“L’altro giorno è suonata un’altra volta la fanfara: sono stati affidati i lavori per il secondo stralcio di quello che de Pascale insiste a chiamare “Parco” Marittimo. Si tratta invece di un discusso e discutibile intervento di cosiddetta (da de Pascale) riqualificazione degli stradelli che, attraversando la zona pinetale, arrivano a ridosso della spiaggia, oltre all’area liminale confinante con la pineta. Qualcuno se la prende perché la discutiamo. Come se non si potesse ragionare della bontà di un intervento sulla base di quanto si vede realizzare. Eppure è il controllo democratico a prevederlo. De Pascale non è un imperatore ma un rappresentante eletto dalla cittadinanza e, dunque, la cittadinanza ha tutto il diritto di verificare come i propri interessi vengono interpretati dall’operato del Sindaco. E, per quel che abbiamo visto sino ad ora, la risposta è: male!
Torniamo a ringraziare le associazioni che hanno sollevato il velo sulla qualità degli interventi già in corso nel primo stralcio e, in particolar modo, sulla distesa di materiali testimoniata anche in alcuni servizi televisivi a diffusione nazionale. Che qualcosa non torni, almeno per noi, lo testimonia un nuovo intervento dell’Assessora ai Capri Espiatori, l’architetta Del Conte, la quale a sproposito tira fuori l’economia circolare. In occasione dell’affidamento del secondo stralcio, infatti, interpellata sui problemi del primo, l’Assessora ha dichiarato alla stampa:
«C’è un’indagine in corso e stiamo fornendo tutto ciò che serve per le verifiche necessarie. Del resto la struttura tecnica presidia e controlla il cantiere, come previsto dalla legge. Chi ci attacca chiama quei materiali ’rifiuti’, ma sono in realtà prodotti arrivati in cantiere accompagnati da certificati di eco-compatibilità. Hanno un timbro Ce che ne mostra le caratteristiche. Per non parlare del fatto che oggi c’è un grande tema aperto sull’economia circolare e sulla riduzione del consumo di materie prime. Ciò non significa che il materiale utilizzato sia inquinato, anzi: è la stessa comunità europea che ci invita a riutilizzare i materiali trattati, in modo che i rifiuti diventino materie prime riutilizzabili, certificate e con i criteri di eco-compatibilità».
Guardi Assessora che non stiamo parlando della realizzazione del sottofondo prima di asfaltare il parcheggio di un supermercato. Anche senza sprecare il termine di “Parco” Marittimo, infatti, è urgente un chiarimento. Qui siamo nella zona di confine tra spiaggia e pineta. Si tratta dei luoghi dove, periodicamente, si svolgono, con tanto di lode da parte dell’Amministrazione Comunale, campagne di pulizia dai rifiuti, in particolare di materiale plastico (ma non solo), in quanto ovviamente la loro presenza è ritenuta incompatibile. Non è possibile che sia un’azienda che ha ricevuto l’affidamento dell’appalto dalla Giunta a rimettere negli stessi luoghi rifiuti grosso modo dello stesso tipo. Non è un problema di pezzatura e nemmeno di marchio CE e nemmeno del fatto che possa trattarsi di materiali più o meno inquinati (il che sarebbe un’aggravante, ovviamente). Il punto è che le possibilità sono tre. Se la ditta ha steso materiali diversi da quelli previsti dal capitolato li deve togliere, ovviamente (prima possibilità). Il che non significa di per sé che sia stato compiuto un reato ma, se fosse, sarà compito della magistratura accertarlo (seconda possibilità). Dalle parole dell’Assessora, però, sembrerebbe più probabile una terza possibilità. Ossia che la ditta si sia più o meno attenuta a quanto previsto dal capitolato dell’appalto. E questo, lasciatecelo dire, sarebbe forse ancora peggio di una cattiva esecuzione del lavoro.
Come Ravenna in Comune riteniamo infatti del tutto inconcepibile che, in un’area come quella di cui si tratta, un progetto approvato dalla Giunta possa aver previsto l’impiego dei materiali che tutti hanno visto nei servizi televisivi che hanno giustamente messo alla berlina i lavori in corso. Parliamo di «cavi, accendini, tubi di plastica, reti, piastrelle rotte, plastiche in quantità, laterizi, corrugati». Non è questione di certificazione o meno e nemmeno di “economia circolare”. L’Amministrazione de Pascale è in grado di capire che nessun progetto di cosiddetta riqualificazione può consentire di interrare rifiuti plastici vicino alla pineta? Se sono stati stesi materiali di quel tipo, vanno urgentemente tolti di mezzo. E se la Giunta non lo capisce, allora, è proprio l’Amministrazione de Pascale che si deve togliere di mezzo!”