“Il Sindaco ha mantenuto una “promessa” ma nessuno dice “finalmente”. Ravenna in Comune aveva avvisato la cittadinanza e chiesto al Sindaco di ripensarci ma non è servito a nulla. Così titolano i giornali: «Ravenna, il Comune alza le tasse e porta l’Irpef al massimo». Dall’aumento dell’addizionale comunale ai valori massimi de Pascale si attende 4,5 milioni di euro. Altri 1,19 milioni di euro dall’aumento dell’IMU (Capannoni di categoria D, fabbricati Rurali e terreni agricoli). E poi 2,08 milioni di euro dalla tassa di soggiorno. E ancora si prevede l’aumento della tassa sull’occupazione di suolo pubblico (+20%). In aumento anche le previste “tasse” (entrate) extra-tributarie (di cui il maggior contributo dovrebbe provenire dalle sanzioni per violazioni al codice della strada (in crescita di 1,7 milioni di euro) che complessivamente pesano per quasi 46 milioni di euro.
Come si giustifica de Pascale? «È una scelta che abbiamo ovviamente cercato di evitare in ogni modo, sia operando tagli e risparmi che chiedendo maggiore attenzione al Governo sui bilanci degli enti locali. Purtroppo l’incremento delle spese per fattori indipendenti dalla nostra volontà […] hanno reso questa scelta ineludibile». No, caro Sindaco, non ci sono scelte ineludibili, altrimenti non sarebbero scelte ma percorsi obbligati. Al Sindaco lo avevamo detto chiaramente all’inizio dell’anno:
«Ravenna in Comune ricorda al Sindaco, se ce ne fosse bisogno, che l’aumento della pressione fiscale darà il colpo di grazia ai ravennati, spingendo giù di un gradino della scala sociale tutti i cittadini che non possono “scaricare” altrove i maggiori costi, dai lavoratori dipendenti in giù. E gli ultimi gradini sono già ora affollati… Ricordiamo al Sindaco che alcuni costi che appesantiscono il bilancio potevano essere evitati e le risorse diversamente allocate.
Uno fra tutti (e a solo titolo di esempio) è quel fallimento annunciato (almeno da noi) del nuovo Palazzetto dello Sport. Uno dei tanti errori della Giunta, con un costo ad oggi aumentato di circa 7 milioni di euro rispetto all’originario studio di fattibilità (siamo arrivati a 22 milioni circa e non è ancora nemmeno vicino alla conclusione dei lavori), per un doppione del Pala de André a pochi metri di distanza. Se avessimo usato quelle risorse per riqualificare l’illuminazione pubblica oggi non ci ritroveremmo con le bollette alle stelle.
Questo dovrebbe insegnare a valutare con più attenzione i nuovi costi da inserire nel prossimo bilancio, i risparmi possibili, le nuove risorse ottenibili da una più oculata gestione del patrimonio conservato nella cassaforte di Ravenna Holding. La maggioranza che sta dietro al Sindaco non si permetta di gravare ulteriormente la cittadinanza con altri aumenti. Se il Sindaco vuole evitare una sollevazione popolare, salvaguardi i servizi pubblici, fin troppo martoriati, senza mettere le mani in tasca a chi già le ha vuote».
Invece dalla maggioranza nessuna voce si è levata di fronte ai problemi che solleva la manovra adottata dalla Giunta. Eppure dovrebbe risultare evidente quali conseguenze comporterà alla crisi innescata anche dalla dinamica dei prezzi fuori controllo. Se Ravenna era ai primi posti nazionali nel 2022, il nuovo anno non ha modificato il quadro. Nella top ten italiana Ravenna si è collocata a gennaio al sesto posto delle città più care con un +10,8%. Che secondo l’Unione Nazionale Consumatori si traduce in un incremento di spesa pari a 3.289 euro all’anno per una famiglia di 3 persone. L’inflazione vedrà una ulteriore impennata a causa del fisco comunale che a sua volta aggraverà la crisi. Già, ma l’assessora competente (sia al bilancio che alle politiche per le famiglie) non vede problemi, né particolari «differenze fra la nostra città e altrove. Al momento in Giunta non abbiamo in previsione particolari approfondimenti su eventuali ragioni specifiche che causino l’inflazione ravennate».
Ravenna in Comune chiede invece che l’Amministrazione de Pascale dedichi immediata attenzione alle «ragioni specifiche che causino l’inflazione ravennate» perché scoprirebbe come gli aumenti preventivati appesantirebbero una situazione già agli estremi. Il Consiglio Comunale è chiamato ad approvare il bilancio che la Giunta ha proposto. C’è dunque ancora spazio per intervenire con una salutare marcia indietro. Se il Sindaco che già aveva spento tutta l’illuminazione pubblica poi l’ha riaccesa, può ricredersi anche sulla fiscalità. Tra tutti i voltafaccia a cui ha abituato la cittadinanza, questi sono gli unici ad essere apprezzabili.”