Sembra di vivere in un mondo in cui l’incapacità di mettere assieme due verità ha raggiunto livelli da incubo. Da una parte si susseguono i titoli sulla siccità e le sue conseguenze. Qualche esempio:
«Siccità, è preallarme per prelievi d’acqua: La vera preoccupazione è che siamo solo a metà giugno»; «Ravenna, siccità primaverile: manca il 10% delle precipitazioni»; «Siccità sul Po, 125 comuni rischiano il razionamento dell’acqua potabile. Attenzione costante sui potabilizzatori di Ferrara e Ravenna»; «Siccità: Emilia-Romagna verso richiesta stato emergenza»; eccetera.
È una prospettiva terrificante che, d’altra parte, ripropone temi già anticipati dal noto meteorologo Luca Mercalli in una intervista di qualche mese fa:
«Come apparirà il Paese a fine secolo?»
«Ci aspettiamo un metro di mare in più. La zona lagunare da Monfalcone a Rimini, tra la laguna veneta e il delta del Po, è la più esposta per l’innalzamento del mare. Venezia potrebbe finire sott’acqua. Anche Rovigo, Chioggia, Comacchio, Ravenna. Ci sono poi l’erosione delle spiagge, già in atto, e il cuneo salino, ovvero l’acqua salata che entra nelle falde idriche della terraferma. Alcuni luoghi diverrebbero invivibili e sarebbero abbandonati. Sulle Alpi scomparirebbero i ghiacciai. Potrebbero verificarsi più incendi boschivi. In generale, potrebbero esserci lunghe siccità con importanti ricadute sull’agricoltura. E sarebbe l’inizio».
Solo che invece di trovarci a fine secolo, ci sta capitando già adesso: «È la siccità più grave degli ultimi 70 anni».
Dall’altra, in parallelo, si mantengono le porte aperte all’uso sistematico dell’energia fossile, in particolar quella ricavata bruciando gas. Così leggiamo sulla stampa dell’intensa campagna di de Pascale a favore della lobby del fossile: «Sul gas il Sindaco ha ribadito che il più grande contributo che possiamo dare per abbattere le emissioni CO2 è sostituire le importazioni con il gas italiano nel contesto della sicurezza energetica»; «I quattro progetti legati all’energia sono quelli contenuti nella proposta di ‘Ravenna hub energetico nazionale’ formulata dal sindaco Michele de Pascale: rigassificatore, ripresa della produzione nazionale di gas, eolico e fotovoltaico di Agnes, Ccus (cattura, riutilizzo, stoccaggio della CO2)».
Eppure è lo stesso de Pascale a riconoscere la gravità del problema “acqua” che desta «un grande allarme e se non si prendono nei prossimi anni scelte strategiche e organiche torneremo terra di sete».
Un vero e proprio fenomeno dissociativo impedisce di riconoscere che per affrontare il problema “acqua” bisogna rallentare e poi arrestare il riscaldamento atmosferico; e per far questo si deve rallentare e poi arrestare l’apporto di gas climalteranti; e tra i peggiori gas climalteranti c’è il gas naturale, sia per la CO2 che produce bruciando, sia di per sé. Come se ne esce? Andando nella direzione opposta rispetto a quella che abbiamo imboccato e che, dallo scoppio della guerra in Ucraina, percorriamo ancora a maggior velocità. Va rallentato immediatamente l’impiego di energia fossile, va aumentato immediatamente l’impiego di energia rinnovabile con l’obiettivo di arrestare la prima e riconvertire il prima possibile tutto il sistema di produzione energetico alla seconda. Non c’è un’alternativa. I titoli dei giornali di oggi sono solo un’anticipazione di quella che diverrà presto consuetudine. Se non facciamo qualcosa. E questo qualcosa non è certamente nascondere la CO2 sotto il tappeto continuando a produrla bruciando energia fossile, come si intende fare con i grandi depositi di CO2. Non è una risposta neanche incrementare l’estrazione di gas per bruciarlo al posto di altre fonti fossili, naturalmente. E nemmeno l’impiego di gas liquefatto trasportato via nave migliorerà le cose.
Come Ravenna in Comune crediamo invece che impianti solari ed eolici, se realizzati in modo da essere sostenibili, possano costituire la soluzione sulla quale investire. È una soluzione che aiuta ad essere meno dipendenti dall’estero e ad affrontare i cambiamenti climatici. Non perdiamo altro tempo ascoltando chi già sogna i soldi che si metterà in tasca attraverso i progetti a trazione fossile sponsorizzati dal Sindaco. Altrimenti, come già vediamo, non dovremo aspettare la fine del secolo perché accada quanto ampiamente previsto. Cominciamo opponendoci ai progetti del Sindaco a base fossile. Solo con la lotta possiamo curare la malattia che affligge la politica. Fermiamo i rigassificatori a Ravenna e Piombino.