, solo per iniziare, occorrerebbero a SNAM per realizzare un rigassificatore davanti alle nostre spiagge. Per l’ambiente (tutelato dall’art.41 della Costituzione) e gli animali (tutelati dall’art. 9 della Costituzione), invece, non si riescono a trovare risorse. Per armi ed energie fossili si spendono miliardi ma i diritti costituzionali non valgono nemmeno pochi spicci. Ravenna in Comune è a fianco delle associazioni che si occupano e preoccupano della tutela della vita animale e della conservazione dell’ambiente, tuttavia troviamo vergognoso che siano proprio le istituzioni che se ne dovrebbero occupare a costituire il principale avversario da battere. Tra pochi giorni siamo chiamate e chiamati al voto: dovrebbe essere il momento giusto perché la nostra scelta cambi qualcosa.”