“Leggiamo che perfino il Partito Democratico si è accorto della stretta repressiva in atto. Non solo nelle forme più eclatanti, quelle manganellate distribuite generosamente su spalle e teste degli studenti medi ed universitari, per intenderci, che alcuni mesi fa avevano improvvisamente ridestata la segretaria di quel partito («C’è un clima di repressione: basta manganellate sugli studenti»). Perfino l’aspetto normativo, il disegno di legge governativo 1660, sembra finalmente risvegliare l’attenzione del PD: «Il disegno di legge sulla sicurezza rappresenta un attacco alle libertà individuali e collettive, punta a creare sudditi invece di cittadini e reprime ogni forma di dissenso anche se esercitato con la nonviolenza o la resistenza passiva».

Come Ravenna in Comune non possiamo che concordare. Troviamo tuttavia abbastanza singolare accorgersene solo oggi che al Governo siede il centrodestra. La repressione, infatti, va avanti da anni e non è certo prerogativa esclusiva della destra. Perfino nella nostra Ravenna, che il centrosinistra amministra da decenni, si fa sentire. Quello che non si fa sentire, qui da noi, è invece il PD. Né il candidato alla Presidenza della Regione (Michele de Pascale, attuale Sindaco di Ravenna e precedentemente Segretario provinciale del PD), né il candidato a Sindaco di Ravenna (Alessandro Barattoni, attuale Segretario provinciale del PD) hanno mai trovato niente da ridire sulla repressione in sede locale. Che dipenda dal fatto che, in questo caso, al governo della repressione è il centrosinistra?

Domani, 30 settembre, Cgil e Uil organizzano un presidio in piazza del Popolo, dalle 17 alle 18, davanti alla Prefettura, a Ravenna, a difesa della libertà e del diritto di manifestare il dissenso.  «Scendiamo in piazza del proteggere la democrazia del nostro Paese. Siamo nettamente contrari a una norma che ha il chiaro intento di azzerare la libertà e il diritto delle persone a manifestare il proprio dissenso, che introduce nuovi reati penali, e quindi il carcere, nei confronti di chi occupa strade, spazi pubblici e privati. Questo Ddl limita l’iniziativa e le mobilitazioni sindacali per difendere i posti di lavoro e contrastare le crisi aziendali e occupazionali. Chiude in carcere le donne in gravidanza o con figli entro un anno di età, introduce il reato della resistenza passiva rendendo impossibile ogni forma di dissenso pacifica, magari dovuta alle condizioni disumane di molte carceri. Il Ddl introduce nuovamente interventi a impronta securitaria e di criminalizzazione quando si parla di migranti. Tutto questo mentre il Governo decide di abolire i crimini contro la pubblica amministrazione, spesso reati spia di infiltrazioni mafiose».

Ravenna in Comune invita a partecipare al presidio, così come in passato abbiamo partecipato ad altre manifestazioni. Pensiamo alla conferenza stampa indetta in Piazza del Popolo il 15 gennaio di quest’anno per contestare i decreti penali di condanna emanati nei confronti dei due portavoce di Potere al Popolo (nazionale e locale) per la manifestazione di dissenso contro la decisione di cacciare i volontari dalle aree alluvionate. O alla manifestazione del 5 aprile in Piazza San Francesco per protestare contro l’intervento securitario della polizia municipale contro un ragazzo “colpevole” di ascolto di musica. O al corteo che il 25 maggio ha attraversato Ravenna sventolando le bandiere palestinesi contro i divieti di manifestare solidarietà a Gaza. Ed altre ancora.

Contro la repressione neoliberista, di centrodestra o centrosinistra poco ci importa, continuiamo la resistenza. La Costituzione tutela la libertà di manifestazione di pensiero, ma il suo concreto esercizio dipende solo dalla nostra forza di rivendicarlo. Negli scritti e nelle piazze, ora e sempre Resistenza.”